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ALESSANDRO ROBECCHI
Un testo satirico? Un breviario da consultare quando la fede vacilla? Un manuale di istruzioni?
Nonostante abbia letto molte anticipazioni, recensioni, analisi, commenti, mi è difficile collocare
nella parabola del pensiero moderno il nuovo libro di Ferdinando Adornato, un evento culturale che
l’umanità non poteva attendere oltre. Sarebbe (copio dai titoli dei giornali) il «manifesto del
centrodestra», ma anche il «catechismo dei moderati» che vanta, naturalmente, «la benedizione di
Berlusconi». Metto il tutto tra virgolette in modo che non pensiate che rubo le battute ad altri
comici. In soldoni, risulta che Ferdinando Adornato, da solo, a mani nude, si sia messo a disegnare la
futura identità politico-culturale del centro destra.
L’obiettivo sarebbe quello di superare le solite abusate categorie di ex e post, per tracciare un
«identikit etico» dell’universo liberal-popolare. Traduco dall’Adornato all’italiano: escluse le
pistolettate, come diavolo si fa a fare il partito unico della destra e a riunire sotto una stessa
ideologia ex fascisti, ex democristiani, ex socialisti, ex comunisti, ex piduisti, cinici
avvocati, guidatori di gipponi 4x4, estremisti cattolici, idealisti ottocenteschi, venditori di
Publitalia, tradizionalisti della famiglia, e magari pure Giovanardi? Ammetterete che il compito è titanico,
che ci riesca un cervello solo è strabiliante, e se poi il cervello è quello di Adornato siamo
nell’esoterico. Se a questo punto vi gira la testa, non posso darvi torto, ma per fortuna ci viene in
soccorso lo stesso Autore, che quell’identikit lo presenta per voci numerate, tipo Tavole della
Legge. In questo modo si può cogliere fior da fiore. Esempio (punto 8): a destra c’è attaccamento al
sentimento tradizionale della famiglia, mentre a sinistra c’è affermazione delle famiglie di fatto
di ogni tipo. Persino banale. Come risaputo è che (punto 19): per la destra c’è primato della
produzione di ricchezza sulla redistribuzione, mentre a sinistra se ne stanno in panciolle e pensano
solo a ridistribuire. Come saggio fondante di un’identità etico-politica, francamente, voliamo
parecchio bassi.
Ma non trascuriamo la vita privata: il neo-destro, poveretto, non più ex e non più post, nella
vita quotidiana «ricerca la distinzione». E poi preferisce il cinema d’azione a quello d’autore, i
film americani a quelli europei. Adornato compie il suo capolavoro approdando a una forma perfetta
di luogocomunismo: non più ex, non più post, ma un po’ trash, quel che i tempi esigono. Se è
concessa una notazione semantica, è strabiliante quante volte venga citata nella costruzione della nuova
identità della destra la parola «etica»: è proprio vero che la lingua batte dove il dente duole.
Ma visto che di politica si parla, alla fine, ci sarebbe da chiedersi a cosa si deve questo
mostruoso sforzo intellettuale per definire in fretta e furia un’identità. La vera urgenza delle
riflessioni di Adornato sta proprio nella precarietà dell’identità della destra attuale. Serve un minimo
comun denominatore ideologico. Per ora c’è, ha un nome e un cognome, paga i conti, organizza il
marketing, fa pesare tutta la sua potenza mediatico-economica, striglia i dissidenti e promuove i
fedelissimi, ha buoni avvocati ed è pure l’editore del libro di Adornato. Ma un domani? Che
succederà nel dopo-Silvio, si azzanneranno come pit-bull? Urge la costruzione di un ideale Silvio-man
teleguidato da poche regole-chiave, da un sistema etico-filosofico facile da maneggiare, tascabile,
consultabile all’uopo come l’orario dei treni. Un impianto teorico talmente vasto da comprendere
tutti, cani e gatti, indiani e cow-boy, preti e squali della finanza. Dunque il compito dell’Autore è
difficile davvero: fabbricare una filosofia prêt-à-porter in poche settimane, congegnarla in modo
che sia un omaggio al Capo, fare credere agli altri che sia invece per il bene di tutti e persino
vendere il libro, incassando in proprio e facendo incassare un’azienda del Capo. Bingo! L’Homo
adornatus è bell’e pronto, appena uscito dal microonde, e già ha inventato la quadratura del cerchio.
Sorride. Proprio come in una televendita.