Home > «Sulla Cecenia non cambio idea»
Berlusconi insulta l’europarlamento e scrive a Sofri che lo contesta: «Questione di diplomazia»
«In termini politici resto della mia opinione» sulla Cecenia. Silvio Berlusconi, ineffabile
presidente di turno dell’Unione europea, non solo sbeffeggia la deplorazione del parlamento europeo per
le sua visione leggendaria del genocidio russo in Cecenia, ma argomenta il suo ruolo di legale
personale di Putin anche in un carteggio (sul Foglio di oggi) con Adriano Sofri. Il cavaliere liquida
sprezzante il voto di Strasburgo: «E’ fondato sul nulla». Parole alquanto indigeste per
l’euroassemblea, il cui presidente, Pat Cox, lascia trapelare la sua irritazione attraverso il portavoce
David Harley: «Cox - riferisce diplomatico ma inequivoco - troverebbe difficile credere che il
presidente Berlusconi abbia voluto rilasciare dichiarazioni in alcun modo irrispettose del parlamento
europeo».
Ma non contento il cavaliere si cimenta anche in un certamen con Adriano Sofri sulla spinosa
questione cecena. «Comincio oggi un digiuno che risponda alla sua improvvida dichiarazione sulla
Cecenia, e la esorti a correggerla - scrive Sofri al Foglio - Lei, qualunque motivo l’abbia spinta, lei
ha negato un tentato genocidio. Dico genocidio, e non alla leggera. Lei ha parlato di leggende».
L’ex leader di Lotta continua rileva come anche il concetto di violazione die diritti umani sia
limitativo di fronte allo sterminio di «un quinto o un quarto» della popolazione cecena perpetrato
con la guerra dal governo russo. «Io non aborro meno di lei il terrorismo ceceno», continua Sofri
spiegando come il patriottismo degradato «a terrorismo sciovinista o islamista» non cancelli
massacri, torture, sequestri, stupri, assassinii, referendum «farseschi». Dunque, conclude Sofri: «Dica
che si è sbagliato. Che non vuole farsi complice del dolore e dell’umiliazione di quelle persone.
Dica solo che la pena e la vergogna per tutte quelle vite spezzate e violate sono anche la sua pena
e la sua vergogna».
Ma il gratuito patrocinante di Putin non ritratta la sua arringa. «Nell’incontro con il presidente
della Federazione russa - risponde Berlusconi - ho cercato di chiarire, contro ogni ipocrisia e
manipolazione dei fatti, un punto di vista strettamente diplomatico e di stato sulla complessa
situazione della Cecenia all’indomani del referendum sul nuovo statuto di quella provincia». Ovvero:
«Lì si è svolta una consultazione di rilievo politico, e l’Europa non ha ritenuto di dover
partecipare con suoi osservatori. Ma non potevo e non posso prescindere dal vincolo costituito dalla lotta
al terrorismo e dal rispetto per la sovranità statale russa, elemento basilare di ogni rapporto
tra governi». Quanto al genocidio, prosegue il premier rivolto a Sofri, «so perfettamente - che la
sofferenza del popolo ceceno, come lei scrive, non è una ’leggenda’, e a quella parola ho fatto
ricorso solo ed esclusivamente per sottolineare alcune distorsioni mediatiche e un certo partito
preso ideologico che rischiano di peggiorare la situazione e la stessa ricerca di una soluzione
stabile e pacifica per una regione che ha pagato già un prezzo così alto in termini di distruzioni e di
vite umane». Ultima parola a Pannella, che giustamente invoca un nuovo intervento di Strasburgo.