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...Non accettate caramelle dai conosciuti!

Publie le domenica 2 novembre 2003 par Open-Publishing
1 commento

Sergio Segio, la Repubblica, il movimento e le Br: non accettate caramelle dai conosciuti!

Cari amici di Attac,

la violenza è anche quella della calunnia, dell’allusione e della
mistificazione. Di questa violenza ci sono varie tracce in questo vostro
messaggio.

Le cose sono tutte sul tavolo, per chi vuole vederle senza pregiudizi,
cecità o logiche di difesa degli orticelli.
Non voglio ripetere qui cose già dette altrove (rispondo in questa lista,
perché qui voi avete indirizzato la vostra comunicazione).
Ma, poiché temo non siate in buona fede, mi limito a segnalare queste due
considerazioni:

"Nessun problema a segnalare che questi brigatisti dell’oggi tentino di
infiltrarsi e, se ci riescono, anche nuotare nel movimento"
"Nel movimento e nella sinistra (..) di sicuro non è stata fatta una scelta
netta a favore della non violenza come strumento di antagonismo politico.
(...) Dal movimento non è ancora venuta una condanna esplicita della
violenza, della lotta armata come strumento di lotta"

La prima affermazione è contenuta nella risposta che il direttore del
manifesto fa a una lettera pubblicata oggi, peraltro rivendicando che, prima
di me, proprio il manifesto, con un editoriale di Gabriele Polo aveva aperto
questa riflessione.

La seconda è di Marco Revelli, anch’esso interno al movimento e figura di
riferimento intellettuale per molti.
Per avere io detto le stesse cose sto subendo in questi giorni un vero e
proprio linciaggio. Cui, sorprendentemente, ora anche Attac ha voluto
contribuire con la sua piccola pietra.
saluti

Sergio Segio

Messaggi

  • E no caro Sergio, in malafede non siamo noi

    Eh no, caro Sergio

    non puoi dirci ora che "temi non siamo in buona fede"

    (perché? perché siamo profondamente in disaccordo con le tue dichiarazioni e
    ci sentiamo colpiti alle stesse?)

    hai proposto poco tempo fa un’assemblea dal sapore "rifondativo" del
    movimento, a cui avremmo partecipato peraltro volentieri, proposta anche
    perché:

    "La verticalità e il leaderismo, l’accettazione passiva dei meccanismi di un
    sistema mediatico onnivoro e avvolgente che produce spettacolarizzazione e
    divorzio tra immagine ed effettività, forme e contenuti, programmi e valori,
    assieme all’autoreferenzialità, costituiscono tare mortali per ogni nuovo
    percorso politico".

    (rimarcando le scadenze elettorali del prossimo anno)

    poi accetti di stare al gioco di Carlo Bonini

    a che gioco giochiamo?

    autoreferenzialità, spettacolarizzazione, accettazione del meccanismo
    onnivoro dei media non sono "tare mortali" sull’argomento
    terrorismo/movimento?

    non sei un ragazzino, hai fatto per tanto tempo l’ufficio stampa del Gruppo
    Abele (credo), capisci bene la differenza di aprire dibattiti in rete, nel
    movimento (come hai fatto molte volte) e di andare su un giornale come
    Repubblica a dirle grosse e
    poi nei comunicati di rete e di movimento, argomentare, ragionare, dire cose
    anche condivisibili ....

    la vittima non sei tu, mi dispiace, il tuo comportamento è stato davvero
    superficiale e profondamente dannoso.

    dimmi a noi di Attac che costruiamo questo movimento da Genova (come
    associazione nonviolenta e attenta all’unità del movimento che condanna ogni
    terrorismo) cosa ne può venire del tuo intervento su Repubblica, prova a
    pensarci? Hai letto oggi D’Avanzo?

    vogliamo discutere "dell’acqua" che il movimento offrirebbe alla violenza di
    pochi, credi sia possibile dopo che la stampa del paese ha già emesso
    sentenze e verdetti con il tuo prezioso aiuto?

    dobbiamo partire da una discussione in cui "il movimento non ha chiaramente
    condannato ecc. la violenza e i terroristi"? lo abbiamo fatto ogni volta (da
    quando c’è l’Fse e da quando esiste Attac, ovvero da quando siamo un
    soggetto politico). Vuoi i comunicati stampa? vuoi le mail?

    perché non poterne discutere nella maniera corretta con le differenze di
    analisi e di posizione necessarie (nella assoluta condanna del fenomeno,
    ieri e oggi)?

    noi abbiamo comunque rispetto per la tua storia, tu nei hai avuto per la
    nostra?

    "in buona fede"

    claudio jampaglia

    di Attac