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MOBILITIAMOCI CONTRO LA MERCIFICAZIONE DELLA SALUTE

Publie le lunedì 1 dicembre 2003 par Open-Publishing

La salute è un diritto. E’ un bene irrinunciabile di tutti gli individui senza distinzioni che non
può essere messo in vendita al miglior offerente.

Deve avere carattere universale: non può essere privilegio di pochi e rappresentare nel contempo
la negazione per tanti, perché il diritto alla salute non si può scindere da quello alla vita.

Una società che non sa garantire a tutti il diritto a vivere - o che lo garantisce solo a pochi -
è una società barbara e incivile. La salute è un diritto sociale che deve essere garantito sempre
e al di fuori delle logiche di compatibilità economica e di profitto.

La scelta neoliberista dei governi europei di distruggere i Servizi Sanitari pubblici per
sostituirli con le aziende sanitarie private cancella l’universalità del diritto alla salute e lo rende
una merce tra le merci. La scelta di privatizzare i luoghi della cura, di rendere gli ospedali
fabbriche di prestazioni sanitarie, di stabilire quali prestazioni conviene erogare allo Stato e che
cosa devono pagare i cittadini per curarsi è una scelta che apre la strada alle assicurazioni
private, che oggi si limitano a proporre pacchetti integrativi ai livelli essenziali di assistenza
garantiti dai Servizi Pubblici, ma che domani diventeranno i canali unici di accesso alle prestazioni
sanitarie.

Una scelta economico-sociale che deriva da un modello in cui l’erogatore del servizio non è più lo
Stato ma un’impresa privata, che consente l’accesso alla cura sulla base del reddito e dei
profitti, arrivando persino a selezionare la patologia in funzione della sua convenienza.

Ci hanno spiegato che privato è bello ma più il processo di privatizzazione delle strutture avanza
più possiamo vedere che questo è falso.

E’ vero invece che questo serve a uccidere i servizi pubblici, tagliando i fondi e le risorse per
farli funzionare, chiudendo servizi e cancellando attività e funzioni, in particolare quelle
legate alla prevenzione, che dovevano essere obbligatoriamente garantite.

La privatizzazione dei Servizi è contro l’interesse dei lavoratori e dei cittadini: i primi vedono
messo in discussione persino il diritto a conservare il posto di lavoro. Ai secondi viene negata
sempre di più la qualità della assistenza, l’umanizzazione della cura e il rispetto della persona.

Questo processo ha chiaramente una dimensione globale: mai come oggi in Europa, come negli altri
continenti, si è parlato così tanto di privatizzazione e di commercializzazione dei servizi,
inclusa la sanità e la scuola. Un processo che ha già portato alcuni paesi come l’Argentina - che aveva
una Sanità pubblica di ottimo livello - alla distruzione totale del Servizio Sanitario Nazionale e
alla condizione di poter garantire solo livelli di assistenza da terzo mondo. E’ questo che
vogliamo? Possiamo assistere indifferenti alla cancellazione di un diritto così importante?

COBAS Sanità - aderente alla Rete Europea per il diritto alla Salute


RETE EUROPEA PER IL DIRITTO ALLA SALUTE

DOCUMENTO FINALE

Un anno dopo Firenze la Rete Europea per il diritto alla salute ripropone con forza la centralità
per il Movimento di assumere la Salute come diritto sociale, come tale universale e non
mercificabile. A Parigi abbiamo prodotto la trasformazione di una Carta di intenti come quella elaborata al
Forum Europeo di Salonicco in una piattaforma di lotta contro la privatizzazione e la distruzione
dei Sistemi Sanitari nazionali pubblici.

Esigiamo che l’accesso ai servizi debba essere gratuito e rispondente al fabbisogno di salute
delle popolazioni, sganciato da ogni forma di aziendalizzazione e di profitto.

Crediamo che i Servizi Sanitari debbano essere adeguatamente finanziati per garantire a tutti/e,
senza discriminazione: la promozione della salute, la protezione sociale, il rispetto per le
problematiche di genere, la prevenzione negli ambienti di lavoro e di vita, la cura, l’attenzione ai
problemi psichiatrici, la riabilitazione ed il reinserimento sociale di tutti gli stati di infermità,
l’umanizzazione dei processi di cura ed il rispetto dell’individuo in tutte le fase di relazione
tra sistema sanitario e cittadino. Vogliamo una politica europea sulle medicine trasparente,
indipendente dall’industria, sottoposta a controllo popolare.

Promuoviamo la costruzione di reti sociali che abbiano come obiettivo primario il riconoscimento
del diritto del cittadino alla partecipazione alla decisione ed al controllo di tutte le fasi del
processo sanitario.

Rivendichiamo una riorganizzazione dei Servizi Sanitari Nazionali - in vista anche delle
trasformazioni in atto in Europa e nei paesi dell’area - che rispetti e assicuri condizioni di lavoro
dignitose ed una adeguata formazione ai lavoratori della salute come premesse indispensabili per la
qualità delle prestazioni erogate. Siamo contro un trattato per la costituzione europea che non
include insieme ad altri fondamentali diritti il principio del diritto alla salute quale diritto
fondamentale senza vincoli di compatibilità economica.

Noi crediamo che costruire un percorso comune che unifichi i lavoratori, i cittadini, le
associazioni, i sindacati, i movimenti, costituisce un elemento essenziale nella rivendicazione del diritto
inalienabile alla salute.

Per conseguire questi obiettivi pensiamo che sia indispensabile allargare e consolidare le Reti
locali nazionali ed internazionali.

Proponiamo ai movimenti due campagne di mobilitazione:

1.. aumento dei fondi pubblici per la spesa sanitaria per garantire l’intero fabbisogno di
salute delle popolazioni;
2.. garanzia dell’accesso senza restrizioni a tutti/e al servizio sanitario pubblico.
Proponiamo di organizzare per il 1 dicembre una giornata di sensibilizzazione europea sui problemi
legati alla privatizzazione dei Servizi Sanitari e dichiariamo la nostra disponibilità a
partecipare come Rete alla giornata europea di mobilitazione che l’Assemblea dei Movimenti Sociali
organizzerà contro la privatizzazione di tutti i servizi pubblici, portando il nostro contributo di lotta
sulla specificità della salute.

Parigi 15 novembre 2003

Aderiscono alla Rete Europea per il diritto alla salute organizzazioni sindacali, associazioni di
difesa dei malati di Italia, Francia, Spagna, Grecia, Svizzera, Belgio, Ungheria, Turchia