Home > I Carabinieri vogliono il ritiro immediato RABBIA ED AMAREZZA PER I COLLEGHI (…)

I Carabinieri vogliono il ritiro immediato RABBIA ED AMAREZZA PER I COLLEGHI CADUTI IN IRAQ

Publie le sabato 22 novembre 2003 par Open-Publishing

I Carabinieri vogliono il ritiro immediato

RABBIA ED AMAREZZA PER I COLLEGHI CADUTI IN IRAQ

"Non siamo guerrafondai, siamo solidali con quelle popolazioni, ma
costretti a combattere una Guerra che NON tutto il popolo Italiano e
NON tutto il Parlamento hanno voluto".

Dopo americani ed Inglesi, non poteva che toccare ai nostri
carabinieri e soldati italiani in Iraq. Ragazzi spinti alle missioni
estere da non solo senso umanitario di aiuto a quelle popolazioni, da
non solo senso di patriottismo o contributo alla lotta al terrorismo,
ma anche e spesso soprattutto per portare a casa qualche soldo in
piu’
e vivere una vita con maggiore dignita’. Per questo per essere
assegnati alle missioni estere, tra i carabinieri vi e’ una
concorrenza spietata a suoni di raccomandazioni.

In termini economici, 6 mesi di missione estera soprattutto in zone
belliche, contribuisce a comprarsi almeno meta’ della tanto agognata
casa. La miseria economica, in cui versano tutti i carabinieri,
poliziotti e militari Italiani, non puo’ essere sottaciuta, come non
puo’ essere sottaciuto il mancato impegno degli attuali Governanti
alle tanto evidenziate ( solo in campagna elettorale ) situazioni
migliorative per tutto il comparto sicurezza, in cui i Carabinieri,
parte integrante, vivono con regolamenti da prima guerra mondiale e
con stipendi da fame.

Non siamo guerrafondai, siamo solidali con quelle popolazioni, ma
costretti a combattere una Guerra che NON tutto il popolo Italiano e
NON tutto il Parlamento hanno voluto, perche’ non avallata dall’ONU.
I
Ns. Carabinieri non sono affatto preparati ne’ psicologicamente ne’
professionalmente a combattere una simile guerra civile come quella
in
Iraq, questo va’ detto a chiare lettere. Chi ritiene il contrario,
per
motivi di opportunismo, non dice il vero. Piangiamo i nostri morti, i
nostri colleghi ed assistiamo all’ennesima farsa di lacrime di
coccodrillo da parte di chi, una certa responsabilita’ nell’invio di
quel contingente deve pur averla.

L’Unione Nazionale Arma Carabinieri, si stringe attorno alle mogli ed
ai figli dei colleghi caduti, ed invita i Governanti ad esaminare
seriamente la possibilita’ di un RITIRO IMMEDIATO dei nostri uomini
da
tale situazione che potrebbe costare ancora vittime al nostro popolo
che ha gia’ fin troppi problemi in Patria.

Il Segretario Generale UNAC

M.llo CC. Antonio SAVINO

Direttore de LA RIVISTA DELL’ARMA