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L’onda nera

Publie le martedì 4 novembre 2003 par Open-Publishing

VALENTINO PARLATO

Contro «l’autunno caldo», che si è avviato con gli scioperi dei lavoratori e di tutti i sindacati,
si è scatenata, in queste settimane, una controffensiva decisivamente nera, che fa appello ai
sottofondi più oscuri e mefitici della nostra nazione, a quello che è il fondamento di massa del
berlusconismo. Ogni pretesto è buono. Abbiamo cominciato con la storia del crocefisso di Ofena. E’
servita a scatenare un’ondata a dir poco sanfedista, ma che ha messo in imbarazzo anche forze laiche e
di sinistra. Il rispettabile crocefisso è stato agitato come una clava ed è stato bandito da gente
che forse va a messa la domenica, ma che ha poco a che fare con il messaggio cristiano: sepolcri
imbiancati.

C’è stata l’assoluzione piena di Giulio Andreotti dall’accusa (un po’ fantasiosa) di essere il
diretto mandante dell’omicidio Pecorelli con una indiscutibile sentenza della Cassazione, cioè da
parte di magistrati definiti matti o antropologicamente deviati dal nostro attuale presidente del
consiglio. Ovviamente nessuno ricorda che la relazione Violante, fu votata anche dai Dc, da Bossi e
non da Fini, che la giudicò addirittura troppo blanda. Ma ciò non impedisce a Forza Italia e
caudatari vari di condannare le terribili macchinazioni della sinistra e della magistratura: invece di
apprezzare e di dare atto a Giulio Andreotti di non aver sollecitato nessuna Cirami.

Per ultimo ci sono stati i risultati delle indagini sui delitti D’Antona e Biagi. Vale sempre la
presunzione di innocenza, e l’operazione in corso non appare una montatura. Ebbene, anche in questo
caso, invece di congratularsi parcamente con Pisanu è esplosa la richiesta di una commissione di
inchiesta sulla collusione tra terrorismo e sindacati e movimento. L’obiettivo chiaro è quello di
criminalizzare tutti coloro che difendono i propri diritti e non accettano lo stato di cose
esistente. Andreotti non è il mandante dell’omicidio Pecorelli, ma è assai probabile che Epifani,
Pezzotta e Angeletti siano i mandanti degli assassinii di D’Antona e Biagi. Un tentativo di questo tipo
era già stato fatto, a suo tempo, contro Cofferati.

I fondamenti di questo incredibile attacco stanno nel fatto che alcuni degli arrestati
frequentavano i centri sociali o i sindacati, di base e non. Ma, siamo seri, c’è qualcuno che pensa che le
persone in questi giorni sotto accusa potessero frequentare la Canottieri Lazio o il Circolo della
Caccia? Casomai questi luoghi sono frequentati dai delinquenti di alto bordo, i cosiddetti
«intoccabili». E’ egualmente del tutto ovvio che gli eventuali terroristi cercassero riparo nel mondo dei
movimenti, centri sociali e via discorrendo... Ma da questo alla criminalizzazione ce ne passa: in
uno stato ben ordinato avrebbero dovuto essere le forze dell’ordine a garantire i centri sociali
da queste infiltrazioni. Ma se l’infiltrazione motiva e favorisce l’offensiva criminalizzante della
destra sono gli stessi compagni del movimento che debbono avere, per quanto possibile, maggiore
attenzione. Coscienti di essere l’acqua preferenziale per chi pensa di aiutare il progresso sociale
con gli assassinii, debbon individuarli e respingerli: la destra che intende fare strame della
stessa democrazia borghese vuole usarli come un cavallo di troia. Comprendo che tutto ciò possa
provocare anche dolorosi problemi personali, ma è la durezza dei tempi che lo impone.