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Interventi contro la manifestazione del 6 dicembre
Publie le martedì 14 ottobre 2003 par Open-PublishingCaro Marco,
questa è una prima risposta alla tua (e alle altre) richiesta di
chiarimento sulla posizione della Confederazione Cobas a proposito della
manifestazione pro-Iraq, del Campo antimperialista e annessi/connessi.
Magari ci torneremo più diffusamente se necessario, compatibilmente con
la mole di impegni che ci sta letteralmente schiacciando. Spetta a me
scrivere dato che alla richiesta generale se ne sottende una specifica a
proposito della mia partecipazione ad un dibattito del Campo il 2
settembre scorso. Intanto, credimi, nessuno di noi ha pensato "di
perseverare di fatto nel fare gli struzzi". Per ciò che riguarda la
manifestazione, non abbiamo mai preso in considerazione, neanche di
passata, l’ ipotesi di parteciparvi come organizzazione (e come singoli
non esiste proprio; come sai, è del tutto fuori dal nostro modo di
agire, che è sempre collettivo, anche quando i meccanismi comunicativi
finiscono per personalizzare assai nostre posizioni; da noi i portavoce
non hanno alcun potere autonomo e sono riconfermati o sostituiti in base
al giudizio quotidiano che l’intera organizzazione dà sul loro operato).
Non condividiamo l’idea (anche se non vi fosse il problema dei fascisti)
che si possa costruire un fronte unico solo sulla base dell’ostilità
totale (sacrosanta) alla politica statunitense (per cortesia, non
diciamo anche noi "americana": non regaliamo ai bastardi un intero
continente). E se avessimo ritenuto possibile oggi una grande
manifestazione contro l’occupazione, l’avremmo proposta direttamente nel
movimento "no-global", mentre oggi, in realtà, abbiano deciso di dare la
priorità allo scontro sociale qui ed ora, a partire dalle sciopero del
24, passando poi per una grande manifestazione della scuola, e assai
probabilmente arrivando ad un nuovo sciopero generale contro la
Finanziaria e in difesa delle pensioni tra fine di novembre e i primi di
dicembre. Dunque, senza un attimo di respiro a causa delle iniziative
intraprese (fin da quella del 4 ottobre), della campagna RSU nelle
scuole e del conflitto sindacale quotidiano, non abbiamo dedicato forse
la dovuta attenzione (anche perchè quasi nessuno di noi ha il tempo di
leggere con una qualche continuità Indymedia o le altre reti)
all’evoluzione della vicenda. Ma ora, preso atto della volontà del Campo
di non respingere al mittente le firme di fascisti o "post-fascisti" più
o meno bene occultati, siamo anche più chiari di quanto siano stati
Cararo e Casadio. Una scelta del genere, se confermata, non solo è, come
dicono Sergio e Mauro, "un grave errore politico" (io direi tragico e
irreparabile, se programmatico), non solo "innesca una situazione che
può portare a provocazioni fastidiose e dannose", ma pregiudica
qualsiasi futuro rapporto politico tra noi e il Campo.
E qui vengo alla
mia partecipazione al dibattito sul "movimento no-global" del 2
settembre. In questi anni noi abbiamo sempre fatto il possibile per
dialogare con chiunque militi nel campo anticapitalista,
antimperialista, antifascista. Non abbiamo mai accettato scomuniche,
condanne a priori, emarginazioni programmatiche. Alla richiesta di
dialogo (fino a prova contraria: cioè fino a quando l’altro non crea
condizioni che rendono impossibile il dialogo) abbiamo sempre risposto
positivamente. E alla richiesta rivolta a me per il 2 settembre ho
risposto positivamente anche perchè mosso dalla curiosità politica di
capirci qualcosa di più su questo Campo (di cui, ammetto, non sapevo
gran chè) e sopratutto sulle partecipazioni internazionali (gran parte
delle quali, seppur piccole di dimensioni, rappresentano indubbiamente
forze che quelle tre discriminanti "anti", prima citate, le rispettano).
Al dibattito in questione, non hanno partecipato affatto fascisti. I
relatori erano, oltre a me, Mazzei, Preve, Pasquinelli e Schiavetto. Di
questo Martinez io non sapevo nulla (qualcuno dice di avermi avvertito
nella seconda parte di agosto, ma in quel periodo mi sono permesso il
"lusso" di andare in vacanza e di non guardare le reti e la posta), di
certo non era tra i relatori ( a meno che non fosse il traduttore, ma mi
pare altamente improbabile) e d’altro canto partecipo a centinaia di
dibattiti l’anno, non posso fare l’analisi del sangue a tutti i perfetti
sconosciuti (per me) che vi circolano. Ma sopratutto nel dibattito non
ci sono state note inaccettabili, tipo "stiamo tutti insieme, destra e
sinistra, purchè siate antiamericani". Certo, sul ruolo degli stati
nazionali e delle forze "nazionalisti" io ho espresso posizioni diverse
da quelle del Campo, ma a livello europeo è pieno di forze decisamente
antagoniste che, pur mantenendo le discriminanti antifasciste, vedono
con favore lo schierarsi di stati anti-statunitensi nello scontro.
Quello che davvero cambia tutto, è appunto il venir meno di rigorose
discriminanti antifasciste. Questo è del tutto inaccettabile. Ci
auguriamo che il Campo faccia una rapida e convincente marcia indietro,
in mancanza della quale credo che le possibilità di dialogo futuro si
riducano a zero.
In genere mi si riconosce una certa chiarezza, spero di esserlo stato in
questa occasione.
Un abbraccio a te e agli altri/e, anche a quelli che dedicano,
purtroppo, una parte del loro tempo a tirarmi/ci cordialmente merda
addosso: forse pensano, così facendo, di aiutarci nella riflessione
politica
Piero Bernocchi
portavoce Cobas scuola
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ricomparsa delle firme dei topi del Campo
Antimperialista
A parte le firme di emeriti sconosciuti raccogliticce
nelle iniziative e per strada, ricompaiono pian
pianino tra le firme tutti i topi fascisti che si
nascondevano nelle fogne del Campo Antimperialista...
FIRMA E DIFFONDI L’APPELLO per una manifestazione
nazionale il 6 dicembre a Roma
CON IL POPOLO IRACHENO CHE RESISTE
per adesioni indica nome, cognome e citta’ scrivendo
a: IRAQlibero@libero.it
Siamo gia’ a 600 firme! (in fondo al messaggio il
testo dell’appello e la lista dei firmatari)
FIRMATARI DELL¹APPELLO al 6 ottobre 2003
(...)
Piemonte
Costanzo Preve, Torino (ex-filosofo marxista
collaboratore dal 1997 della Rivista Indipendenza, dei
Comunitaristi ed ora di Socialismo e
Liberazione)=fascista, provocatore o rincoglionito?
Toscana
Enrico Galoppini, Pisa (negazionista, fautore
dell’alleanza antiebraica tra Islam e Fascismo, in
questo senso "antiamericanista", collaboratore di
tutte le riviste più schifosamente nazi-fasciste)
– Miguel Martinez, Firenze (ex-combattente fascista
per le dittature in America Latina, come Delle
Chiaie...)
Umbria
Moreno Pasquinelli, portavoce del campo
Antimperialista (non trovo parole, fatelo voi...)
Lazio
Tiberio Graziani, Roma (scrive nella casa editrice AR
di Franco Freda, insieme a Mutti, Colla e gentaglia
varia; parentucolo della famiglia Graziani, X-mas il
padre e Meridiano Zero il figlio)
– Biagio Cacciola,
Fiuggi (ex-FUAN nel ’77, poi segreteria nazionale di
Fiamma Tricolore, poi uscito e fondatore di
"Socialismo Tricolore" all’interno del Nuovo PSI) -
Maurizio Neri, Roma (bastardo arrestato per la strage
di Bologna insieme alla Mambro, Fiorvanti, Signorelli,
Fiore e Morsello, poi diventato Fronte Nazionale
(Rosso è Nero) una volta uscito con Tilgher da Fiamma
Tricolore, ora capo dei Comunitaristi)
Dall’estero
- Serge Thion, Parigi, Francia (to’ anche all’estero
pizzicano questi bavosi...come mai? Questo è un noto
nazista, revisionista, negazionista dell’olocausto e
della gassazione degli ebrei come Faurisson; vicino
agli ambienti neo-nazi del tradizionalismo cattolico)
Aspettiamo con ansia Mutti, Murelli, Colla, Delle
Chiaie e Fioravanti...
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http://www.corriere.it/edicola/index.jsp?path=INTERNI&doc=MAGDI
«L?Occidente per noi è un nemico» Così gli estremisti ora si alleano
Il rischio di un fronte comune tra integralisti religiosi e gruppi di neofascisti e di ultrasinistra
ROMA - Chiamiamole pure esercitazioni congiunte degli estremisti delle varie provenienze: schegge di comunisti, fascisti, no global, animalisti, cattolici scismatici, islamici. Uniti dal collante dell?ostilità, dell?odio e della violenza: antiebraismo, antiamericanismo, antisistema, antiglobalizzazione. Alcuni devoti persino a nuovi miti contemporanei: i kamikaze islamici, Osama Bin Laden, gli irriducibili della lotta armata. Tra essi anche i credenti in un sistema di valori radicali: l?esaltazione del sacrificio estremo della vita, lo scontro frontale costi quel che costi, la guerra ad oltranza come fine a se stessa. Potremmo essere alle prove generali dell?esordio di una Internazionale degli estremisti globalizzati. Che hanno abbattuto il loro Muro, accantonato le divergenze ideologiche, suonato le sirene dell?allarme generale, serrato le fila degli intellettuali, militanti e combattenti. Sottomettendosi a una unica priorità: sconfiggere insieme il nemico comune. Ebbene tutto ciò ci riguarda assai da vicino. Perché è proprio qui in Italia che si sta sperimentando l’inaudito sodalizio tra le varie anime della galassia degli estremisti contrari a tutto e a tutti. Scena prima. Per la prima volta, negli scorsi giorni, è stata lanciata una campagna di sottoscrizione a favore dei combattenti antiamericani in Iraq.
Lo slogan recita: «Dieci euro a testa per la resistenza irachena». L?iniziativa è del Campo Antimperialista. Con questa motivazione: «Tanti, tantissimi, comprendono che la resistenza irachena contro gli occupanti imperialisti è giusta e legittima. La Resistenza è ai suoi primi passi, è nella fase delicata, embrionale, in cui deve raggiungere una più ampia massa critica e unirsi in un fronte unito, creare un comando generale. In questo contesto è più che mai importante l?appoggio internazionale».
Il Campo Antimperialista aveva organizzato dal 31 agosto al 6 settembre scorso ad Assisi un raduno di militanti radicali convenuti dall?Italia e dall?estero. I relatori erano sia di estrema sinistra sia di estrema destra, sia laici sia integralisti islamici. Tra loro c?erano Moreno Pasquinelli, Miguel Martinez, Hamza Roberto Piccardo, Carlo Corbucci. Quest?ultimo, un convertito all?islam, avvocato, lo scorso mese ha dato alle stampe un libro dal titolo «Il terrorismo islamico in Italia, Realtà e finzione». Vi si teorizza il sodalizio tra gli islamici e i no global.
Scena seconda. Dopo l?attacco «selettivo» israeliano dello scorso 6 settembre, da cui si è salvato il leader spirituale del movimento islamico palestinese Hamas, la Comunità politica di Avanguardia (estrema destra) ha fatto affiggere sui muri di diverse città un manifesto dal titolo «Lunga vita allo sceicco Ahmed Yassin, Lunga vita a Hamas». Sempre in caratteri grandi vi si legge: «Israele non capisce il linguaggio del dialogo, ma solo quello della guerra e del sangue». Segue una apologia e esaltazione dei kamikaze islamici: «Il nostro abbraccio fraterno a chi offre la sua vita in combattimenti impari di fronte a un nemico infinitamente superiore militarmente, ma totalmente inferiore sul piano morale. Per il loro generoso ed eroico sacrificio il nostro affetto e rispetto eterno».
L?apparizione di questo manifesto ha coinciso con l?avvio di alcuni incontri tra i militanti dell’estrema destra e dell’estrema sinistra, riservati formalmente a questioni ecologiche e animaliste.
A conferma del flirt tra gli opposti estremismi, Leonardo Fonte, il fondatore della Comunità politica di Avanguardia, in una sua recente dichiarazione pubblica ha espresso «ammirazione e solidarietà a Nadia Lioce per la coerenza politica dimostrata».
Scena terza. Entriamo nel forum promosso da Al Awda (Il ritorno), gestito da Suzanne Sheidt. Anche qui si confrontano personalità che fanno riferimento a estremismi diversi. Vi si ritrovano gli stessi nomi del Campo Antimperialista. Il sito si presenta così: «Al Awda si fa portavoce del diritto dei palestinesi di ritornare nella loro patria e di rientrare pienamente in possesso delle loro proprietà confiscate e distrutte». E? quel «pienamente» il passaggio cruciale. Per la Sheidt significa sostanzialmente la negazione del diritto di Israele all?esistenza, perché a suo avviso tutta la Palestina mandataria dovrebbe andare ai palestinesi. Israele, afferma la Sheidt «è solo l?appendice della grande potenza americana spinta dentro il Medio Oriente per destrutturare il mondo arabo».
Scena quarta. Fervono i preparativi per la preparazione di una manifestazione a Roma il 6 dicembre a favore della resistenza irachena. In un appello si legge: «La battaglia che si svolge in Iraq ha un?importanza storica. Se gli occupanti angloamericani saranno cacciati, se il popolo iracheno riuscirà a liberarsi di loro, le pretese imperiali e imperialiste nordamericane, l?idea di trasformare il mondo intero nel loro orto di casa, subiranno un colpo fatale. La sconfitta degli occupanti angloamericani sarebbe dunque una vittoria per tutti coloro che nel mondo lottano per la democrazia, l?autodeterminazione e la libertà dei popoli che non vogliono essere sottoposti al giogo imperiale».
Ora è chiaro che gli estremisti di tutti i colori concordano sull’opportunità di creare un fronte comune per sconfiggere gli americani in Iraq. Di grande interesse il dibattito che si sta sviluppando tra i militanti nella rete. Sul sito del Campo Antimperialista uno di loro protesta: "Perché per colpire meglio la destra ve la portate al campo e gli fate fare le conferenze? Perché dare spazio a chi propone un’adesione al manifesto Fiamma Tricolore in vista delle prossime elezioni europee 2004 come Enrico Galoppini? Perché dare spazio a Miguel Martinez che pubblica sulla rivista Orion di Maurizio Murelli estremista di destra. Sicuri di voler colpire la destra? Ci state collaborando con la destra!".
Replica Galoppini, responsabile del sito Al Jazirah.net e delle Edizioni del Veltro: "Mi permetto di osservare che insistendo troppo con la similitudine con la resistenza al fascismo, si rischia di tenere lontane molte persone che non si sentono «di sinistra». Tutti d’accordo sul fatto che se uno non si sente «di sinistra», non è detto che 1) si senta «di destra» o, peggio, 2) sia un mostro a sette teste. Molti avvertono come non più dilazionabile un impegno fattivo contro il pericolo n. 1 del nostro tempo. E, considerato che il pericolo n. 1 ha legioni di lacchè e di indifferenti («di sinistra», «di destra» e «di centro») che portano acqua al suo mulino, non mi pare il caso di giocarsi potenziali aderenti e simpatizzanti non "di sinistra" per due o tre riferimenti a fascismo e nazionalsocialismo".
Anche all?interno del forum di Al Awda, Claudio Tullii, che gestisce il sito «Materiali resistenti», difende la linea di apertura ai fascisti. Replicando a Fulvio Grimaldi, giornalista ex Rai, presidente del Comitato internazionale di difesa di Slobodan Milosevic, afferma: «Già da tempo anche qui si è fatto un serio discorso sul superamento della dicotomia destra-sinistra. Io personalmente provengo dalla sinistra estremissima ma non mi sento di sputacchiare a priori contro chi, da destra (non quella di Alemanno o Fini) fa un discorso che collima con il mio al 98 per cento... Io non sono un integralista come te caro Grimaldi... Io considero uomini anche quelli che tu chiami topi di fogna... e anche il buon Hitler... non aveva tutti i torti...».
Sottoscrizioni a favore della resistenza irachena, campi di indottrinamento ideologico, manifesti inneggianti ai kamikaze islamici, dibattiti accesi nei forum sulla rete. E? qui che sta prendendo corpo la nuova realtà del sodalizio tattico tra i vari estremisti del nostro Paese. Dove si forgia un nuovo tipo di militante che ha una sola priorità: colpire l?America e Israele. Per ora siamo alle convergenze politiche. Ma il pericolo di degenerazioni non va sottovalutato».