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Gli scheletri nell’armadio di Ganzer

Publie le giovedì 23 ottobre 2003 par Open-Publishing

I Ros e il loro comandante: una struttura potentissima, crocevia di misteri
Quando il colonnello Giampaolo Ganzer, vice capo dei Ros, fu interrogato sui fatti di Genova dalla commissione parlamentare, disse che era stato mandato al G8 per svolgere compiti «info- investigativi». Alcuni parlamentari si interstardirono a voler sapere chi l’aveva mandato e così si scoprì che né il ministro dell’Interno, né il capo della polizia, né il prefetto e il questore di Genova, erano a conoscenza della segreta missione di Ganzer. Quali siano i risultati dell’"info-investigazione", l’abbiamo visto un anno dopo, quando Ganzer, promosso nel frattempo generale e capo dei Ros, presentò ai magistrati di Cosenza un minestrone di 980 pagine che attribuiva tutte le violenze ad una fantomatica associazione sovversiva.
Il Ros, crocevie di misteri, è una delle strutture più potenti dell’Arma, ma la maggior parte dei carabinieri non l’ama, la subisce. Per i carabinieri territoriali è frustante dover rassegnarsi all’invadenza di un organismo centrale che li usa come una retrovia dell’investigazione e che ha l’ossessione di voler sempre emergere su tutti. Come lo Sco, il servizio centrale della ps, nasce all’inizio degli anni 90, con l’idea che un forte organismo centrale, munito di intelligence e di apparati operativi, possa avere più grinta e determinazione per combattere contro la grande criminalità e il terrorismo. Dopo otto anni, al Viminale si prende coscienza che la centralizzazione degli apparati investigativi produce il depotenziamento dei servizi periferici, la demotivazione delle squadre mobili e dei reparti territoriali dei cc. Il ministro Napolitano restituisce le competenze alle questure e ai comandi territoriali, lasciando a Ros e Sco le funzioni di intelligence. Lo Sco si adegua, il Ros se ne infischia e mantiene le sue 26 sezioni dislocate nelle città sedi di procure distrettuali. E’ ancora un dinosauro. I suoi compiti assommano quelli dello Sco, dell’Ucigos e del Sisde. E’ comprensibile che chi ne è ai vertici si senta motivato da ambizioni formidabili.

Giampaolo Ganzer è cresciuto in fretta in questo santuario dei poteri segreti. Nel 1994 è capo delle operazioni antidroga, dopo quattro anni è vice del generale Mario Mori (oggi direttore del Sisde), nel 2001 assume il comando. Il Ros si porta dietro i suoi scheletri con una mirabolante disinvoltura. Nulla ancora sappiamo delle trattative per la cattura di Totò Riina, e non abbiamo una spiegazione della mancata perquisizione del covo del boss, dove secondo il racconto di alcuni pentiti c’era una cassaforte con documenti importantissimi sui rapporti finanziari e politici dei vertici di Cosa nostra. Perché il 15 gennaio del 1993, dopo la cattura del capo di Cosa Nostra, gli ufficiali del Ros non si precipitarono a perquisire quella tana? Perché al procuratore della repubblica Caselli fu fatto credere che la villetta era sorvegliata, mentre per quindici giorni fu lasciata senza vigilanza tanto che una squadra di picciotti poté entrarvi e far pulizia di tutto? Scheletri dei Ros.

A. Pal.

http://www.liberazione.it/giornale/031023/LB12D6B0.asp