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LITTORIO FELTRI O DELL’INDEGNITA’

par lucio galluzzi

Publie le mercoledì 26 febbraio 2014 par lucio galluzzi - Open-Publishing

GLI INSULTI ALLA MEMORIA DI MEREDITH KERCHER SECONDO IL METOBO BOFFO




Ieri sera su "la7" è andata in onda una puntata di Linea Gialla, il programma di Salvo Sottile, che prima era Quarto Grado su Rete4.

Ospite della trasmissione Raffaele Sollecito, condannato dalla Corte d’Appello di Firenze a 25 anni per l’omicidio di Meredith Kercher; la sua ex fidanzata, Amanda Knox di anni se n’è presi 28 e sei mesi: omicidio in concorso più diffamazione nei confronti di Patrick Lumumba, dalla stessa indicato e fatto arrestare come "assassino", risultato poi estraneo ai fatti e liberato.

L’unico in carcere per il crimine di Preugia è Rudi Guede, ivoriano, sta scontando 16 anni nel carcere di Viterbo; ha ottenuto da pochi giorni il regime di semilibertà per poter studiare Storia e incontrare il proprio tutor, ma fino ad oggi ha rinunciato ad ogni permesso; decisione che pare presa dopo la sentenza di condanna dei due ex fidanzatini.

Nel teatrino macabro delle trasmissioni come Linea Gialla c’è l’uso, disdicevole, di fare finta d’essere come in tribunale; così invitano personaggi innocentisti e loro contrari, qualche psicologo di Comunione e Liberazione, la moglie dell’ex margherito sindaco di Roma, gli immancabili criminologi, direttori di giornali scandalistici e chi più ne ha ne metta, li infilano anche dentro i plastici che ora sono diventati veri e propri set televisivi a grandezza naturale.

Poi cominciano il loro processo ribadendo però sempre: "noi non intendiamo sostituirci alla Magistratura e neppure criticare le sentenze, vogliamo solo essere un servizio di supporto alle indagini..."

Raffaele Sollecito ieri sera era "accusato" dalla criminologa Roberta Bruzzone e "difeso" da Vittorio Feltri, sì proprio lui, quel Vittorio, improbabile giudice del dibattimento lo stesso autore del programma Salvo Sottile.

Troppe volte, direi sempre, questi format si dimenticano delle vittime, che si chiamano morti ammazzati, trucidati, torturati, sepolti e portati via alla vita e ai propri cari; sembra ignorino pure che i parenti e gli affetti dei morti ammazzati stanno guardando la trasmissione e che l’etica personale prima e deontologica dopo impone l’obbligo, inderogabile, del rispetto di chi non c’è più, della sua memoria e non solo.

Meredith Kercher aveva 22 anni, era in Italia a studiare con il progetto Erasmus, è stata trovata morta il 2 novembre 2007.


Il suo corpo era nel letto, coperto con un piumone, la camera zeppa di sangue a pozze, anche sui muri.

Su Meredith vengono trovate 48 ferite d’arma da taglio o punteruolo, colpi non mortali, ma d’accanimento degli assassini, tipiche della tortura, lei si è anche difesa a lungo, stuprata frettolosamente viene poi sgozzata e lasciata morire dissanguata.

Non basta: qualcuno, più di una persona, altera la scena del crimine per depistare, anche il corpo di Meredith subisce ancora spostamenti, acconciamenti.

Il sangue nel corridoio e in altri ambienti, tranne nella camera della vittima, viene accuratamente dilavato, impronte di piedi insanguinati per casa di più di una persona, anche nella camera di un’altra studentessa coinquilina della villetta.

Sollecito, ieri sera, era in televisione per difendersidalle accuse, come è giusto che sia, fino a sentenza definitiva, pru condannato d’appello, non è colpevole.

Pure suo padre ha fatto il dovere di genitore difendendolo, è il figlio, condannato a 25 anni, per omicidio in concorso.

L’inaccettabile è che quel Vittorio Feltri, visibilmente disturbato, compulso, prima con battutine complici rivolte al Sollecito, sorrisetti dei dei due "capisci ammè", strizzatine di occhi altre amenità verbali come è abituato il poveretto, si cali poi nello squallore dell’insulto alla memoria di Meredith.

Tutto comincia con una domanda di Sottile a Sollecito, che cosa piaceva a lui di Amanda.

E lui risponde: "E’ una ragazza che vive come sempre immersa in una fiaba, riesce anche a commuoversi per il cinguettìo di un uccello".

E lì partono le risate, Feltri e Sottile, come i bimbi alle elementari non resistono alla parola "uccello", se la ridono, non riescono a contenersi; pure il Sollecito è divertito.

Poi il Feltri diventa tutto paonazzo, comincia a sbraitare, si nota la dentiera superiore che gli si sta staccando, si porta la mano per nascondere l’inghippo e: "Com’è possibile che questo ragazzo sia condannato a 25 anni solo per una serie di calunnie? E’ vergognoso che la magistratura funzioni così. Io ho terrore dei magistrati! Non parlatemene, ma cacchio ci rendiamo conto? Non c’è uno straccio di prova e lo condannano?"

Raffaele è soddisfatto, sorride contento.

C’è intesa tra i due.

Anche tra Sottile e Sollecito c’è intesa amicale, si danno del tu.

Ancora Feltri: "Ma questo [il Sollecito, NdA] è un bel ragazzo, aveva tutto, era felice in quel periodo, e la Meredith, diciamolo chiaramente... se lui la voleva se la poteva prendere come desiderava... anche perché quella ragazza non era... poi mi pare così difficile... no?"

Nessuno lo ferma, solo la Bruzzone lo guarda sconvolta.

Continua il Vittorio: "Un bel ragazzo così... che motivo aveva di uccidere una come quella? Che dai, insomma, non era poi un granché... la si vede lì nelle foto..."

Ecco questo è Vittorio Feltri, lui che si scandalizza della "diffamazione" che rovina un ragazzo, peraltro bello, accusato d’aver ucciso una facile e pure brutta, secondo lui.

E’ lo stesso Feltri del metodo Boffo, l’ex direttore di Avvenire che lui diffamò a mezzo stampa, con veline false, accusandolo di omosesualità e stalkeraggio nei confronti di un uomo sposato, che si dimise per la ’vergogna’.

E’ l’identico Feltri delle calunnie a Di Pietro, sempre a mezzo stampa, poi rettificate con le scuse.

Sospeso dalla professione per i metodi offensivi alla deotologia professionale.

Da che pulpito scende la lezione sulla calunnia contro Sollecito!

Non contento delle figure squallide che si era già fatto, si rivolge ancora a Raffaele e: "Ma dimmi la verità, tu a quella te la volevi scopare?"

Meredith così da vittima martoriata diventa oggetto del lurido ludibrio di un povero disgraziato, colpevole lei d’essere brutta, facile, diversa dal bel ragazzo che tutto poteva avere, che stava con una gran figa come la Amanda, quindi è innocente.

Meredith è colpevole lei, perché tanto è morta, macellata e sepolta, magari si è anche assassinata e suprata da sola... e si sa poi che ’i belli non fanno del male’.

Peccato davvero che lei ’signor’ Feltri sia davvero un orrore, fuori, ma soprattutto dentro.

Non servono neppure le scuse postume dopo offese così profonde alla memoria di una ragazzina trucidata, nè le sue, tantomeno quelle dell’autore della trasmissione.

Chi scrive è contrario alla censura, perché censurare non permette di vedere la bassezza di persone come lei, ma certe luridate devono essere cancellate da ogni palinsesto, così come devono essere mandati a casa quelli che ospitano i Feltri di turno, non per censura: è una questione di buon gusto e di Stile.

Deponga la penna e la smetta di macchiare.


in memoria di Meredith Kercher












Lucio Galluzzi
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