Home > «Processate i poliziotti della Diaz»
Udienza preliminare a Genova, i pm concludono per il rinvio a giudizio di 28 tra dirigenti e capisquadra per il blitz del 21 luglio 2001. Verdi e Prc: il governo li sospenda
di A. MAN.
Era prevista l’illustrazione dei filmati utilizzati dalla procura per la ricostruzione dei fatti della scuola Diaz, ma a sorpresa, ieri mattina al tribunale di Genova, il pm Francesco Cardona Albini ha rinunciato, limitandosi a depositare i video. «Si chiede il rinvio a giudizio di tutti gli imputati», ha concluso il magistrato davanti al giudice dell’udienza preliminare, Daniela Faraggi, completando così l’esposizione del collega Enrico Zucca, che si era protratta per quasi cinque ore il 23 settembre.
Ventotto tra dirigenti, funzionari e capisquadra di polizia sono accusati, a vario titolo, di falso, calunnia, abuso d’ufficio e lesioni personali aggravate per l’operazione condotta il 21 luglio 2001, al termine del G8. La perquisizione si concluse con 61 feriti su 93 attivisti arrestati nella scuola in base a prove risultate false e manipolate, come le due bottiglie molotov. La parola è passata subito ai difensori.
L’avvocato Pier Giovanni Junca ha chiesto l’interrogatorio del suo assistito, il vicequestore Carlo Di Sarro della Digos di Genova, che guidò fino alla Diaz una delle due colonne di poliziotti ma si è sempre dichiarato estraneo a quanto avvenne nella scuola. Analoga richiesta è stata ipotizzata dall’avvocato Porciani, legale di quattro capisquadra del reparto mobile di Roma.
Anche il dirigente dell’antiterrorismo Franco Gratteri - ha fatto intendere il suo legale Luigi Li Gotti - potrebbe farsi interrogare. Alcuni avvocati hanno chiesto un rinvio per meglio esaminare l’articolato atto d’accusa in 255 pagine depositato il 23 dai pm. Richiesta respinta.
L’udienza preliminare è entrata nel vivo. Le difese hanno chiesto di utilizzare, fin dagli interrogatori in udienza preliminare, i filmati dell’accusa. L’avvocato Junca ha parlato di «video-memoria». I pm però, che non hanno ancora illustrato quei video e intendono farlo al dibattimento, si sono opposti. La giudice ha deciso infine per un «uso limitato» del materiale.
Un attacco pubblico alla procura, al termine dell’udienza a porte chiuse, è arrivato da Alfredo Biondi, ex ministro forzista della giustizia e avvocato di Pietro Troiani, il vicequestore accusato di aver portato le due famose bottiglie molotov alla Diaz. «I pm in questo modo hanno cercato di condizionare la difesa - ha dichiarato - Non so se accettare questa liturgia puramente formale, come se la difesa fosse ospite dell’accusa e non parte del processo.
Con questo criterio penso proprio che non farò interrogare i miei assistiti». Il pm Zucca è stato costretto a replicare che «l’eccezione sollevata dall’accusa, riguardo l’utilizzo dei filmati da parte delle difese, era puramente tecnica. Si tratta comunque - ha minimizzato - di normali schermaglie procedurali tra accusa e difesa, non certo di condizionamenti o censure».
Si riprenderà il 2 ottobre con l’interrogatorio di Di Sarro, la decisione sul rinvio a giudizio potrebbe arrivare in due mesi. Verdi e Prc tornano a chiedere la sospensione dal servizio per gli imputati almeno dall’eventuale rinvio a giudizio e l’istituzione della commissione parlamentare d’inchiesta sul G8. «Il centrosinistra, se vincerà le elezioni, deve impegnarsi all’inchiesta parlamentare», dice Paolo Cento. Mentre Gigi Malabarba torna a indicare il capo della polizia, Gianni De Gennaro, come «il regista della repressione di Genova».
Oggi intanto prosegue il processo ai 25 no global accusati di devastazione e saccheggio e altri reati. Sul banco dei testimoni continuano a sfilare i giornalisti che seguirono gli scontri del 20 e 21 luglio 2001: al termine dell’esame di Marco Preve di Repubblica, che alla scorsa udienza aveva parlato soprattutto delle cariche indiscriminate di polizia e carabinieri, toccherà a Giacomo Amadori di Panorama.
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/28-Settembre-2004/art39.html