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Trattati europei, un referendum per cancellarli

par Checchino Antonini

Publie le lunedì 24 febbraio 2014 par Checchino Antonini - Open-Publishing

Mentre il panorama politico sembra occupato solo da europeisti senza se e senza ma o ambigui no-euro spunta l’idea di far scegliere ai popoli

A metà marzo, il movimento politico Ross xvV consegnerà alla Presidenza della Camera dei Deputati la petizione che chiede, sulla base del precedente del 1989, la convocazione del referendum di indirizzo costituzionale sull’approvazione o meno dei Trattati Europei da parte dell’Italia. Contestualmente è stato chiesto un incontro con i diversi gruppi parlamentari affinchè si facciano carico in Parlamento della richiesta di convocazione del referendum sulla base del precedente del 1989.

L’approvazione del Fiscal Compact, del Mes oggi e quelle più datate dei Trattati di Maastricht e di Amsterdam, rappresentano dei vincoli micidiali che ipotecano il presente e il futuro degli interessi popolari e della democrazia. La recessione, la disoccupazione di massa, l’impoverimento di quote crescenti della popolazione ne sono la visibile conseguenze. Ross xvV , il movimento politico anticapitalista trasversale (nato su impulso di Sinistra anticapitalista, della Rete dei Comunisti e di settori di Rifondazione comunista) continua ad affermare che «l’Unione Europea è il problema non la soluzione».

In diverse città italiane la petizione viene sottoscritta da centinaia di persone nei banchetti in piazza, davanti agli ospedali, ai mercati e nei posti di lavoro, incontrando un consenso ampio «e inaspettato solo per chi da troppo tempo ha rinunciato a confrontarsi con le esigenze reali e il senso comune dei settori popolari nel nostro paese».

Nelle prossime settimane gli attivisti di Ross xvV aumenteranno le iniziative di informazione e raccolta delle firme per il referendum nelle varie città.

Nella Capitale sono previsti due presidi a ridosso dei palazzi istituzionali. Il primo giovedi 27 febbraio a Largo Goldoni, il secondo giovedi 6 marzo a Torre Argentina, dalle 17.00 in poi. Il giorno previsto per la consegna della petizione e delle firme alla Presidenza della Camera dei Deputati, Ross xvV convocherà una manifestazione e una conferenza stampa sotto Montecitorio. «Vogliamo costruire l’unità delle forze antagoniste, in totale alternativa al centrosinistra - si legge nel manifesto dell’organizzazione - Il nostro non è anticapitalismo da convegno, non serve ad abbellire il mondo che ruota attorno al PD. Il nostro è un progetto di rottura. Nell’ambito di questa impostazione affermiamo con rigore e intransigenza l’urgenza dell’unità antagonista, indicando le responsabilità di chi si attarda a difendere le proprie macerie. Rottura e unità viaggiano assieme. Lotte ci sono qua e là, ma non c’è un movimento di lotta. Cgil, Cisl, Uil e PD per ora riescono a controllare la situazione e ad evitare che le singole lotte si colleghino. Al contrario noi vogliamo costruire ovunque possibile la rivolta sociale, e dentro di essa far crescere la coscienza della rottura, il rifiuto del riformismo. Nessuna blandizie verso la retorica del movimentismo senza movimento reale, su cui galleggia un piccolo ceto sempre più attratto dal sistema PD».

Solo una settimana fa, il coordinamento politico di Ross xvV ha ribadito come la crisi dimostri che «i margini del vecchio riformismo sono inesistenti. Il progetto di riorganizzazione capitalista a spese del lavoro, dei diritti e dello stato sociale, per la privatizzazione del pubblico va avanti. Ciò che cerca continuamente questo progetto è una stabilizzazione di regime politico e sindacale, con la brutale repressione di chi è fuori dal perimetro delle scelte consentite. Il governo Renzi diventerà un avversario più pericoloso degli altri di questi anni perché unisce davvero tutti i poteri forti, il sistema di potere europeo, gli apparti ed il consenso del centrosinistra e di parte della destra. Inoltre è espressione della spregiudicatezza neocraxiana delle nuove caste politiche».

La controriforma elettorale, se approvata, renderà impossibile, per una fase almeno, la presenza in parlamento di sinistre alternative al centro sinistra. Questo, per Ross xvV cambia radicalmente il quadro e le funzioni dell’agire politico a sinistra: «basta con la priorità elettorale, nessun interesse per le sinistre del centrosinistra». «Nei municipi sta nascendo un sistema di esperienze e forze alternative al centrosinistra, questo è un terreno su cui lavorare anche per costruire congiunzioni tra iniziative elettorali e movimenti sociali radicali. Occorre fronteggiare la dura e crescente repressione che colpisce i movimenti e le lotte».

La campagna per il referendum contro i Trattati Europei marcerà con l’organizzazione della manifestazione del 12 aprile come appuntamento contro l’Unione europea di tutte le forze antagoniste e della sinistra alternativa alle destre e al Centrosinistra. E, in parallelo, Ross xvV proseguirà la sua campagna sulla democrazia sindacale e sulla unità del sindacalismo conflittuale mentre cercherà un confronto con il movimento delle liste alternative modello Messina e Pisa o Repubblica romana per la tornata delle amministrative.

Tra le anime del movimento, invece, non è stato possibile giungere a un’adesione alla lista TSIPRAS «per evidenti ragioni dovute alla sua composizione e ai suoi contenuti programmatici, fermo restando il rispetto verso le libere scelte individuali». Il coordinamento ha comunque riconosciuto la necessità di definire il percorso politico e la funzione di Ross xvV , «di cui registriamo le evidenti difficoltà che hanno portato a non avere un ruolo nelle elezioni europee. Il congresso costituente di fine giugno dovrà sciogliere tutti i nodi».

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