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Lettera di Dario Fo e Franca Rame sulle frequenze televisive
Publie le venerdì 16 gennaio 2004 par Open-PublishingBerlusconi nel 1985 aveva solo una rete di televisioni locali che
trasmettevano non contemporaneamente gli stessi programmi.
Era una furbata che permetteva di violare la legge, visto che allora
era vietato a soggetti privati di possedere televisioni nazionali.
Ma Berlusconi si mette d’accordo con Craxi che gli fa un
decreto legge apposta. E fin qui, lo sapevamo già...
Cosi’ Berlusconi ha finalmente tre televisioni nazionali vere.
Ma molti storcono il naso perchè, essendo possibili solo 11
reti nazionali, e’ un po’ anomalo che un solo imprenditore se
ne prenda tre. Non siamo nel Far West che il primo che arriva si prende tutto...
Nel 1994 la Corte Costituzionale con la sentenza 420, stabiliva in difesa
del pluralismo, che un unico soggetto privato non potesse detenere tre
reti nazionali, concedendo un periodo di transizione e rimettendo il
problema al legislatore per una soluzione definitiva entro e non oltre
l’agosto 1996. Arriva il 1996, scade nell’indifferenza generale la
decisione della Corte Costituzionale e Berlusconi continua ad avere tre Tv.
Nel 1997 la legge Maccanico stabiliva che un soggetto non potesse detenere
più di due reti e che, finchè non ci fosse stato un "congruo sviluppo" via
satellite e cavo, Rete4 avrebbe potuto continuare a trasmettere via etere,
quest’ultima decisione in palese contrasto con le decisioni della Corte
Costituzionale che aveva deciso per un termine definitivo entro l’agosto 1996.
D’Alema, una volta diventato capo del governo, decide di risolvere la
questione e indice una gara per l’assegnazione delle concessioni delle
reti nazionali. La commissione nominata dal Ministero e’ presieduta
da un avvocato di Mediaset. Berlusconi si aspetta che finalmente
possa detenere legittimamente, con un regolare mandato dello
Stato, le sue tre reti e relative frequenze. Nel luglio 1999 si svolge
questa gara d’appalto, per partecipare si richiedono requisiti spaventosi e
sembra chiaro che nessuno riuscirà a scombinare i giochi.
Invece, colpo di scena.
Arriva un tipo con uno scatolone enorme pieno di documenti
e dice: "Buon giorno sono Francesco Di Stefano di Europa 7,
vorrei due reti nazionali, grazie."
Panico! E chi e’ questo? E’ pazzo? No, non e’ pazzo, e’ il loro peggior incubo.
Iniziano a mettergli i bastoni tra le ruote: "Le manca il certificato 3457!"
"No e’ qui!" "Il modulo 13 bis compilato in 8 lingue?"
"Ne ho due, bastano?"
Ma poi trovano la furbata: "Il bando di gara richiede di avere 12 miliardi
di capitale versato per rete, lei ne ha solo 12, può chiedere una sola Tv."
"Balle!" Risponde il signor Di Stefano, "dodici miliardi sono per
concorrere non per ognuna delle due frequenze".
Ricorre al Tar e poi al Consiglio di Stato e vince.
Insomma alla fine gli devono dare una concessione per una rete nazionale e
presto anche una seconda perchè ne ha diritto e a Berlusconi ne tolgono
una, non che la debba chiudere, deve traslocarla sul satellite che ormai
e’ ricevuto da 18 milioni di italiani.
Ma a questo Di Stefano non gli vogliono dare proprio niente.
Evidentemente lui deve essere uno che da piccolo lo
allenavano ad abbattere i muri con la cerbottana perchè avvia una
serie di procedimenti giudiziari spaventosa. Ingiunzioni, diffide, cause
penali, civili, regionali, Commissione Europea. E vince tutti i
ricorsi, tutti gli appelli, tutte le perizie.
E alla fine arriva alla Corte Costituzionale che nel novembre 2002,
sentenza numero 466-2002, ha stabilito inequivocabilmente che:
– Retequattro, dal 1 Gennaio 2004 dovr emigrare sul satellite
– le frequenze resesi disponibili dovranno essere assegnate a Di Stefano!
L’avete sentito dire al telegiornale?
Abbiamo chiesto a Di Stefano come si sentisse in questa storia e ci ha
risposto con un lieve sorriso:
"Nonostante siano trascorsi ben nove anni dalla decisione della Corte
Costituzionale, Mediaset continua a detenere e utilizzare appieno tre reti
nazionali su un totale di sette concessioni assegnate sulle undici
assegnabili (comprese quelle Rai). Il fatto che un soggetto, a cui e’
stata data una concessione (in concessione si da’ un bene pubblico, in
questo caso le frequenze), non riceva poi materialmente il bene e’ un
avvenimento che non ha precedenti al mondo.
Nel luglio 1999 Centro Europa 7 aveva fatto richiesta di due concessioni,
una (Europa 7) l’ha ottenuta, per l’altra (7 Plus) c’e’ stato un diniego,
in quanto non ritenuta idonea per la mancanza del requisito del capitale
sociale. Una sentenza del Consiglio di Stato ha riconosciuto esistente il
requisito del capitale sociale, per cui siamo in attesa di una seconda
concessione, anche se il Ministro Gasparri prende tempo.
Nel frattempo Centro Europa 7 per iniziare le trasmissioni, si e’ dotata
di una struttura di oltre 20.000 mq, di otto grandi studi di registrazione
per le proprie eventuali produzioni, di una library di oltre 3000 ore di
programmi e di tutto ciò che e’ necessario per una rete televisiva
nazionale con 700 dipendenti.
Questa preparazione e’ stata necessaria poichè la legge stabilisce che,
entro sei mesi dall’ottenimento della concessione, la neo-emittente ha
l’obbligo di iniziare le trasmissioni.
Attualmente Centro Europa 7 e’ una società praticamente ferma, non ha
alcun introito, poichè non e’ stata messa in condizione di operare, ma ha
avuto, e continua ad avere, pesanti oneri per la gestione della struttura,
l’adeguamento della library, l’adeguamento tecnologico, le ingenti spese
legali, i costi dei dipendenti..."
Ma ora altro colpo di scena: Gasparri si sta muovendo per salvare Rete4.
Il D.D.L. Gasparri, art. 20 comma 5 e art. 23 comma 1, realizza in pratica
un condono, riconoscendo il diritto di trasmettere a "soggetti privi di
titolo" che occupano frequenze in virtù di provvedimenti temporanei,
discriminando cosi’ le imprese come Europa 7 che hanno legittima
concessione, il tutto sempre al fine di salvaguardare Retequattro.
Infatti, quest’ultima potrà continuare a trasmettere, in barba alla
sentenza del ’94 e del 2002 della Corte Costituzionale e della legge
249/97, pur non avendo ormai da quasi quattro anni la concessione,
mentre Europa 7 non potrà mai trasmettere, dimenticando
che nel luglio 1999 c’e’ stata una regolare gara dello Stato per assegnare
le concessioni, gara persa da Retequattro e vinta da Europa 7.
Si realizza quindi un ennesimo gravissimo stravolgimento del diritto.
In pratica, chi ha perso la gara (Retequattro) può continuare
tranquillamente a trasmettere, e chi l’ha vinta (Europa 7), perde
definitivamente tale diritto. Non vi sembra straordinario?
Travolti da un miracoloso afflato civico, i deputati del Polo bocciano
alla Camera dei Deputati il decreto Gasparri proprio laddove vuol tagliare
la gola a Europa 7.
E’ chiaro che le urla di Berlusconi di questi giorni sono anche per
ricompattare i suoi, che se lo mollano adesso...
Ora bisogna vedere cosa fa il Senato... e poi la legge deve tornare alla Camera...
E poi bisogna vedere se Ciampi la firma una legge del genere.
Saremmo all’oltraggio definitivo del concetto stesso di stato di diritto.
Un conto e’ fare una legge per non finire in galera, un conto e’ fare una
legge per prendersi qualche cosa che appartiene a un altro. Si comincia
cosi’ e poi si pretende il Jus Primae Noctis.
Quindi, cara cittadina, caro cittadino, sappi che in questo momento si sta
giocando una partita incredibile. Se questa legge passa quel che e’ tuo e’ suo.
Vedi tu se riesci a far girare questa mail.
Che secondo me anche solo se si sa in Internet un po’ li rende nervosi...
Che poi casomai gli viene di fare un altro passo falso...
Internet non conta niente in borsa ma siamo comunque una decina di milioni...