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«G8, processo non a Genova ma a Torino»

Publie le lunedì 20 ottobre 2003 par Open-Publishing

Genova. L?incontro è avvenuto ieri pomeriggio nella capitale ed è durato
fino a sera. Annunciano iniziative clamorose, già per lunedì mattina, gli
avvocati difensori di un folto gruppo di poliziotti indagati per i fatti
del G8 e in particolare per l?irruzione nella scuola Diaz. E tra le
richieste in calendario, accompagnate da un dossier sull?indagine, spicca
quella dello spostamento del processo a Torino.

Ma la giornata giudiziaria, che ha avuto un?improvvisa accelerazione con il
passar delle ore, è anche caratterizzata da un altro passaggio. Spartaco
Mortola, l?ex numero uno della digos genovese, ha presentato alla procura
della Repubblica una memoria. Sedici pagine fitte fitte per raccontare la
sua versione sull?assalto alla scuola, concluse in modo secco: la richiesta
di archiviazione e la revoca di un nuovo interrogatorio che era già stato
fissato.

Mortola, assistito dall?avvocato Maurizio Mascia, ritiene evidentemente che
il suo racconto sia preciso e offra una ricostruzione definitiva del blitz.
Compreso il giallo delle false molotov, portate dall?esterno nell?istituto
per essere utilizzate come false prove per giustificare l?arresto dei 93
no-global. Un episodio rispetto al quale Mortola, solo tra gli indagati, ha
sempre mantenuto una versione univoca, sin dai giorni immediatamente
successivi. Non è mistero che anche i magistrati del pool G8 abbiano
definito il documento
«molto interessante», con una serie di passaggi che meritano sicuramente
attenzione e approfondimenti.

Ma, dopo l?invio degli avvisi di fine indagine, spediti le scorse
settimane, il fronte giudiziario si arroventa. Così ieri è stato convocato
nella capitale
una sorta di summit tra i difensori dei dirigenti, funzionari e agenti
indagati. Non tutti i legali hanno partecipato e qualcuno ha diplomaticamente
declinato l?invito. Ma il fronte appare abbastanza compatto, senza troppe
sbavature. Così, mentre si aspetta di leggere un misterioso dossier
sull?indagine di cui si sussurra da qualche giorno, si affaccia un?ipotesi.
La richiesta di spostamento del processo a Torino.

Giustificata dall?apparizione, nei verbali di interrogatorio di alcuni
indagati, dei nomi di alcuni magistrati della procura. Vennero contattati,
la notte del blitz. E la loro apparizione nelle carte del procedimento,
secondo la strategia di alcuni legali, potrebbe essere sufficiente per
chiedere quella che in gergo si chiama remissione.
La legge impone infatti che, quando si possa paventare una mancanza di
?serenità? nel giudizio, questo debba essere spostato in un altro
distretto, in un altro tribunale.

Ipotesi controversa. Ma il gruppo dei difensori ha in serbo, come trapela
dal summit, «almeno
altre due ipotesi alternative». Il week end servirà ad affilare le armi.
Poi, lunedì, l?annuncio della
strategia difensiva. L?inizio come da più parti si sussurra, di una
controffensiva vigorosa e muscolare.

Marco Menduni