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Noi non siamo buoni solo perchè loro sono cattivi
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Parigi 13/16.11.2003
– requiem per un movimento-
Mi è stata fatta a più riprese la domanda :? com?è andata a Parigi?? da amici che ricordano Firenze, Genova, e Napoli. E tutto quello che c?è stato nel mezzo.
Devo rispondere:?e? stato deprimente?. E? stata una sconfitta tanto quanto l?appuntamento dell?anno scorso è stato una vittoria.
Le ragioni sono di due ordini: logistico e politico.
Logistico: gli spazi messi a disposizione dalla danarosa organizzazione francese si trovavano agli angoli opposti della città. E Parigi è grande.
Dispersività spaziale che diventa metafora di come verranno vissuti i giorni del forum.
La giustificazione degli organizzatori francesi alla scelta di sedi così distanti tra loro e dalla città stessa è stata la volontà di coinvolgere nelle assemblee del fse quelle sacche di popolazione povera e molto spesso emarginata rispetto ai circuiti della partecipazione politica.
Nobile.
Peccato che al primo accenno di curiosità da parte di gruppetti autoctoni, ragazzotti di banlieue sprovvisti di accredito (al prezzo di euro11 per studenti) , la security privata sia intervenuta per allontanare, con belle maniere, quegli intrusi nei salotti bene della borghesia bianca europea accorsa a discutere su come fare le lotte per il bene di immigrati,dei negri, dei pakistani, mussulmani etc. Tutta gente che per altro è stata presente al forum solo in qualità di personale specializzato alla rimozione dei rifiuti del pic-nic politico del pubblico pagante.
Distinzioni che risultano strane in una città come Parigi, multietnico crogiolo di sfumature cutanee.
Ma non si parla d?immigrazione senza gli immigrati.
E poi, la security, chi l?ha invitata? Perché c?erano le guardie private pagate da un sindacato francese? Perché non un servizio d?ordine interno al fse, com?è stato a Firenze? Perché questi professionisti della disciplina hanno mollato i loro professionali rotweiler addosso ai ragazzi che spingevano per entrare alle assemblee? Perché ho dovuto passare sotto il metal detector per entrare dentro alcuni dei luoghi del forum? Se un altro mondo è possibile, non può essere un mondo di polizie private e di cittadini sotto assedio per il pericolo attentati.
Veniamo ai problemi politici, cominciando da dove si era prima del forum: in una fase introspettiva, di down, di impasse..Comunque la si voglia chiamare, il Movimento dei movimenti ha attraversato una crisi profonda di energia e di propositività. Crisi che oggi posso chiamare agonia.
Su questo appuntamento gravitavano le aspettative e le domande di molte persone, impegnate in molti modi nelle riflessioni riguardanti questo movimento, i suoi obbiettivi, il suo futuro.
Ma a Parigi non si è riusciti a riflettere su sé stessi. Non è stato un momento di critica, costruttiva, verso il proprio interno. Critiche verso l?esterno,verso gli USA, senza capire che la proposta politica si costruisce all?interno di identità definite non per contrapposizione, ma per affermazione. Noi non siamo buoni solo perché loro sono cattivi. Noi non possiamo trovaci per dirci che possiamo costruirci come alternativa a un mondo ingiusto, a un impero rispetto al quale non ci piace essere marginali.
Spesso si è dimenticato che questo è un movimento culturale e politico che ha avuto i natali in quegli stati uniti di cui si parla come di un monolite, impenetrabile all?intelletto dell?europeo colto, di sinistra, che compie mille sforzi intellettuali per approfondire la conoscenza del fratello africano, asiatico, senza porsi delle domande profonde sulla realtà statunitense rispetto a cui si costituisce dialetticamente attraverso l?identità negativa nota agli psicologi dell?età dello sviluppo..
Se queste sono le avanguardie, se questa è l?ultima frontiera intellettuale, se questa è l?alternativa al pensiero unico?.
Ho trovato molta retorica perfettamente inserita nella logica della folle guerra mistica che stanno conducendo sulle nostre teste. La logica dell?opposizione, del mondo diviso su due fronti. Tra il bene e il male si sarebbe dovuta collocare l?Europa dei movimenti, al di fuori dei giochi, per poter esercitarsi come critica a quei giochi di guerra.
Ma un?analisi non c?è stata.
Nel luogo del verbo per eccellenza che è l?assemblea, si è fatto spesso ricorso a semplificazioni linguistiche pericolose. Anche da parte di intellettuali brillanti e non in malafede sono venute crasi di pensiero come ?gli USA? per indicare le malefatte della classe dirigente che li governa e li /ci sta conducendo verso il baratro.
Questo non è utile al movimento, non tanto perché va a fomentare gli sproloqui di chi attribuisce ai pacifisti la responsabilità di appoggiare gli attentati - possiamo passare oltre senza nemmeno voltarci un attimo a sentirli. Non è utile perché fa si che in Europa si pensi di poter prescindere dall?approfondire la conoscenza delle terre dall?altra parte dell?Atlantico, cosa invece fondamentale per poter capire e controllare le ragioni di questa catastrofe che sta succedendo. Per noi e per gli statunitensi stessi.
E? nell?interesse di molta parte del mondo che nasca un pensiero critico, non di semplice opposizione binaria, rispetto alla più grossa potenza mondiale.
Altre osservazioni, non marginali, sullo svolgimento del forum:
A parte piccole cose fastidiose, come la vendita di coca cola all?interno dei bar all?interno del fse?
A parte la colossale quantità di carta in volantini e giornali consumata voracemente dai consumatori dell?altro modo possibile, i quali non hanno ancora preso atto della raccolta differenziata?.
Ho visto enormi saloni pieni di stands, che vendevano magliette, libri, spille, adesivi. Vendevano ognuno la propria visione del mondo. Alcuni più retrò, giovani vecchi comunisti dietro a poster di Fidel che guarda fuori dalla storia. Altri vendevano vesti da socialista più moderno. Altri ancora vendevano la zuppa dell?agricoltore protezionista francese, miope ma folcloristico.
Le contraddizioni potrebbero essere una ricchezza se si avesse non dico il coraggio, ma la fantasia per svilupparle, svolgerle portandole al confronto e alla crisi.
Questo coraggio e questa fantasia non ci sono stati, a Parigi. E? mancata la forza per dire a voce un po? più alta che le cose sono andate male. Molti hanno taciuto adducendo la scusa, buona solo all?interno di un concilio ecumenico cristiano bizantino, che non bisogna dividersi, che non bisogna essere quelli che fanno le critiche, che bisogna stare insieme.
Parafrasando il Sub, nazional-popolare dalle mie parti , ho visto camminare domandando un mondo migliore alcune centinaia di migliaia di persone, ciascuna con la sua piccola richiesta, tutte con l?imperativo dell?unità, tutte col tabù della critica. Tutti camminavano da soli nel sonno.
Frammentarietà non significa eterogeneità. Quello che a Firenze c?era e che a Parigi è mancato è il tessuto organico che ha fatto del Movimento un uni***** diverso dalla somma ?o accozzaglia- delle parti.
Spero che venga ora un periodo di aspra critica, in modo che le realtà insieme a cui si è camminato tornino ad essere interlocutori, magari scomodi, ma interlocutori politici, perché da questo interloquire nasce l?unica legittimazione politica di questo movimento.