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Per non dimenticare le violenze subite dai nostri emigranti.
Publie le giovedì 11 dicembre 2003 par Open-Publishing"Nella stessa stanza trovai scimmie, bambini, uomini e
donne, con organetti e stampi di gesso, tutti ammucchiati
insieme [...]; un caos di suoni e una combinazione di odori
derivanti da aglio, scimmie e dalle persone più sporche.
Erano, senza eccezione, la popolazione più sozza che
avessi incontrato."
(Charles Loring Brace, The Dangerous Classes of New York, Usa, 1872, scrivendo del quartiere italiano)
Linciaggio a New Orleans - 14 marzo 1891
A New Orleans nel 1890 era stato assassinato il capo della polizia
che, prima di morire, aveva accusato degli immigrati italiani che
furono così rinviati a giudizio. Assolti alla fine del processo i
pescatori siciliani ingiustamente accusati festeggiarono l’evento e
issarano la bandiera siciliana più in alto di quella americana.
Questo fatto venne preso a pretesto da eminenti cittadini di New
Orleans che, guidati dall’avvocato Parkerson, il 14 marzo 1891 si
diressero armati di fucili verso la prigione e, dopo averne sfondato
la porta, impiccarono due detenuti e uccisero a colpi di fucile altri
nove italiani inermi. A un giornalista che faceva notale la bassezza
e la viltà di una tale azione Parkersono rispose che per lui e gli
altri concittadini gli emigrati italiani erano da considerare
solamente dei rettili.
Xenofobia in Francia
I vespri marsigliesi
Alla fine dell’ottocento città importanti come Marsiglia e Nizza
erano inclini alla xenofobia nei confronti degli immigrati italiani.
I lavoratori italiani lavoravano a basso prezzo e quindi erano
decisamente osteggiati dai manovali francesi, dagli sterratori, dai
minatori e dagli scaricatori di porto.
Il 17 giugno 1881 le prime truppe francesi rientrano dalla spedizione
in Tunisia dove hanno imposto il protettorato del Bey. Un fischio
sentito partire forse dal Club Nazionale italiano, dove non è esposto
il tricolore francese come in tutti gli altri edifici, viene preso a
pretesto per scatenare la caccia agli italiani che sono quasi
sessantamila, uno ogni sei abitanti. Hanno così inizio i vespri
marsigliesi e gli incidenti dureranno fino al 20 giugno e avranno
fine solamente con l’intervento dell’esercito francese. Gli storici
affermano che senza l’intervento dell’esercito ci sarebbe stato un
massacro simile a quello della notte di San Bartolomeo del ’500 con
gli emigrati italiani al posto degli ugonotti.
Il dramma di Aigues Mortes
Nell’agosto del 1893 avvengono gli incidenti più gravi e sanguinosi
della storia dell’emigrazione italiana in Francia e precisamente
nella zona paludosa delle saline di Aigues Mortes. I giornalieri
francesi soffrono per la concorrenza degli italiani e il 16 agosto
iniziano gli scontri. Il procuratore generale di Nimes scriverà nel
suo rapporto che ad ogni istante degli italiani indifesi cadevano al
suolo sotto i colpi dei lavoratori francesi forsennati che poi li
lasciavano a terra privi di cure. Per evitare i colpi gli italiani si
sdraiavano a terra gli uni sopra gli altri mentre i gendarmi
tentavano invano di proteggerli e le pietre volavano da ogni parte
col sangue che sgorgava dovunque. I morti ufficiali furono otto e
parecchie decine i feriti gravi, ma nessuno contò le vittime nelle
paludi dove si scatenò una vera e propria caccia all’uomo fino
all’intervento della cavalleria. I morti di Aigues Mortes resero
deciamente rovente il nazionalismo sui due versanti delle Alpi.
L’uccisione del presidente Sadi Carnot
Il 24 giugno 1894 l’anarchico italiano Sante Caserio uccide a Lione
il presidente francese Sadi Carnot scatenando subito la caccia
all’italiano. A Lione e a Grenoble vengono saccheggiati i negozidi
proprietà o gestiti dagli italiani e così molti di loro decidono di
rimpatriare. Due anni dopo a Nizza, durante un processo ad un
italiano accusato di aver ucciso un francese, il pubblico ministero
cita come esempio nella sua requisitoria il delitto dell’anarchico
Caserio che nel frattempo era stato ghigliottinato sostenendo fra
l’altro che spesso gli italiani colpiscono vilmente alle spalle, che
conoscono bene l’anatomia del corpo umano, sanno molto bene dove
portare i colpi mortali e, quando non colpiscono al cuore, mirano al
collo.