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Lo shopping di Berlusconi

Publie le lunedì 15 dicembre 2003 par Open-Publishing

Sarin, Tabun, Agente Arancio.

Sono solo alcune delle sostanze chimiche e radioattive ordinate dal
governo Berlusconi. Per fare cosa?
di G. Lannes
Armi nucleari, biologiche e chimiche, ovvero armi di distruzione di
massa.

Cercate (e non trovate) in Iraq, ce le potremmo ritrovare presto in
casa nostra. Il governo italiano ha dato ordine di acquistarle.
L’elenco completo non si trova in qualche documento segreto ma nel
supplemento ordinario della Gazzetta ufficiale numero 171 del 25 lug
corrente anno.

Con decreto 13 giugno 2003 il ministro della Difesa Antonio Martino
- "di concerto con il ministro degli affari esteri Frattini,
dell’Interno Pisanu, dell’Economia e delle Finanze Tremonti e delle
Attivita’ produttive Marzano" - ha approvato l’acquisto di "agenti
tossici chimici e biologici, gas lacrimogeni, materiali radioattivi,
relative apparecchiature, componenti, sostanze e tecnologie".
A pag 17 l’atto ministeriale specifica che i militari italiani si
devono dotare di "agenti biologici e sostanze radioattive adattati
per essere utilizzati in guerra per produrre danni alle popolazioni o
agli animali, per degradare materiali o danneggiare le colture o
l’ambiente, ed agenti per la guerra chimica".

In particolare si autorizza l’acquisto di gas nervini, tra questi
il micidiale Sarin (quello dell’attentato al metro’ di Tokyo del 20
marzo 1995), il Soman, il Tabun, il Vx. E ancora: "agenti vescicanti
per la guerra chimica: ipriti e
lewisiti". E poi continuando: "agenti inabilitanti e defolianti"
tra i quali anche i tristemente famoso Agente Arancio, utilizzato
dagli americani in Vietnam e i cui effetti devastanti si riscontrano
ancora sulla popolazione di questo paese.

Nell’elenco sono comprese anche "apparecchiature progettate o
modificate per la disseminazione delle sostanze chimiche" oltre a
"tecnologia per lo sviluppo, la produzione, l’utilizzazione degli
agenti tossici". Quanto al capitolo nucleare, l’autorizzazione non si
limita "al software in grado disimulare un’esplosione", ma fa
riferimento anche all’acquisto di "sostanze radioattive" e alla
costruzione di "impianti per l’ottenimento del plutonio 239 e loro
apparecchiature e componenti appositamente progettati e preparati".
Autorizzato anche l’acquisto di vari tipi di gas lacrimogeni in
funzione antisommossa.

Sulla vicenda il verde Paolo Cento ha indirizzato l’8 settembre
scorso una interrogazione parlamentare al ministro della difesa, che
pero’ non ha ancora ritenuto di dover rispondere.
"L’elenco e’ in contrasto con le convenzioni internazionali, scrive
Cento, perche’ e’ destinato a supportare azioni militari non solo
difensive ma anche offensive".