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USA: esportati strumenti di tortura per 20 milioni di dollari

Publie le venerdì 5 dicembre 2003 par Open-Publishing

Nel 2002 gli Usa hanno esportato strumenti per elettroshock del valore di
14,7 milioni di dollari e 4,4 milioni di dollari di strumenti di
costrizione (ceppi, manette...) a Paesi denunciati dal dipartimento di
Stato per il continuo uso della tortura. Lo rivela il recente Rapporto "I
mercanti del dolore" di Amnesty International che denuncia come nello
stesso anno gli Usa hanno esportato in Arabia Saudita oltre nove
tonnellate di ceppi per incatenamento di ferro. "Nonostante la tortura sia
tuttora in auge in Arabia Saudita, la Smith and Wesson non si è fatta
alcun problema ad esportare 10mila ceppi a Riyadh e l’Amministrazione Bush
ad approvarne la vendita" - nota William F. Schulz, Direttore Esecutivo di
Amnesty International Usa (AIUSA).

Gli Usa sono uno dei pochi paesi a richiedere l’emissione di licenze di
esportazione per il trasferimentodi "strumenti di costrizione", ma -
sottolinea Amnesty Usa - "l’Amministrazione Bush sta violando lo spirito
della stessa legge sull’esportazione approvando la vendita di questi
strumenti a Paesi che li usano per la tortura".
Tra i Paesi ai quali gli Usa hanno venduto "strumenti di costrizione",
appaiono altri Paesi dove la tortura e’ tuttora in vigore come lo Yemen,
la Giordania, il Marocco Bangladesh, Brasile, Equador, Ghana, Honduras,
India, Libano, Thailandia, Turchia e Venezuela, ma anche Paesi come la
Francia, la Germania, la Svizzera, l’Olanda, l’Italia dove sono stati
importati manganelli elettrici, pistole con proiettili per stordire e
immobilizzare e strumenti per elettroshock.

Gli Usa non sono l’unico produttore ed esportatore di questi strumenti: al
mondo vi sono infatti 856 compagnie che li producono dislocate in 47 Paesi
e, tra questi spiccano Taiwan, la Cina, e la Corea del Sud che, insieme,
dominano il mercato degli strumenti per elettroshock. Per quanto riguarda
il periodo 1999 â?? 2003, Amnesty International ha individuato almeno 59
aziende che producono armi da elettroshock in dodici paesi: Brasile, Cina,
Corea del Sud, Federazione Russa, Francia, Israele, Messico, Polonia,
Repubblica Ceca, Stati Uniti d’America, Sudafrica e Taiwan.
Sono pochi i governi che controllano adeguatamente la produzione, la
vendita e l’esportazione di equipaggiamento di polizia e di sicurezza.

La
Commissione Europea ha presentato una bozza di Regolamento commerciale
che, se applicato, potrebbe impedire l’esportazione dagli Stati membri di
equipaggiamento il cui scopo primario è la tortura (come i ceppi di ferro
e le cinture elettriche) e sottoporre a rigoroso controllo l’esportazione
di equipaggiamento che la Commissione considera legittimo se usato nel
corso di operazioni di polizia ma che potrebbe essere usato per torturare
(come i gas lacrimogeni e le armi elettriche stordenti). Il comunicato
dell’Associazione nota che "Amnesty International apprezza questi passi in
direzione di un controllo, ma ritiene che il testo del Regolamento
commerciale dovrebbe essere reso più stringente" e "chiede che il loro uso
sia sospeso in attesa di indagini rigorose e indipendenti". [GB]