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Scanzano Ionico: il "cimitero" del nucleare italiano...
Publie le giovedì 20 novembre 2003 par Open-PublishingSarà costruito in Basilicata, a Scanzano Ionico, il "cimitero" del nucleare italiano. Non
lontano dal mare. Lo ha deciso con un blitz a sorpesa il Consiglio dei ministri, dopo anni di
polemiche sulla scelta di un sito adatto per seppellire questa ingombrante eredità del passato, 55 mila
metri cubi di scorie radioattive ereditate dalla stagione dell’atomo e di altri 25 mila metri cubi
che verranno dallo smantellamento delle centrali. Il decreto legge approvato oggi prevede la
costruzione del un deposito nazionale dei rifiuti radioattivi entro il 2008.
Sarà un’"opera di difesa militare, di proprietà dello Stato" e dovrà ospitare circa 80 mila metri
cubi di scorie di II e III categoria, cioè con un tempo di vita di migliaia di anni, oggi
custodite in depositi sparsi per l’Italia. L’operazione verrà gestita dal Commissario del Governo il
Generale Carlo Jean e realizzata dalla Sogin, società guidata dallo stesso generale Jean, con uno
stanziamento previsto di 500 euro nel 2003 e poi 4,5 milioni l’anno per il 2004 e 2005.
Scanzano Ionico è un comune di circa 6 mila abitanti, vicino a un centro Itrec-Enea, nel quale si
trovano già 2.724 metri cubi di scorie altamente contaminate. Il sito è fra quelli individuati in
precedenti studi per le sue caratteristiche di stabilità del territorio. La mossa a sorpresa del
governo viene spiegata con la necessità di garantire condizioni di "massima sicurezza per la
raccolta, lo smaltimento e lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi" in coincidenza con una situazione "di
maggiore gravità in relazione alla diffusa crisi internazionale".
Il deposito nazionale è "un’opera indifferibile, urgente e di publica utilità" che verrà però
integrata con altre strutture per "servizi di alta tecnologia e la promozione dello sviluppo del
territorio". In attesa della conclusione dei lavori, le scorie oggi disseminate in decine di depositi
sul territorio, verranno stoccate in "strutture temporanee".
Gli ambientalisti locali si sono già dichiarati "sconcertati" per la scelta.
E’ stata dunque abbandonata l’idea di costruire venti siti, uno in ogni regione, per mettere in
sicurezza le scorie disseminate nel paese.
La proposta, avanzata dal ministro per i Rapporti con il parlamento Carlo Giovanardi quest’estate,
aveva lasciato scettici gli scienziati per gli altri costi del progetto. E cade cade anche
l’ipotesi di stoccare le scorie all’estero, in Siberia, dopo una prima apertura di Mosca.