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G8, processo Diaz: Giallo sui tabulati delle chiamate nella notte del blitz
Publie le domenica 3 ottobre 2004 par Open-PublishingG8, processo Diaz. Avvocato accusa
Genova. Potrebbe essere un’udienza dai toni alti. Un’udienza nella quale
potrebbero non mancare i colpi di scena quella di stamattina. A palazzo di
giustizia è previsto un nuovo appuntamento davanti al giudice Daniela
Faraggi per l’udienza preliminare sul rinvio a giudizio dei 28 poliziotti
indagati per l’irruzione nella scuola Diaz durante il G8 genovese. Tra
loro ci sono anche alti funzionari. L’avvocato del Foro della Spezia Marco
Corini chiederà in aula di avere copia dei tabulati telefonici originali
nei quali sono state registrate le telefonate intercorse quella notte tra
i poliziotti che si trovavano all’interno della scuola e l’esterno. Lo
farà in aula in quanto ieri mattina si è recato presso la segreteria del
giudice Faraggi, presentando la medesima richiesta, ma gli è stato
risposto che in possesso del gip ci sono soltanto i tabulati elaborati e
non gli originali.
«Mi auguro - ha commentato l’avvocato Corini al Secolo XIX - che si voglia
fare chiarezza su questo punto. Gran parte di questa udienza si sviluppa
sui tabulati telefonici: i pm Enrico Zucca e Francesco Albini Cadorna li
hanno prodotti come prova. Mi risulta che però gli stessi siano stati
elaborati dagli uomini della squadra mobile. Ascoltandoli, infatti, vi
sono passaggi tronchi e poco chiari. Per questo ho chiesto di poter
ascoltare i tabulati originali: mi sembra questo un evidente diritto della
difesa. Mi è stato detto, però, che non sono a disposizione del gip. Spero
che in aula sia fatta chiarezza su questo punto assolutamente determinante
per l’intera udienza preliminare. Mi auguro che i tabulati originali siano
almeno a disposizione dei pm. Chiederò di averne copia e chiederò anche un
rinvio delle udienze per avere il tempo necessario per ascoltarli».
L’avvocato Marco Corini difende Gilberto Caldarozzi, Filippo Ferri,
l’ispettore supriore Davide Di Novi e il sovrintendente Renzo Cerchi.
Ricordiamo che il legale del Foro spezzino insieme ai due colleghi Enrico
Marzaduri e Carlo Di Bugno aveva chiesto lo scorso novembre che gli atti
dell’inchiesta fossero trasmessi alla Procura di Torino. La richiesta era
stata motivata in quanto i tre avvocati avevano sostenuto che a Genova non
vi era "obiettività di giudizio". Questo perchè uno dei pm di turno la
notte del blitz, Francesco Pinto, avrebbe ordinato per telefono al
dirigente della squadra mobile di Spezia Filippo Ferri, di scrivere a
verbale che le molotov (poi risultate false) erano state trovarte al piano
terra della scuola, un posto, quindi accessibile a tutti. Un fatto che era
emerso dall’interrogatorio di Spartaco Mortola, ex capo della Digos di
Genova, che poi però, successivamente, aveva corretto il tiro. E’ evidente
che di fronte a tali ipotesi, l’ascolto dei tabulati originali, per i
legali, diventa determinante.