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Vuoto discorso del premier di fronte al parlamento europeo
Publie le giovedì 23 ottobre 2003 par Open-PublishingLa presidenza che non c’è
Vuoto discorso del premier di fronte al parlamento europeo — Da Berlusconi solo un’agenda di
vertici
A. D’A.
STRASBURGO - Sorride di gusto Berlusconi quando Martin Schulz inizia a parlare. Quando il tedesco
chiamato kapò finisce, il Cavaliere si fa serio, molto serio, ma non rimugina alcuna folle
stoccata. Si conclude infatti senza alcuno scandalo l’attesissimo ritorno di Berlusconi nel parlamento
europeo, le poche timide scintille si perdono tra un Tajani che si incarica di rispondere per il
capo e un difetto d’udito del premier. L’eurodeputato tedesco prova a spargere un po’ di pepe sulla
mattinata ripetendo domande sempre indigeste per la nostra maggioranza, la procura europea e il
mandato di cattura europeo. Ma tra Schulz e Berlusconi si intrufola Tajani (turno di parola giusto
dopo il tedesco) che nel suo intervento annuncia la discussione delle due direttive europee la
prossima settimana a Montecitorio. Il Cavaliere rimane così libero di dedicare la sua replica, scritta
e non a braccio come a luglio, all’attività della presidenza. E qui si lascia andare ad una delle
sue dissertazione preferite, su com’è duro il suo lavoro e di come lui è bravo e attivo. Dopo la
noiosissima sfilza di riunioni, meeting, consigli, incontri bilaterali, sedute, direttive approvate
e controversie risolte nei primi 100 giorni di una presidenza schiacciata tra vacanze estive e
natalizie (eppure la Danimarca nello stesso periodo ha concluso l’allargamento), Berlusconi
sottolinea la necessità di un superpresidente della Ue con «l’età e la forza» necessarie. Schulz fuori
microfono lo interrompe insinuando un «purché non Un resoconto senza notizie, proprio come il
consiglio, in cui Berlusconi (Prodi sì) non trovava le parole per le 26 candele accese dal liberale Graham
Watson in ricordo dei prigionieri europei di Guantanamo, e neppure per la richiesta di appoggio
avanzata dal comunista Francis Wurtz per il piano di pace alternativo che esponenti non governativi
israeliani e palestinesi firmeranno il 4 novembre a Ginevra. Oggi i capigruppo del parlamento
decideranno se far avanzare la richiesta di risoluzione contro l’Italia per «rischi gravi alla
democrazia» [per via del conflitto d’interessi e del predominio berlusconiano sui media], forse il
Cavaliere farà più notizia da assente.