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NON ABBIAMO BISOGNO DI INCENERITORI: Merone ed il Comasco come Acerra?
Publie le mercoledì 29 settembre 2004 par Open-PublishingComo, «We don’t need incineration!». Si è conclusa sulle note di una simpatica canzoncina la serata organizzata con Paul Connett sui rischi sanitari legati all’incenerimento dei rifiuti lunedì 27 ottobre dal Gruppo d’appoggio Greenpeace di Como al Liceo Volta.
Abbiamo chiesto a Alberto Buccino di Greenpeace di Como di raccontarci la serata con lo l’esperto americano che ha illustrato come sia opportuno e possibile lottare per “zero rifiuti”.
»É stata una serata con un relatore davvero speciale, Paul Connett, docente di Chimica generale alla St. Lawrence University di Canton, NY, considerato uno dei massimi esperti al mondo sull’argomento, che ha così concluso un ciclo di conferenze in Italia che lo hanno portato da Acerra, città simbolo della lotta agli inceneritori, a Firenze, a Como.
«Non abbiamo bisogno di inceneritori - il perché è molto semplice: gli inceneritori rappresentano uno spreco di risorse, ed un costo per la comunità, costo che viene investito nell’adeguare gli inceneritori e mantenerli «sicuri».
Connett ha evidenziato che il residuo dell’incenerimento assume la forma di ceneri, che rappresentano un ulteriore problema da smaltire, e soprattutto di composti gassosi particolarmente tossici, quali metalli pesanti e soprattutto diossina, che ha la particolarità di essere un composto particolarmente persistente e con la tendenza ad accumularsi nei grassi e nella catena alimentare, tanto che circa l’80 per cento dell’assunzione umana di diossina avviene per mezzo di latte, carne o pesce, provocando gravissime disfunzioni.
E i continui interventi di rimodernamento degli impianti non riescono ad impedire la fuoriuscita di questi prodotti estremamente tossici, ma rappresentano solamente una sempre più sofisticata risposta alla domanda sbagliata: come gestire I nostri rifiuti?
Nel 21° secolo, la nostra prospettiva deve cambiare: l’obiettivo non deve essere come disfarci dei rifiuti, ma smettere di produrne.
Come arrivare a rendere possibile l’opzione «rifiuti zero»? Secondo Connet sono necessarie tre cose: una responsabilità industriale che punti ad un cambiamento nella produzione dei prodotti rendendoli pronti per il recupero e a metodi di produzione puliti; una responsabilità della comunità che tenda a ridurre, riutilizzare e riciclare; una leadership illuminata in entrambi I campi di leader not boring, non noiosi, e pronti a puntare in maniera decisa verso una scelta innovativa.
L’obiettivo «rifiuti zero» non è un’utopia per Connett che ha presentato numerosi esempi pratici a sostegno della sua tesi. Esempi da tutto il mondo, da Camberra, Australia, alla Nova Scotia, Canada, dove l’adesione al progetto “Rifiuti zero” ha creato mille posti di lavoro e ha ridotto il conferimento di rifiuti in discarica è stato ridotto del 50 per cento in soli cinque anni; da San Francisco alla Nuova Zelanda, dove il 50 per cento delle municipalità ha deciso di puntare a «zero rifiuti» entro il 2020.
Connett ha concluso il suo intervento con un appello I cittadini invitandoli a non perdere il senso civico e ricordando che l’ultima parola spetta a noi. Il relatore si è rivolto anche ai politici invitandoli a riporre maggiore fiducia nelle persone e non in «macchinari magici» o in superpagati consulenti.
All’incontro hanno partecipato con interesse e attenzione oltre 50 persone
tra loro un nutrito gruppo di militanti di circolo ambiente Merone ed un’agguerrito gruppo di donne della "Rete donne della Brianza", un piccolo segnale della possibilità che si formi anche a Como un nucleo di cittadini contro gli inceneritori»
Ufficio stampa Rifondazione Comunista Provincia di Como
http://www.rifocomo.it/index.php?pagina=articolo&idarticolo=49189