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«Tutti in corte d’assise». Ci sarà un processo per chi arrestò Giuseppe Uva
par Checchino Antonini
Publie le domenica 16 marzo 2014 par Checchino Antonini - Open-PublishingVarese, il caso Uva non si archivia: imputazione coatta per omicidio preterintezionale, arresto illegale e abbandono di incapace. Bocciato il pm Abate
Arresto illegale, omicidio preterintenzionale e abbandono d’incapace: «Tutti in corte d’assise», esclama Fabio Anselmo, legale della famiglia di Giuseppe Uva. «E forti critiche ad Abate», aggiunge. E non poteva essere altrimenti visto che da anni il pm di Varese, Agostino Abate, si opponeva con fermezza all’idea di mandare sotto processo i sei poliziotti e i due carabinieri che ebbero a che fare con l’arresto e con la permanenza in una caserma di Giuseppe Uva fino a ridurlo così malconcio da farlo ricoverare nell’ospedale dove sarebbe morto poche ore dopo. Tutti in corte d’assise, dunque. Ci sarà un processo anche se perfino oggi, per ben tre ore, il pm era tornato a chiedere l’archiviazione. E forse si scoprirà che non era malasanità, come aveva cercato di dimostrare invano l’ormai noto pm ma malapolizia. Come Cucchi, Aldrovandi, Ferrulli, Rasman, Budroni... primi nomi di una lista che pare interminabile. «Ce l’abbiamo fatta!», dice Lucia in fondo a sei anni di sforzi e ostilità da parte della procura.
Giuseppe Uva incappò in una Gazzella dei carabinieri la notte del 14 giugno del 2008. Con lui c’era Alberto Biggiogero che avrebbe avuto la grazia di essere ascoltato solo sei anni dopo in un interrogatorio che è parso più un atto d’accusa che l’ascolto di una persona al corrente dei fatti. Anche di quell’interrogatorio ha discusso il Gip. «Avevamo ragione su Giuseppe Uva. Imputazione coatta per quattro reati: arresto illegale, abuso di autorità su arrestato, abbandono di incapace. Ma soprattutto: OMICIDIO PRETERINTENZIONALE.Sempre con te Lucia Uva», scrive Adriano Chiarelli, regista del docufilm sul caso, NEI SECOLI FEDELE - IL CASO DI GIUSEPPE UVA, che gl’è costato ben sei querele da parte dei poliziotti che andranno sotto processo.
«Finalmente dopo sei anni comincia a emergere nella maniera più chiara la verità sulla morte di Giuseppe Uva», dice all’Adnkronos il presidente della commissione per la Tutela dei diritti umani Luigi Manconi. «I tentativi di occultare la verità messi in atto dal pubblico ministero Agostino Abate - sottolinea il senatore del Pd - sono stati totalmente ribaltati dall’ordinanza del gip, che ha disposto l’imputazione coatta di quei carabinieri e poliziotti che avevano trattenuto per quasi tre ore Giuseppe Uva all’interno di una caserma di Varese. Questo risultato si deve interamente all’intelligenza e alla tenacia di Lucia e dei familiari di Uva».