Home > La discesa in campo musicale Berlusconi statista-chansonnier
La discesa in campo musicale Berlusconi statista-chansonnier
Publie le domenica 2 novembre 2003 par Open-Publishingdi Beppe Lopez
Da oggi il nostro Paese, ancora una volta grazie a Berlusconi, potrà vantare ufficialmente un
nuovo primato: quello di avere un premier autore di canzoni. Ma non a livello amatoriale, sia chiaro.
A livello professionale. Da oggi è in vendita, nei migliori negozi di musica italiani, un Cd che
ha già avuto una copertura mediatica, che nemmeno Madonna o Bocelli si potrebbero permettere (e per
il quale si prevede una promozione tra le più formidabili che si ricordino a memoria d’uomo: si
comincia domani, con una comparsata in prima serata, su Rai Uno, da Panariello). L’etichetta è di
una major, l’Universal. «Quel che colpisce è la sontuosità della produzione e del suono, con
professionisti di prim’ordine» (La Stampa). Il titolo - personalmente scelto dal coordinatore nazionale
di An, Ignazio la Russa è: "Meglio una canzone". Quattordici composizioni, otto in dialetto
napoletano e sei in italiano. Musica del "posteggiatore" Mariano Apicella, testi di Silvio Berlusconi e
di Rino Giglio, o come pare sarebbe più esatto dire: versi di Giglio, "emendati e corretti dal
premier, che lavora con un vocabolario italiano-napoletano a portata di mano". Ma c’è poco da
sottilizzare: è il Cd di Berlusconi e del posteggiatore alle sue dipendenze da due anni.
«Ha fatto il disco per aiutare me e la mia famiglia», dice il miracolato Apicella. Ma il disegno
berlusconiano sembra più ambizioso. Tanto è vero che la coppia ha da parte altre trenta canzoni,
pronte per nuovi Cd. E che presto il premier si canterà da solo un intero Cd, di cui è prevista una
distribuzione a tappeto fra parenti, amici, estimatori, compari d’avventura, dirigenti delle sue
aziende, colleghi di partito e di centrodestra, statisti di mezzo mondo eccetera eccetera.
L’immagine del premier che scende in campo nel mondo della canzone, o meglio che vi ridiscende, è
accreditata dai suoi sondaggisti come un efficace fattore di raccolta e recupero di consenso e simpatia. E
di questi tempi, pare che il Cavaliere ne abbia un po’ bisogno.
Le canzoni sono autobiografiche. Ne viene fuori "un premier-chansonnier focoso e tormentato,
romantico e tenerone". Ma non solo (come rileva Libero) Silvio Berlusconi «è un uomo straziato per
amore, osssessionato dalla gelosia», senza contare che «il sesso domina in due pezzi».
Così abbiamo versi come: «Senza te io non so più vivere/ io so che forse mi farai soffrire/ però
io non ti lascerò partire/ anche se dovrò lottare/ fino alla fine t’amerò». Oppure: «Sei un’idea
fissa come una pazzia/ tutte le notti mi fai compagnia/ devi tornare mia». E ancora: «Dint’a stu
core tengo sul’a ttè/ te voglio bene ma me faie suffrì/ te voglio beme ma me faie ’mpazzì/ me guarda
e ride e nun me vuo’ sentì/ quanno te guardo nun rispiro cchiù/ Sì troppo bella e ’o ssaie pure
tu». Passando al sesso: «Ma come fai a darmi questi baci che mi dai/ a farmi far l’amore come sai/
ma come fai!». E infine: «Respiro il tuo respiro/ dolce dolce che mi sfiora/ e questo tuo profumo/
dentro le lenzuola/ ti voglio! Proprio ora».
Apicella garantisce: il premier si ispira e rivela il suo amore, la sua passione e la sua gelosia
proprio per sua moglie, Miriam in arte Veronica. «E’ un poeta vero... Due versi di ’A gelusia, la
sua preferita e più autobiografica, sono identici a una poesia di Totò? E’ vero, ma lui non li
conosceva». Eppure le prime critiche al Cd non sono propriamente entusiastiche. «Disco ben suonato,
pulito e poco più... Le sonorità viaggiano fra il night caprese-ischitano anni ’50 e la melodia
italiota anni ’60. Le liriche? Acqua fresca» (Il Mattino). «Un disco per così dire all’antica... Tre
o quattro episodi accettabili o carini, in un mare di cose banalotte che si rifanno alla
tradizione della melodia italiana e napoletana... Scrittura avara di sfumature».
Tutto, come si sa, al ristorante dell’Hotel Vesuvio. Naturalmente, era ’na sera ’e maggio:
esattamente il 27 maggio 2001. Apicella accordava la chitarra. Improvvisamente lui, il Cavaliere, uscì
dall’ascensore con Fini, Buttiglione e Martuscello (era la sera del ballottaggio fra i due candidati
sindaci: andò malissimo per Martuscello e benissimo per il centrosinistra e per la Rosa Russo
Jervolino). Lui gli si avvicinò: «Lo sa che ho fatto il suo stesso lavoro?». Gli chiese quindi di
suonare al suo tavolo e alla fine, soddisfatto: «Vuole girare un poco con me quando stacco la spina?».
Contratto per un anno. Poi rinnovato. «Il dottore, anzi la sua segretaria, mi prenota le serate e
io corro, a Milano come in Sardegna. Un natale mi "regalò" alla buonanima dell’avvocato Agnelli».
Ma di regali ce ne sono stati soprattutto per lui: una chitarra spagnola, un orologio per Natale,
una foto del Cavaliere in cornice d’argento e, ora, il Cd. Ma questo in effetti è un regalo non
solo per Apicella ma per tutti noi, compreso Putin.