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VI RACCONTO GLI ALEMANNO - parte prima

par lucio galluzzi

Publie le domenica 14 dicembre 2014 par lucio galluzzi - Open-Publishing
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Alemanno squadrista con il suo amico Amendola




Dopo una "giovinezza-giovinezza" fatta di tantissimo nero, Fronte della Gioventù, Ordine Nuovo, squadrismo che lo porteranno al gabbio a Rebibbia, nel 1982, nello stesso carcere insieme a Carminati e Buzzi [ma che coincidenze!], il poveretto per un po’ di anni, circa una decina, rientra nelle fogne, come tutti i fascisti del periodo 1982/1992.

Non dimentichiamo che "er piccoletto" è genero del [per fortuna defunto] Pino Rauti, il fascistone storico italiano, che in una intervista del TG3 [allora era deputato], alla domanda su cosa andasse fiero della sua attivtà politica del periodo, rispose: "Essere riuscito a far assimere alla RAI mia figlia Alessandra".

il matrimonio Rauti Alemanno
il matrimonio alemanno - rauti

Comunque quella destra, l’Alemanno-Fini, uscita fallita dal congresso di Fiuggi, zeppa di impresentabili e pure innominabili, viene sdoganata da Berlusconi, che "sceso" in campo nel 1993/94, per essere sicuro di farcela, porta dentro a Forza Italia tutta la feccia possibile e anche peggio.
Alemanno così, riverginato direttamente da Arcore, viene nominato Ministro delle Politiche Agricole [il dicastero più inutile della storia di questa Repubblica delle Banane] nel Governo Berlusconi e poi diventa, purtroppo per la Capitale e l’Italia tutta, Sindaco di Roma.
Il 30 marzo 2006 muore in un incedente stradale Giuseppe “Peppe” Dimitri, ex Avanguardia nazionale, ex Terza posizione, ex Nar, soprannominato "er comandante". Al suo funerale, tra simboli e stendardi

fascisti e neonazisti, partecipano molti membri del Terzo Governo Berlusconi:

in testa c’è Alemanno [Ministro Politiche Argricole];
Vincenzo Piso, ex Terza posizione, coordinatore Pdl nel Lazio;
Marcello De Angelis, ex Terza posizione, deputato Pdl e direttore de Il secolo d’Italia;
Fabio Rampelli, deputato del Pdl;
Barbara Saltamarini, già provinciale di An, deputata del Pd;
Giorgia Meloni, Marco Marsilio, Luca Malcotti e Pietro Di Paolo [assessore laziale con delega ai rifiuti]...
Quella destra radicale e Almirantiana aveva aderito in modo assoluto al progetto Berlusconiano, tant’è che ancora oggi i vari La Russa, Gasparri, Storace, la Mussolini, Fiore, l’Alemanno medesimo... e la papessa nera Donna Assunta, vuoi o non vuoi, sono sempre sulla cresta non dell’onda, ma dell’oca.
L’Alemanno "ripulito" da Berlusconi, tra i suoi collaboratori aveva Giorgio Magliocca, già arrestato con l’accusa di concorso esterno in associazione camorristica.
E’ stato arrestato anche il consigliere regionale Pdl della Calabria Francesco Morelli, da Alemanno sponsorizzato in campagna elettorale: Franco Morelli, risulta tra i fondatori di Area, la rivista di destra sociale che fa capo proprio al sindaco di Roma. 
Alemanno è stato pure ascoltato dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano ed ha dovuto giustificare i suoi contatti con Giulio Lampada, il boss della ’ndrangheta arrestato il 1° dicembre nell’inchiesta sulle infiltrazioni nel mondo della politica, dell’economia e della magistratura del clan Valle.
Il costo della "struttura di supporto" [dal Capo di Gabinetto in avanti] del corso Alemanno al Comune di Roma costa 20 milioni l’anno, raddoppiato rispetto al suo predecessore Veltroni.
Diverse sono le operazioni poco chiare o con palesi conflitti d’interesse. 
Stefano Giovannini, il manager scelto da Alemanno per dirigere la compagnia assicurativa del Comune di Roma [AdiR], è anche alla guida della società [Italbrokers] che si è aggiudicata il servizio di consulenza e brokeraggio assicurativo del colosso Acea [controllato anch’esso dal Campidoglio].
La parentopoli che si è sviluppata sotto la sua gestione nelle aziende partecipate dal Comune di Roma è a dir poco vergognosa.
In due anni 854 assunzioni all’Atac, 100 all’Ama. 
Tra di loro c’è la moglie dell’assessore De Lillo, la compagna dell’ex deputato di An Marco Marsilio, il sindacalista Gioacchino Camponeschi, una cubista, molte persone di Guidonia [il paese dell’ex Amministratore Delegato di Atac Adalberto Bertucci], il fioraio, il nipote di Bertucci e la sua segretaria, la compagna, il cognato, la segreteria e due uomini di Sergio Marchi [assessore ai Trasporti], la compagna di Marco Visconti [delegato del sindaco all’Emergenza abitativa], due ex Nar.
Il Gianni Letta di Alemanno e campione capitolino del familismo allargato è Franco Panzironi, l’onnipotente amministratore-padrone dell’AMA: la municipalizzata che si occupa dei servizi ambientali e della raccolta rifiuti. 
E’ lui al centro della parentopoli romana ed è Panzironi che aveva favorito la straordinaria ascesa di Stefano Andrini, ex picchiatore fascista, ai vertici dell’azienda. 
Andreini, una vita di turbolenze a sfondo fascista, era stato condannato a 4 anni e 8 mesi per tentato omicidio e lesioni aggravate. 
Nonostante privo di curriculum, ma con l’appoggio di Alemanno, si ritrova promosso Amministratore delegato di Ama.
Come responsabile delle Risorse Agricole, è invischiato nello scandalo Parmalat:
"Alla fine del 2001 la Parmalat sommerge l’Italia di spot su un latte presentato come fresco, ma in realtà imbottigliato a Gransee, in Germania, anche due settimane prima della vendita. Gli altri produttori insorgono. E il governo all’inizio si schiera con loro. Tant’è che l’ispettorato antifrode del ministero multa la Parmalat. Il 13 marzo 2002 il ministro diffida la Parmalat a distribuire il Frescoblu, ma al contempo istituisce con il collega della Salute, Girolamo Sirchia, una commissione per studiare il caso. Il 17 maggio la commissione approva la microfiltratura e un mese dopo Alemanno dà il via libera per decreto. Tanzi, arrestato nel dicembre 2003 e interrogato dai pm di Milano nel gennaio 2004, racconta che il primo voltafaccia di Alemanno pro-Frescoblu non fu proprio gratuito e disse: Sul ministro sono intervenuto personalmente e inoltre, tramite Bernardoni, ho erogato allo stesso delle somme di denaro. Gli inquirenti scoprono che effettivamente Alemanno ha ricevuto un finanziamento di 85mila euro dalla Parmalat, sotto forma di pubblicità sulla sua rivista «Area».Gli inquirenti scoprono che il ministro è pure andato in vacanza gratis a Zanzibar con moglie e figlio a Natale del 2002, per un costo (non pagato) di 14.253 euro. Per le Fiamme gialle «La data di partenza del 28 dicembre 2002 coincide con il termine dei lavori della seconda commissione interministeriale sul latte microfiltrato», quella che ha reso legale la vendita di Parmalat. Tuttavia sarà "assolto per non aver commesso il fatto".

pino rauti e la figlia isabella
Pino Rauti con la figlia Isabella


La sorella Alemanna, la Gabriella, assunta al Ministero dell’Economia, e prima Direttore delle Strategie dei Monopoli di Stato, poi Berlusconi la promuove Direttore dell’Agenzia del Territorio.
Con Lei alla guida le spese crescono e, secondo Il Fatto Quotidiano, sarebbero poco meno di un milione e mezzo di euro di spese per comunicazione istituzionale e rappresentanza. 
Spese in rinfreschi, pranzi, convegni e mostre [il doppio del costo delle bollette telefoniche delle sue cento sedi]. 
Nonostante guadagni 300 mila euro lodi all’anno, il direttore dell’Agenzia che dovrebbe occuparsi di catasto e conservatoria, Gabriella Alemanno, ha speso migliaia di euro in pranzi e cene di rappresentanza pagati con la sua carta di credito aziendale. A spese del contribuente. 
E’ riuscita a pagare con i nostri soldi persino una cena a Cortina a suo fratello a margine di un evento sponsorizzato dall’Agenzia diretta dalla sorella e dall’Acea, controllata dal fratello. 
Una vera abbuffata di conflitti di interessi. 
 Per non parlare delle fatture delle gioiellerie: non si comprende come mai l’’Agenzia compri 30 uova di struzzo decorate per 3 mila e 240 euro dalla gioielleria Peroso. «Sono state donate a rappresentanti di Stati esteri per esigenze di rappresentanza»
L’Agenzia ha comprato anche 12 bicchieri in vetro soffiato dalla signora Maria Bonaldo di Mestre: prezzo 1296 euro e destinazione ignota. L’Agenzia il 22 agosto del 2011 ha pagato 780 euro per ospitare a cena al Villa Oretta di Cortina ben undici persone. 
Oltre ai dirigenti di Ance, Confedilizia e Scenari Immobiliari, c’era anche «il sindaco di Roma Gianni Alemanno più ospite direttore Agenzia».
Quando si muove il direttore Gabriella Alemanno sembra un capo di Stato. Il 14 agosto del 2011 è a Cagliari e pranza con il Prefetto, due avvocati dello Stato e dirigenti delle agenzie del territorio e del demanio. La spesa per 13 pasti a base di pesce dal Corsaro Deidda è di 890 euro. Il 10 maggio del 2011 la Alemanno è volata in Veneto e mangia all’osteria da Fiore a Venezia . Il conto è di 810 euro. Oltre al presidente dell’ordine dei notai e al direttore dell’agenzia del Veneto, erano presenti tutti i controllori. C’era il responsabile audit dell’agenzia, il comandante regionale della Guardia di Finanza Walter Cretella Lombardo e il procuratore regionale della Corte dei Conti. Al momento del conto però nessuno ha messo mano al portafoglio. 
A “ Cortina Incontra” i convegni della famiglia Alemanno risultano gettonatissimi [gli invitati, infatti, non pagano il soggiorno]. 
 Il 12 agosto 2011 e c’era anche lui, Alemanno.
 Il 22 agosto sotto il tendone dell’Audi Palace lo ritroviamo in quanto alpinista. 
Il 19 agosto invece si parla dei risparmiatori: “Nel o sotto il mattone”. Interviene Gabriella Alemanno, già dirigente dei Monopoli di Stato e direttore dell’Agenzia del Territorio. 
Viene poi il 21 agosto. Si discute di “Politica, sostantivo al femminile”. Tra gli intervenuti Isabella Rauti, consigliera regionale del Lazio, figlia di Pino Rauti e moglie di Alemanno. 
Il caso dell’Alemanna Moglie, Isabella Rauti: emerge quando il coordinatore lombardo del Pdl, Mario Mantovani, in risposta al sindaco Alemanno, che aveva invitato a non candidare «mai più Minetti nei Consigli regionali», ha replicato: «Alemanno non è titolato a fare quelle osservazioni. Nel listino della Regione Lazio ha messo sua moglie, Isabella Rauti. Per cui stia zitto». Controbatte il sindaco: "Paragonare Isabella Rauti a Nicole Minetti è un atto di demenza che si commenta da solo. Isabella fa politica da quando aveva 13 anni e ha un curriculum che parla da solo." 
 Appunto, e grazie alla politica [cui è stata avviata dal padre Pino Rauti, già segretario nazionale del Movimento Sociale Italiano e parlamentare per cinque legislature] è stata Capo dipartimento del Ministero delle Pari opportunità e consigliera nazionale delle commissione Pari Opportunità, nominata da Maroni e Prestigiacomo.

pino rauti con almirante
Pino Rauti con Almirante

La cognata Alemanna, Alessandra:
Con il ritorno di Berlusconi al governo arrivano 14 "promozioni" di giornalisti a gonfiare ancora l’organico di Saxa Rubra e altri redattori in arrivo per occupare lo spazio che fu di Emanuela Falcetti.
E’ quanto avvenuto al Giornale Radio Rai, dove il direttore-berlusconiano Antonio Preziosi, con un coolpo di mano agostano, ha premiato i suoi fedelissimi, in barba all’austerity professata dal direttore generale. 
Pesanti i riflessi sulle già sofferenti casse di Viale Mazzini, dove premi, stipendi e carriere di tutti gli altri dipendenti sono bloccati da due anni. 
Furioso anche il sindacato: il cdr parla di nomine non adeguate alle esigenze di funzionalità della redazione e spara ad alzo zero su quelle che definisce “carrriere fulminanti”, identikit nel quale in molti riconoscono il neo capo redattore centrale, la “berluschina” Angela Mariella, record di “promozioni” in meno di due anni e la cognata del sindaco di Roma Alessandra Rauti, nuovo capo del Gr3.
Quando usci la notizia in un sito internet comparve il seguente messaggio: “sono Alessandra Rauti vostra lettrice, nonche’ cognata del sindaco di Roma e neopromossa in RAI. Per dovere di cronaca vi informo che la mia non e’ una “carriera fulminante”: da circa venti anni lavoro in questa azienda. Da tempo sono al Gr3 ed e’ stata semplicemente ufficializzata una posizione che ricoprivo da anni,”
Era entrata in Rai appunto 20 anni prima,ce l’aveva sistemata suo padre per l’appunto: Pino Rauti



Lucio Galluzzi


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Messaggi

  • Veramente Claudio Amendola, figlio di due attivisti del Pci, è sempre stato un compagno.

    Prima nel Collettivo Walter Rossi di Piazza Igea, poi nell’autonomia operaia ed infine in Rifondazione Comunista, cui mi risulta sia tuttora iscritto.

    Ed in una zona storicamente "nera" come quella del quartiere Balduina a Roma, è sempre stato uno che si è battuto, da giovane anche in termini fisici, contro i fascisti ...

    Il tizio della foto con Alemanno al primo Campo Hobbit quindi non è Amendola.

    Bensì un fascista che vagamente gli somiglia.

    L’unico legame tra Alemanno ed Amendola è che erano, e sono tuttora. vicini di casa.

    Perchè Galluzzi, nei suoi articoli in genere condivisibili, deve spesso perdersi in qualche minchiata a sensazione tipo questa ?

    • Ovviamente, per motivi anagrafici, Alemanno non può aver fatto parte di Ordine Nuovo.

      E lì probabilmente il Galluzzi fa confusione col suocero.

      Ed è anche falso che Alemanno sia stato in carcere con Carminati, anche se qui Galluzzi è scusato per il fatto che questa cosa l’aveva scritta prima di lui Repubblica. Nei sei mesi che il futuro "sindaco con la celtica" si è fatto a Rebibbia per un assalto a colpi di molotov contro l’ambasciata Urss a Roma, Carminati era in libertà provvisoria. Che poi i due, come sostiene Alemanno, non si siano mai conosciuti appare abbastanza improbabile, Carminati, pur non avendo mai fatto parte del FdG diretto da Alemanno, era comunque personaggio conosciutissimo nell’ambito della fascisteria romana.

      Del tutto gratuito ed anche molto grave è invece il riferimento di Galluzzi a Claudio Amendola che effettivamente era all’epoca un compagno ultra-impegnato in particolare sul versante dell’antifascismo. Tra l’altro ricordo una vigliacca aggressione di fascisti della Balduina a sua madre, all’epoca segretaria della locale sezione del Pci, e il legame di Claudio Amendola con Walter Rossi, il compagno uccisio proprio dai fascisti a Balduina nel 1977.

      Oltretutto, basta rivedere qualche vecchio film con l’Amendola giovane per rendersi conto che nei settanta era magrissimo ed aveva una fisionomia del tutto diversa da oggi e non era quindi allora nemmeno lontanamente somigliante al tizio della foto d’epoca con Alemanno.

      La cosa assurda è che questa minchiata è stata segnalata ieri al Galluzzi anche con commenti nei suoi blog personali ma si è ben guardato da rimuovere, nemmeno lì, la didascalia del tutto falsa di quella foto.