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SEGIO, NON BASTANO I DANNI CHE HAI GIA’ FATTO?

Publie le domenica 2 novembre 2003 par Open-Publishing

Sergio Segio, ex-leader di Prima linea, non sembra accontentarsi dei danni
catastrofici da lui (e da tutto il brigatismo italiano) inferti alle lotte
dei movimenti, dei lavoratori/trici, degli antagonisti e degli
anticapitalisti nel nostro paese. E su "La Repubblica" di oggi rilancia,
prendendo di petto il movimento antiliberista, il sindacalismo di base
(insomma, i COBAS), i disobbedienti.

L’accusa’ Saremmo tutti/e infiltrati dalle Brigate Rosse e per giunta
faremmo finta di non vedere e di non sentire. La demenziale tesi - che
rilancia alla grande la martellante campagna sul tema condotta dal
quotidiano "Libero" e da altre testate che interpretano la volontà
governativa di spazzare via il movimento e in primo luogo le sue componenti
più antagoniste ’ vorrebbe essere "autorevole" non solo sulla base della
riconosciuta esperienza in ammazzamenti e infiltrazioni che Segio può
indubbiamente vantare, ma anche dell’"internità" al movimento che Segio
sbandiera.

Segio non ha dubbi: "Le Brigate Rosse coabitano nel movimento, hanno
infiltrato il sindacalismo di base. Sono interne alle loro sedi, al loro
dibattito politico". E "Repubblica" ci fa il titolo: "Infiltrato il
sindacalismo di base". Però, Carlo Bonini, l’intervistatore, si fa scrupolo
di chiedere quali sono i fatti che suffragherebbero tale tesi. E
l’ineffabile ex-killer colpisce ancora con acume: "Le storie politiche dei
brigatisti sono il calco di battaglie e parole d’ordine patrimonio del
sindacalismo di base e del Movimento: dalla lotta per la casa a quella
contro il lavoro interinale".

Capito che argomento? Siccome parlano di casa e di lavoro precario, sono
infiltrati tra chi, come i Cobas o altre componenti di movimento, la
battaglia su tali temi la fa tutti i giorni. Con tali argomenti bisognerebbe
cercare anche nelle parrocchie, nelle ONG, nell’associazionismo cattolico,
nel volontariato, tra i boy-scouts che tali argomenti li trattano spesso,
seppur non con la nostra continuità. O magari, visto i Cobas sono
antimperialisti, che abbiamo osteggiato la guerra in Afghanistan e in Iraq,
ci si potrebbe addebitare anche Al-Qaeda e soci, che, anch’essi, si
dichiarano nemici dell’imperialismo USA.

Per la verità, un altro argomento
Segio lo offre: a margine di una manifestazione a Milano avrebbe visto un
tizio staccarsi da un corteo e scrivere "Galesi spara ancora" e nessuno lo
avrebbe fermato. Ma a parte che, non avendolo fermato lui, ora sarebbe
anch’esso complice/infiltrato, su una minchiata del genere ci si costruisce
una pagina di teorema accusatorio?

La ultra-provocatoria smania di protagonismo di Segio, che per tale smania
sostenne la tesi opposta dopo l’uccisione di Biagi (cfr "La Repubblica" e
ANSA del 21 marzo 2002: "I brigatisti sono autoreferenziali, fuori dal
dibattito e dal conflitto sociale, isolati dalla realtà’Gli schemi
interpretativi che adottano, così come la scelta degli obiettivi, dimostrano
il loro profondo isolamento? L’accenno all’art.18 per giustificare
l’obiettivo Biagi è il segno dell’assoluta estraneità all’ambiente
sindacale"), meriterebbe solo disprezzo. Ma poiché viene usata pesantemente
contro di noi e il movimento, ci costringe a ricordare quello che chiunque
sia in buona fede e ci conosca appena sa perfettamente.
Noi abbiamo sempre considerato il brigatismo, di ieri e di oggi, (la folle
idea di far crescere l’opposizione al sistema ammazzando avversari politici)
distruttivo e catastrofico per ogni prospettiva di miglioramento sociale,
per i movimenti di massa, per coloro che vogliano cambiare radicalmente la
società, per chi si oppone alla società capitalistica e vorrebbe che
sparisse il dominio del profitto e della mercificazione globale.
Sempre, all’interno dei movimenti e fuori, tra i lavoratori e i giovani,
abbiamo fatto il possibile, oggi come negli anni ’70, perché nessuno/a desse
ascolto e seguito alle folli proposte brigatiste, e perché tutti
continuassero invece la propria lotta sociale, sindacale e politica alla
luce del sole e a viso aperto.

Ciò resta nostro impegno attuale: ma con la coscienza che oggi il "canto"
del minuscolo cenacolo di "sirene folli", che propagandano gli ammazzamenti,
cade nell’assoluta ostilità e disinteresse da parte di tutti/e coloro che
fanno il movimento.

Piero Bernocchi portavoce Cobas scuola Roma, 29 ottobre 2003