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L’ex Prima linea Segio: «Br nel movimento». Fi: «E nella Cgil». L’ira di Epifani
ROMA
Tutti contro Sergio Segio, dai Cobas ai Disobbedienti passando per i Social forum. L’ex leader di Prima linea, in un’intervista a Repubblica, ha detto che «le Brigate rosse, sebbene ne siano componente ultraminoritaria, sono e coabitano nel movimento, hanno infiltrato il sindacalismo di base. E non sono affatto `nuove’». «Se diamo - insiste Segio - uno sguardo alle biografie di Laura Proietti e Roberto Morandi, le loro storie politiche sono il calco di battaglie e parole d’ordine patrimonio del sindacalismo di base e del Movimento: dalla lotta per la casa a quella contro il lavoro interinale». L’ex capo di Prima linea parla del centro sociale Blitz, frequentato negli anni 80 da Mario Galesi (il neobr rimasto ucciso sul treno Roma-Arezzo), come di un «luogo del movimento e di reclutamento», attacca «l’ex dirigenza brigatista» per la superficialità dei giudizi su i neobrigatisti paragonati a serial killer e accusa Luca Casarini di non voler aprire «una battaglia politica che affermi l’impraticabilità e il carattere eticamente e storicamente inaccettabile della lotta armata». E’ in buona compagnia, Segio. Il leghista Calderoli, propone un’inchiesta su sindacati e Br, mentre il portavoce forzista Bondi invita «la Cgil a riflettere su alcune presenze al suo interno». L’oscar dello sciacallaggio va comunque a Brunetta, europarlamentare azzurro, che accusa la Cgil di «comportamenti eversivi sul fronte delle relazioni sindacali», chiedendo di «non meravigliarsi se frange dell’eversione e del terrorismo si inseriscono nelle ali più estreme del sindacato».
La risposta di Epifani non si fa attendere. «La Cgil non cadrà in questa provocazione», dice il leader della Cgil. «Mi verrebbe da dire - aggiunge a proposito delle affermazioni di Bondi - che si commentano da sole. Ma forse è utile aggiungere una cosa. Vedo molta slealtà e un pizzico di furbizia: spostare il confronto da quello che vede in campo il governo e il sindacato ad altre questioni». Cobas e Sincobas hanno risposto per le rime, ricordando di aver sempre combattuto il terrorismo e respingendo la criminalizzazione. Segio ha poi chiarito di non accusarli di connivenze o altro, insistendo però sul fatto che i presunti neobrigatisti presentano profili di «militanti comunisti» e «avevano in tasca tessere sindacali» (Cobas, Rdb ma anche Fiom e Cgil). Luca Casarini è indignato: «Si cerca di criminalizzare un movimento nuovo, che non è la riedizione degli anni 70 ma li ha attraversati in modo critico». Una decisa presa di posizione dal Gruppo di continuità italiano del Foro sociale europeo: «Consideriamo inaccettabili e inaudite le dichiarazioni di Sergio Segio. Inaccettabile e inaudita - si legge in una nota - è qualsiasi sovrapposizione tra il movimento dei movimenti che si batte per la pace, la giustizia e la democrazia e l’identità, la logica e le scelte di chi ha compiuto e rivendicato gli omicidi delle cosiddette nuove Br».