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Lampedusa:la clandestinità li uccide

Publie le martedì 21 ottobre 2003 par Open-Publishing

21.10.2003
Lampedusa, il comboniano Poletti: «È la clandestinità che li uccide»
di Lorenzo Misuraca

«Io credo che siamo di fronte ad una tragedia epocale. Un continente d’immigrati in movimento ci chiede un cambio di prospettiva, ci chiede di non arroccarci». Padre Giorgio Poletti, missionario comboniano di Castel Volturno, protagonista di molte battaglie a lato degli immigrati (come quando a giugno scorso s’incatenò alla questura del suo Comune per il diritto di soggiorno dei migranti), commenta la tragedia di Lampedusa con la consapevolezza di chi sa che il problema immigrazione va oltre l’emergenza degli sbarchi.

L’Italia dovrebbe garantire accoglienza agli immigrati che respinge.

«L’Italia si comporta come la fortezza assediata del Deserto dei Tartari di Dino Buzzati. Concentrata nella difesa della propria identità "lumbard". Bisogna mantenere la propria identità, ma coniugarla con l’universalità, inevitabile oggi».

Per i comboniani, oltre l’emergenza degli sbarchi, c’è un problema strutturale sulla gestione dell’immigrazione.

«È necessario avviare un nuovo percorso di regolarizzazione degli immigrati. Il vero problema è il mondo sommerso dei cosiddetti irregolari che ci sono in Italia».

Lo Stato cosa fa?

«Lo Stato sta favorendo indirettamente la criminalità. È normale che una persona senza casa, senza cibo, senza lavoro, senza nessuno accetti la proposta del primo mafioso, o camorrista, che viene».

E i comboniani?

«Il 15 novembre rilasceremo agli immigrati davanti le questure di tutta Italia "i permessi di soggiorno in nome di Dio". I permessi naturalmente sono simbolici, ma servono per richiamare l’attenzione del mondo cattolico e laico sul tema della regolarizzazione degli irregolari. Dobbiamo spingere affinché si passi da una logica di repressione ad una logica d’accoglienza».

L’apertura di Fini sul voto agli immigrati è un passo avanti in questa direzione?

«I politici vanno secondo l’onda. Gli immigrati sono merce di scambio per i voti. Certo, siamo contenti se agli immigrati viene data la possibilità di votare, ma il vero punto è la regolarizzazione dei "clandestini"».

Ma non è rimasto sorpreso dal fatto che il dibattito sul voto agli immigrati sia stato aperto proprio dal segretario di Alleanza Nazionale?

«Certo, rimango dubbioso sul fatto che la proposta sia arrivata da "quella" persona in "quella" situazione...».

Quale situazione?

«Beh, come dicevo prima... per i politici gli immigrati sono merce di scambio per i voti».

Tutti i politici?

«No, ci sono politici che dimostrano una maggiore attenzione sul problema. Per esempio, non possiamo dimenticare che la sinistra ci ha sempre appoggiato durante le nostre battaglie, come quando a giugno ci incatenammo davanti alla questura di Castel Volturno, o quando consegnammo a Pisanu 50.000 cartoline a favore della regolarizzazione degli immigrati. È chiaro che se Il Corriere della Sera pubblica un trafiletto, mentre L’Unità dedica un’intera pagina all’argomento...».

...C’è molta differenza. Allora l’appuntamento è per il 15 novembre?

«Si, davanti le questure di tutta Italia. E mi raccomando, abbiamo bisogno anche della stampa per rilanciare un percorso nuovo di regolarizzazione per i migranti».

Da L’Unità 21-10-03