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Radio Cento Passi va a casa di don Tano seduto

par Massimo Lauria

Publie le giovedì 8 maggio 2014 par Massimo Lauria - Open-Publishing

In occasione della terza edizione dei Cento passi dei sindaci, la città di Peppino Impastato lancia un’altra sfida alla mafia, prendeno la casa del boss.

I cento passi più lunghi d’Italia si trovano a Cinisi, alle porte di Palermo. Quei cento passi, oggi come ieri, segnano l’enorme distanza tra la parte sana di un Paese e quella malata. È lì che il 9 maggio viene lanciata un’altra sfida a Cosa nostra. La casa dell’ex boss mafioso Tano Badalamenti - don Tano seduto, per usare lo sberleffo inventato da Peppino Impastato - diventa la nuova sede di Radio cento passi. Un’inaugurazione simbolica per il momento, ma che segna il punto di una presa di coscienza forte, perché quei cento passi diventino sempre più brevi.

I preparativi per la terza edizione dei Cento passi del sindaci, la manifestazione antimafia organizzata dall’associazione Avviso Pubblico e Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, sono ultimati. I sindaci di tutta Italia sono pronti a sfilare per le strade di Cinsi «percorrendo con le fasce tricolori quel pezzo di strada, che separa Casa Memoria dalla ex casa del boss Gaetano Badalamenti», scrive in un comunicato Avviso Pubblico.

Una manifestazione per ricordare Peppino Impastato e tutte le altre vittime della mafia, «uccisi perché si sono opposti alle dinamiche criminali, perché hanno difeso i principi e i valori della nostra Costituzione», spiegano dall’associazione.

Proprio l’allora capo di Cosa nostra Badalamenti ordina l’omicidio di Peppino, giovane giornalista e attivista politico candidato al consiglio comunale di Cinsi. Il 9 maggio del 1978, mentre al centro di Roma viene fatto ritrovare il corpo di Aldo Moro, Peppino viene trucidato nella città governata dal boss. La memoria di quei giorni si unisce alla speranza di un futuro libero dai poteri mafiosi, che oggi governano le dinamiche economiche a livello planetario.

L’8 maggio alle 18.30, informa Avviso Pubblico, viene presentato il Rapporto 2013 intitolato Amministratori sotto tiro. Intimidazioni mafiose e buona politica. La scenografia è sempre la ex casa di Badalamenti. «In quel luogo, simbolo della lotta alle mafie, saranno raccontate le storie dei tantissimi amministratori locali e funzionari pubblici che, pur in presenza di gravi episodi di minacce e di atti di violenza, non piegano la schiena e continuano a lavorare con dedizione e serietà».

I dati sono allarmanti. Si parla di «351 atti di intimidazioni e minacce nei confronti degli amministratori locali nel solo 2013. Una media di 29 intimidazioni al mese. Praticamente un atto ogni giorno». La Sicilia, «con il 20% dei casi censiti, pari a 70 atti intimidatori, si colloca al secondo posto e i fatti di cronaca verificatisi nei primi mesi del 2014 non fanno che registrare dati ancora più preoccupanti - avvertono i redattori del Rapporto -. Tra gli ultimi episodi l’incendio dell’auto del Sindaco di Cesarò e quello della moglie del Sindaco di Alimena, Alvise Stracci, che sarà presente all’iniziativa».

In sala ci sono anche Giovanni Impastato, fratello di Peppino, Roberto Montà, Presidente di Avviso Pubblico e Piergiorgio Morosini, Magistrato della Procura di Palermo. Il giorno dopo, il 9 maggio, per le strade di Cinisi si animeranno per il corteo dei sindaci e dei cittadini che difendono la bellezza di quel «fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità», come ha detto Paolo Borsellino. Speriamo che quest’anno ci siano ancora più finestre aperte sul percorso del corteo.

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