Home > PER UN’ASSEMBLEA METROPOLITANA
Reload occupa in settembre, viene sgomberato dopo tre giorni ma rioccupa
ancora in via Confalonieri. Attualmente è di nuovo a rischio sgombero. A
marzo il collettivo preokkupati in viale monza a milano e teknocasa a san
giuliano occupano due stabili rilanciando la questione del diritto alla
casa e del diritto agli spazi sociali. Dopo un mese esatto teknocasa viene
sgomberata e ogni forma di dialogo con l’amministrazione e’ impossibile.
In luglio e agosto, in giro per Milano, numerosi appartamenti sfitti sia
di proprietà privata che di proprietà pubblica sono stati occupati da
migranti e italiani. Sempre a luglio, in zona bovisasca, occupa
Malamanera, giovani studenti e precari in cerca di casa ma non solo. Pochi
giorni or sono casa LOCA ha occupato in viale Sarca e nel momento in cui
scriviamo non sappiamo quanti giorni riuscirà a resistere alla minaccia di
sgombero: potrebbe accadere che tra i primi che leggeranno queste righe e
gli ultimi che le riceveranno passino solo pochi giorni ma più di uno
sgombero! Se non vi bastano gli esempi accennati aggiungete la situazione
di via Polidori e di via Adda e il quadro è completo. Spazi nuovi nascono
per rispondere a diversi ma accomunabili bisogni
e non è finita, altre occupazioni abitative e sociali sono in arrivo?
Si tratta solo di qualcosa che riguarda la nostra città? Non esattamente?
a Monza c’è una vertenza aperta e un gruppo che ha già conosciuto la
disponibilità al dialogo delle amministrazioni locali in tempi assai
recenti e nei territori della cintura metropolitana, da Abbiategrasso ad
Arese passando per Laveno, il magentino e quant’altro la richiesta di
spazi ad uso sociale e collettivo travalica ampiamente i cartelli che
delimitano il territorio cittadino.
Dal basso si dice che questa metropoli non funziona. Dal basso si creano
antidoti e anticorpi al malessere che queste nostre città generano
costantemente. Dal basso si cercano soluzioni collettive ai problemi che
dall’alto pochi individui creano e volutamente non risolvono. Le risposte?
Non ci sono e quando ci sono parlano la lingua del controllo, della
repressione, del chiudere e del vietare, del negare e del sottrarre.
Cosa sta succedendo nella metropoli? Alcune cose semplicissime ma che
nessuno dice:
In questi territori non esistono politiche sociali. Sia per quanto
riguarda le politiche che a livello locale sono e vengono determinate
(qualcuno parlò addirittura di Welfare ambrosiano non più di pochi anni or
sono) sia per quelle che dipendono da leggi nazionali ed europee. I
soggetti storicamente deboli sono sempre meno tutelati. I migranti, in
continuo aumento, non trovano più neanche quelle briciole di accoglienza
che un tempo scavando tra le pieghe del sociale era possibile intravedere.
I precari, siano essi giovani neo-ingressi nel mondo del lavoro quanto
"anziane" figure produttive sulle quali s’è abbattuta la mannaia della
"ristrutturazione", sono catapultati allo sbaraglio in un mercato globale
della forza lavoro che gli garantisce solo incertezza di qualsiasi diritto
fondamentale. Non vi sono spazi per la socialità, la cultura, la musica,
l’arte che non siano privati e cari, inaccessibili nei fatti a chi non
gode del privilegio di essere affermato socialmente ma soprattutto
economicamente. I territori che attraversiamo assomigliano sempre più alle
brutte copie di quelli che vediamo nei film: telecamere, videocontrollo,
recinzioni, polizie private di ogni tipo, retate nelle scuole e cani
antidroga fuori, vigilantes nelle facoltà universitarie, controllori
armati, vigili urbani palestrati. Questo giusto per limitarci a ciò che
attiene i soggetti pubblici e istituzionali.
Dopo anni di conflitto sulla dimensione globale dei problemi una
generazione di soggetti varia e diversa reclama spazio politico nella
metropoli e lo fa a partire dalla metropoli stessa. Qualcuno pensava forse
che le migliaia di persone che da qui si sono mosse per andare a Genova, a
Evian, a Firenze, a Cancun, a Roma, quei soggetti che hanno contestato i
potenti della terra, la guerra, la privatizzazione delle risorse e
l’illegittimità dei vertici tornassero ad un certo punto a casa senza dire
nulla, senza che si aprissero gli occhi sulle storture e i disastri che i
processi della globalizzazione hanno anche qui, nel quotidiano dei
territori dove vivono? Qualcuno pensava che le migliaia di persone che
hanno riempito, quantomeno negli ultimi due anni e mezzo, le piazze di
questa metropoli si accontentassero del piatto riscaldato che la politica
cittadina poteva offrire? C’è un protagonismo nuovo che serpeggia nei
nostri territori e noi vogliamo farlo emergere. L’affollato e gioioso
mayday, le reti del circo e dell’equilibrio precario, le occupazioni di
spazi e di case, le occupazioni dei migranti, le battaglie per l’articolo
18, l’opposizione diffusa alla guerra, le iniziative nei parchi e per la
riqualificazione collettiva e sociale delle aree urbane, la forza
silenziosa della massa critica, l’entrata in sciopero di 101 telecamere in
una notte; tutto ciò è il segno evidente anche se discontinuo della
necessità di protagonismo, incidenza, visibilità di un numero sempre più
crescente di soggetti, progetti, esperienze.
La precarietà snatura e trasforma i territori, modifica e plasma la vita
di ognuno di noi in tutti i suoi aspetti. La città non rappresenta più il
nostro orizzonte. Il territorio metropolitano si espande al di là dei
semplici confini dell’amministrazione milanese e delle sue politiche (o
della mancanza di politiche) e non rappresenta più la prospettiva su cui
leggere la complessità dei cambiamenti in atto. E’ un area metropolitana
ben più vasta quella che determina le geografie sociali e urbanistiche e
le interazioni tra i soggetti sociali che l’attraversano. Da quando ci
alziamo al mattino a quando andiamo a dormire attraversiamo innumerevoli
territori complessi le cui caratteristiche specifiche vanno lette per
essere comprese non all’interno della collocazione cittadina bensì come
parte d’una vasta area che comprende quasi una regione.
Siamo convinti che ci siano le potenzialità per ripensare ad una azione e
ad un intervento politico e sociale incisivo e concreto sul terreno della
metropoli. L’immobilismo e l’autoreferenzialità a cui da tempo siamo
condannati hanno in noi la principale responsabilità. Le condizioni
oggettive perché su questa metropoli si torni a produrre conflitto ci sono
tutte, sono però sino ad oggi mancate quelle soggettive: siamo mancati
noi.
Abbiamo bisogno di elaborare proposte reali e concrete per convincere e
coinvolgere tutti quei soggetti che pur avversando lo stato attuale delle
cose hanno troppo spesso pensato che oltre il manifestare dissenso non
sapessimo andare.
L’atomizzazione dei percorsi su troppi temi ormai ci ha resi impotenti:
siamo quelli che hanno ragione ma che sono troppo pochi, divisi e che
hanno proposte o confuse o irrealizzabili.
Vorremmo creare un percorso che nasca dal basso ma che non abbia la paura
di potersi eventualmente confrontare con tutti i livelli dell’agire
politico, per darsi la possibilità di incidere e determinare i territori
che attraversiamo tutti i giorni, per rigenerare le politiche sulla
metropoli, sui giovani e sugli spazi sociali.
Il nanismo non ci interessa e l’auto-emarginazione mascherata da virtù
meno ancora.
Quello che proponiamo è un percorso che riguarda solo una parte delle
tematiche di cui tutti ci occupiamo e che forse proprio per questo
speriamo possa avere possibilità di riuscita: mettiamoci in relazione su
un pezzo e non sul tutto, condividiamo un tratto di strada e lasciamo che
ognuno sia libero di immaginare quale sia più complessivamente la meta
finale.
Cerchiamo di condividere efficacemente dei passaggi, definendo comunemente
gli obbiettivi da raggiungere e le modalità per farlo, senza ventilare
improbabili sintesi di percorsi generali su cui è bene che ognuno mantenga
autonomia di vedute, pratiche, parole d’ordine.
Ma quello che proponiamo è anche un attitudine mentale al confronto vero,
alla diversità, alla rete. Per questo chiediamo a tutti i soggetti
interessati a costruire questa ipotesi di contribuire rinunciando a veti
incrociati, antiche rivalità o pregiudiziali precostituite che di fatto si
sono dimostrate in passato sterili ostacoli alla riuscita di percorsi
efficaci.
Questo percorso vuole nascere per essere creativo, efficace e vincente e
non semplice esercizio dialettico con cui dimostrare supremazia e/o
egemonia.
Proponiamo di incontrarci in una Assemblea Metropolitana che metta
all’ordine del giorno i tre temi che, a nostro giudizio, permettono di
attivare il percorso accennato in questo testo e cerchi di individuare
possibilita’, iniziative e percorsi su questi terreni.
politiche metropolitane: precarizzazione della vita e dei diritti,
mancanza di politiche di welfare e tutela per i soggetti deboli, migranti,
lavoratori precari, ecc.
politiche giovanili: il vuoto delle amministrazioni locali, la mancanza di
proposte/progetti per gli spazi e le opportunità di valorizzare autonomia,
creatività e protagonismo giovanile, contestazione e blocco delle
politiche di controllo con particolare riferimento a scuole e università.
politiche sugli spazi sociali: blocco di qualunque sgombero, diritto all’
accesso alle utenze pubbliche (acqua, corrente elettrica, connettività)
come terreno minimo da cui partire; attivazione di forme collettive di
confronto e ricerca di soluzioni a medio-lungo termine per tutti gli spazi
sociali senza metterne in discussione le modalità sostanziali e non
formali di autogestione.
Chiediamo a tutti i soggetti e le realtà interessate di segnalare la
propria partecipazione al piu’ presto. Questo documento non impegna
nessuno a nessun percorso, che è tutto da definire, definisce soltanto un
intenzione e una disponibilità al dialogo. Per questo vi proponiamo di
elaborare precisazioni, contrarietà, suggerimenti ecc. per l’assemblea che
viene proposta e non per una nuova stesura di questo testo
PER ORA PARTECIPANO:
reload - reality hacking
l.s.o.a. deposito bulk
cascina autogestita torchiera senzacqua
c.s.a. baraonda (segrate)
ernesto e le formiche rosse (laveno)
prc - federazione provinciale milanese
associazione salah
campo sportivo popolare occupato caracol
casa l.o.c.a.
c.s. leoncavallo
confederazione cobas
cub
collettivo contro la precarizzazione t28
chainworkers
pergolatribe
prk251
circolo anarchico ponte della ghisolfa
officina disobbediente (arese)
folletto25603 (abbiategrasso)
c.s.a paci paciana (bergamo)
malamanera squat
Questo documento e l’assemblea metropolitana verranno presentati durante
una conferenza stampa mercoledì 29 ottobre 2003 alle ore 14.00 presso
reload, in via confalonieri 3++. L’ipotesi e’ di tenere l’assemblea il
giorno giovedì 5 novembre 2003 in una sala pubblica.
Ovviamente chiediamo a tutti fin da subito perche’ alla conferenza stampa
vi siano tutte le realta’ partecipanti all’assemblea metropolitana. Per
chi volesse incontrarsi per preparare insieme la conferenza stampa
l’appuntamento e’ martedi’ 28 ottobre 2003 alle ore 18.00 a reload in via
confalonieri 3++
Fate circolare il documento il piu’ possibile in modo da raccogliere il
maggior numero di partecipanti possibili.