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Racconto 1 da Mumbai, India, WSF

Publie le domenica 18 gennaio 2004 par Open-Publishing
1 commento

Bombay,17 gennaio 2004

Basta un viaggio in taxi dallaeroporto al posto dove devi andare per capire che lIndia non equella di Boldi e De Sica. Si sale in macchina, su una delle tante e tutte uguali Fiat 1100 nere e gialle, e si viene catapultati in un attimo per le strade di quello che, per un tranquillo occidentale abituato a comodi viaggi in Europa ed al massimo a qualche documentario esotico, e
semplicemente un altro mondo. E forse un altro pianeta.

Eil pianeta di una miseria che non si riesce ad immaginare ne a descrivere, ma che bisogna vedere direttamente da un finestrino per capire che esiste veramente e che non e il frutto di qualche esagerata allucinazione. In macchina
si percorrono strade che sembrano gironi infernali, nei quali la povertasi acuisce sempre di piu avvinghiandosi su se stessa senza termine, fino a quando
a porre una fine arriva semplicemente la morte per strada. Le case sono ammassi
di lamiera e stracci che hanno invaso anche i marciapiedi e che si estendono a
perdita docchio, interrotti soltanto da qualche palazzo in muratura, in procindo di crollare, colonizzato allinverosimile, che viene da chiedersi se
sia mai esistito un momento in cui fosse nuovo, pulito e sicuro.

Al di sopra
della distesa marrone di tetti, bambini di stracci marroni e grigi che giocano
con gli aquiloni, ovunque, e ti chiedi se non sia quasi il tentativo, il loro,
di cercare di volare via da tanta sofferenza insieme a quellaquilone. Quando non giocano, vagano a piedi nudi tra la spazzatura, il fango, i rottami di qualunque cosa, portando sacchi o spingendo carretti. E se vedono un turista gli corrono addosso con la mano tesa e un <span class="base64" title="PGNvZGUgY2xhc3M9J3NwaXBfY29kZSBzcGlwX2NvZGVfaW5saW5lJyBkaXI9J2x0cic+bW9uZXkgc2lyLi4uPC9jb2RlPg=="></span> al quale rispondi con qualche rupia o una banana, con la sconsolata impotenza di chi non si sentira
mai con la coscienza del tutto a posto a meno di spogliarsi completamente e dare
loro tutto quello che si ha addosso.

Eil pianeta dove poi ti stupisci incredulo e sorridi con una vena di malinconia. Ti stupisci per un codice della strada in cui sono stati eliminati tutti gli orpelli che non siano levitare tendenzialmente di non investire
nessuno e il fermarsi qualche volta al semaforo rosso. Tutto il resto elasciato alla creativita di ciascuno e ad una comunicazione fatta di colpi di
clacson grazie ai quali miracolosamente riesci sempre ad uscire indenne da una
giungla di taxi tutti uguali, motorini e qualche auto ammaccata. Sorridi per il
fatto che per la strada tutti ti fissano come se fossi un marziano, li, bianchiccio e pallido in messo a tanta pelle arsa dal sole. Ma, sempre, non puoi che sentirti, nel fondo di te stesso, un poco a disagio, ovunque tu sia e qualunque cosa tu faccia, privilegiato occidentale di fronte a una poverta che
sembra miliardi di anni lontana anche soltanto da una esistenza minimamente
dignitosa.

Eil terzo giorno che siamo a Bombay, accampati nel campeggio senza acqua del Forum Sociale Mondiale. La qualita delle strutture elontana da quella di Porto Alegre ma, in rapporto alla condizione media della vita in questa citta e
probabilmente anche in tutta lIndia, si capisce che lo sforzo organizzativo e
stato consistente. La Don Bosco School, che ci ospita nel quartiere di Matunga,
accoglie il Forum dei Giovani, quello delle strutture studentesche e giovanili,
prevalentemente indiane, che si confrontano un posu tutti i grandi temi del movimento, con particolare attenzione alle discriminazioni razziali, di casta e di genere e al diritto alleducazione. Il resto dei dibattiti, quelli che
costituiscono il centro del WFS, sono tutti dislocati al Nesco Ground, uno
spazio immenso, fatto di distese di polvere e capannoni diroccati che, nel
tipico spirito tuttofare indiano, estato trasformato, con pali di bambu,
pannelli di legno, installazioni in ferro, teli immensi, cavi tesi un poovunque, in una struttura che accoglie senza grossi problemi le centinaia di migliaia di partecipanti, che compongono ogni giorno una babele di dibattiti, banchetti di cibi locali, spettacoli, danze, musiche, proiezioni, addirittura piu variegata e multicolore dei precedenti forum brasiliani.

Quando si prende
in mano il programma di viene scoraggiati dal solo peso delle pagine, e cosisi preferisce affidarsi ai nomi noti o ai movimenti che gia si conoscono, anche se
forse lesperienza piu emozionante rimane il semplice camminare per le stradine
del Nesco Ground scoprendo ad ogni passo gruppi e movimenti che vengono da parti
del mondo delle quali non pensavi nemmeno lesistenza e che talvolata lottano per diritti la cui semoplicita risulta quasi scioccante: acqua, cibo, terra.

Alcuni Giovani Comunisti di Bergamo
Espo, Kekko, Robi, Samantha, Mauri, Gianmario

Messaggi

  • Cari Amici, leggendo il vostro contributo mi è tornato alla mente il racconto di un amico di ritorno da un suo viaggio in India, compiuto ormai 4 o 5 anni fa. La realtà è sempre la stessa, che voi avete descritto sapientemente, così come aveva fatto lui, Filippo, realizzando poi una sorta di libro corredato da immagini, che aveva distribuito ad alcuni amici. Un libretto stampato in proprio, come si dice, e aproprie spese soltanto perché voleva comunicare quanto aveva vissuto in prima persona. Grazie ragazzi, mi avete fatto tornare in mente quelle parole, quei visi, quegli occhi e quei sorrisi, e quelle manine tese, che ho visto e letto, e che avevano così regalato tanto grazie a Filippo.
    Alberto, un mio collega, si trova come voi a Mumbai-Bombay per il Forum. Noi come cooperativa sociale (Itaca di Pordenone) stiamo cercando di divulgare quanto più possibile quanto sta accadendo, e vi saremmo grati se ci faceste pervenire i vostri contributi, anche immagini se ne avete l’opportunità, da inserire sul nostro sito e poi, perché no, nello speciale di febbraio che dedicheremo a questo IV FSM.
    Buon viaggio in India.
    Fabio

    Vi lascio i nostri contatti:
    f.dellapietra@itaca.coopsoc.it
    www.itaca.coopsoc.it