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Giulietti sui fatti accaduti al G8 Riparliamo di Genova

Publie le martedì 10 giugno 2003 par Open-Publishing

Il consigliere provinciale Giulietti sui fatti accaduti al G8 Riparliamo di Genova

A Genova, nel luglio 2001, durante il G8, non è successo niente! Non è stato ammazzato Carlo Giuliani, non ci sono state cariche della polizia, non c’è stato un Governo incapace di mantenere l’ordine pubblico, non ci sono stati i black block che sfasciavano e incendiavano tutto, non ci sono stati migliaia di giovani pacifici bastonati, non ci sono state le caserme dove venivano picchiati, non c’è stata la scuola dove hanno subito, nottetempo e a manifestazione conclusa, una carica della polizia con teste spaccate, facce e denti rotti, col pretesto costruito che possedevano molotov introdotte invece di nascosto dalla polizia.

L’inizio del Governo Berlusconi, una pagina vergognosa della nostra storia, che ci ha additato al mondo attirandoci una condanna unanime. Il 25 Luglio 2001 il sottoscritto, Vallesi ed altri consiglieri provinciali presentammo un ordine del giorno per condannare la tragica morte di Carlo Giuliani e l’operato del Governo, sia sul piano dell’ordine pubblico che delle scelte politiche nazionali e internazionali. Dopo un inizio di discussione si decise di rinviare il dibattito e il voto sui contenuti a dopo le risultanze della commissione d’inchiesta che era stata nel frattempo istituita.

Oggi, mi pare arrivato il momento di ripresentare quell’odg, riaprire la discussione, approfondirla alla luce degli sviluppi e delle conclusioni a cui siamo giunti. Mi pare estremamente opportuno e necessario perché tutto tende a far passare sotto silenzio, far sorgere un sentimento di accettazione, fatalità e rassegnazione disumano ed antidemocratico.

Il carabiniere che quel 20 luglio 2001 uccise Carlo non verrà neppure processato. Il giudice preliminare ha archiviato il caso, come richiesto dalla pubblica accusa, riconoscendo all’imputato non solo la "legittima difesa", ma anche "l’uso legittimo delle armi". "E’ stato assolutamente indispensabile" dice l’ordinanza di archiviazione e "graduato in modo da risultare il meno offensivo possibile"; ricostruzione che contrasta con quanto dichiarato dallo stesso imputato che dice:" mi sono accorto a posteriori di aver inavvertitamente levato la sicura, poi di aver sentito la mia mano contrarsi e partire dalla mia pistola due colpi". Per il giudice, invece, Carlo sarebbe stato ammazzato da "un’imprevedibile modifica della traiettoria" e da un militare che avrebbe "graduato l’uso dell’arma in modo da risultare il meno offensivo possibile".

Qualche giorno fa la magistratura, tanto vituperata da Berlusconi, ha riconosciuto l’innocenza di 90 giovani della scuola Diaz che, dopo essere stati caricati di sorpresa e bastonati a sangue, furono, ironia della sorte, accusati di violenze contro la polizia: scagionati da questa accusa ma non da quella di sommossa e distruzione, quando tutti abbiamo visto che chi distruggeva veniva lasciato indisturbato.

Riaprire la discussione su questi fatti, condannare il comportamento del Governo e delle forze dell’ordine in quei momenti, non ridarà la vita a Carlo Giuliani, non cancellerà la brutta immagine che abbiamo dato al
mondo: servirà solo per dire che Carlo Giuliani vive e che forse i morti sono altri.