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SCANZANO: UN MONITO PER I NOSTALGICI DEL RITORNO AL NUCLEARE
Publie le giovedì 20 novembre 2003 par Open-PublishingSCORIE A SCANZANO, WWF:
UN MONITO PER I NOSTALGICI DEL RITORNO AL NUCLEARE
IL GOVERNO FA UNA SCELTA SENZA I NECESSARI APPROFONDIMENTI
Una scelta per migliaia di anni non puo? essere decisa per decreto legge
La vicenda di Scanzano suona come monito e dimostrazione degli insostenibili costi di chiusura del ciclo del nucleare in Italia, la conferma dell?insostenibilità dell?opzione nucleare che poche settimane fa veniva resuscitata in occasione del black out che ha colpito l?Italia. Ecco perché altri Paesi stanno chiudendo e smantellando le centrali, come la Germania, e negli Stati Uniti non si costruiscono più centrali nucleari da vent?anni. Come chiaramente dichiarato nell?ultimo World Energy Outlook 2002 dell?International Energy Agency,la piu? autorevole organizzazione mondiale sull?energia, ?il ruolo dell?energia nucleare declinerà in maniera marcata perche? pochi nuovi reattori saranno costruiti e diversi finiranno fuori produzione. Lo sviluppo del nucleare avrà un picco alla fine di questa decade, per poi declinare gradualmente: la percentuale di energia primaria mondiale derivata dal nucleare si manterrà attorno ad un 7% circa fino al 2010, per poi scendere al 5% al 2030. La produzione nucleare si incrementerà soltanto in pochi paesi, soprattutto in Asia. Il piu? grande declino della produzione nucleare avrà luogo in Nord America e in Europa?.
Il deposito di scorie in Italia dovrà essere controllato e gestito per migliaia di anni, al riparo da acqua e da calamita? naturali: mai un?opera dell?uomo e? stata pensata per un tempo così lungo (forse le piramidi egizie?). Basta solo questa considerazione per affossare completamente ogni nostalgico ritorno al nucleare, e rafforzare l?idea che la scelta di Scansano sia stata affrontata con leggerezza e superficialita? dal Governo. Un sito che dovra? contenere scorie nucleari per migliaia di anni viene deciso per Decreto legge, senza trasparenza delle scelte e coinvolgimento delle comunità locali, senza alcun confronto aperto. Il WWF segnala inoltre i rischi connessi con lo smantellamento delle centrali, un?operazione ad alto rischio per il personale che verrà chiamato al compito, perché le centrali non sono state progettate per essere smantellate.
Le dichiarazioni del presidente della Sogin Jean, raccolte ieri sera dalla trasmissione di Rai Tre ?Che tempo che fa? quando richiamano la necessità di compiere ancora un anno di studi sugli aspetti geologici del sito sono particolarmente gravi: perché confermano l?impressione che il Governo voglia imporre una scelta, senza aver compiuto i necessari approfondimenti, che gli consentano di affermare che la localizzazione proposta è quella migliore, che racchiude cioe? tutte le caratteristiche di sicurezza per la salute e l?ambiente. Le dichiarazioni attribuite al Presidente del Consiglio dal sottosegretario alle Infrastrutture Viceconte sulla necessità di ?riconsiderare? la scelta alla luce delle posizioni espresse dalle comunità locali sono, poi, un maldestro tentativo di arginare il contenzioso e dimostrano come l?informazione e la partecipazione non siano un inutile orpello ma un elemento necessario in democrazie. Il WWF resta in attesa di ricevere dal Ministero dell?Ambiente gli atti che stanno dietro alla scelta: sarebbe un?operazione trasparenza di indubbio significato.
Roma, 17 novembre 2003 ? Ufficio stampa WWF 06.84497266-377