Home > SCORIE NUCLEARI A SCANZANO
Cercavo da giorni, da quando questa spada di damocle ci si è abbattuta sulla testa, il modo di comunicare il nostro dramma a chi forse semplicemente schierandosi, ci potrebbe dare una mano.
Scrivo da Policoro, una cittadina a 6 km da scanzano j.co. Sono nata qui nel 1961, i miei genitori hanno fatto all’epoca l’esatto contrario di ciò che era la norma: sono "emigrati" al sud.
Mi spaventa pensare che sono più attaccata a questa terra, di quanti non schierandosi, hanno avi e progenitori che gli hanno dato origine.
La cosa che ci ha fatto più arrabbiare è stata la superficialità e la noncuranza, con cui le istituzioni pensavano di passare sulle nostre teste, sulle nostre vite, presenti e future in nome di una "ragione di stato" che impone.
Abbiamo educato i ns. figli al rispetto per l’ambiente, per il nostro mare pulito, a conoscere , rispettare e conservare le vestigia delle civiltà Greca e Romana di cui è ricco il nostro territorio, a battersi per conservare intatta la bellezza di un bosco planiziario e igrofilo pressochè unico in Italia, la ricchezza della sua biodiversità che lo vede meta di uccelli migratori e sito naturale per aironi e cicogne, di specie di insetti unici in europa, che ha visto il ritorno delle lontre nelle acque del Sinni, delle tartarughe caretta-caretta che vengono a nidificare sulle nostre spiagge, a cosa è servito insegnargli l’attenzione dell’interazione uomo ambiente? Siamo stati smentiti dai fatti: è tuttovero sino a che il più forte, non stabilisce il contrario.
Non è una questione politica, tutti i cittadini che sono scesi in piazza, Lucani, Calabresi, Pugliesi e Campani, tutti quelli che bloccano strade, presidiano, sono solo "cittadini" esseri umani, che si sentono privati di ogni dignità, lesi e rinnegati per il modo sprezzante dogni legalità.
Non ci sentiamo politicamente rappresentati da nessuno, anzi abbiamo la forza di tenere fuori la politica dai nostri presidi, la politica ed i suoi uomini, che ci hanno venduto, tutti di qualunque colore essi siano. Abbiamo un problema più grande da affrontare e risolvere ora, salvare la nostra terra, e non solo la Lucania, salvare tutto il mezzogiorno.
Abbiamo bisogno di risonanza e visibilità che a tuttoggi ci vengono ancora negate. In 150.000 ieri eravamo sulle strade del nostro splendido mezzogiorno, per il recupero della dignità di un popolo che ha saputo dare senza nulla prendere.
Consideravano che eravamo pochi, speravano nel nostro disorientamento nella nostra mansuetudine, che tuttavia ci caratterizza vista la assoluta mancanza di incidenti durante le nostre manifestazioni. Ora abbiamo trovato finalmente la forza di dire basta.
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