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"C’é una contraddizione fra l’ostentazione sociale del governo e le misure adottate concretamente"
Publie le venerdì 10 dicembre 2004 par Open-Publishing
Bernard Thibault é segretario generale della CGT. Il dirigente sindacale é pronto
a discutere del "contratto di lavoro intermedio" proposto dal ministro Borloo.
Il ministro del Lavoro, Jean-Louis Borloo, ha appena proposto la creazione di
un "contratto di lavoro intermedio" per i lavoratori vittime di un licenziamento
economico e riprende l’espressione "previdenza sociale professionale" cara alla
CGT.
di Rémi Barroux
Lei é soddisfatto?
Non possiamo certo essere soddisfatti perché un rapporto propone di riflettere
sui rapporti di lavoro riprendendo un titolo che si ispira alla rivendicazione
avanzata dalla CGT. Non é banale. Ma non é perché si riprende il titolo o l’obbiettivo
che siamo d’accordo sul quel che ci sta dietro. Il nostro approccio ad una "previdenza
sociale professionale" non si riassume nel diritto di cui ogni lavoratore potrebbe
beneficiare quando é un licenziato economico. Esiste una dimensione che non viene
abbordata, il riconoscimento per il lavoratore del diritto di intervenire sul
modo di procedere stesso della sua impresa. Il trattamento della disoccupazione é una
cosa, la fondatezza dei licenziamenti un’altra.
Conta di discutere con Borloo del suo nuovo contratto per i licenziati?
Noi domandiamo discussioni, ovvero negoziati seri. Bisogna saperne di più di queste future riforme del governo, annunciate dando loro un nome fatto per sedurci. Se questo contratto ha come conseguenza quella di fare della precarietà la norma - che deve restare, come in tutta l’Europa, il contratto a tempo indeterminato -, non saremo favorevoli. Se cio’ mira ad impedire una rottura sociale dovuta alla perdita del posto di lavoro, allora possiamo discutere. Ma restiamo contrari alla tendenza che vuol fare sopportare alla collettività - nazionale o locale - le responsabilità dei datori di lavoro.
Pensa che sia possibile combinare più flessibilità dell’impiego e più sicurezza per il lavoratore?
Contesto radicalmente l’immagine di un diritto del lavoro francese troppo rigido perché troppo protettivo per il lavoratore. I datori di lavoro beneficiano di una notevole flessibilità per assumere e per ridurre i loro dipendenti. I tre quarti delle assunzioni si fanno con contratti a tempo determinato o a tempo parziale. Siamo il solo paese europeo ad avere una tale proporzione. Non ci raccontino storie! I datori di lavoro delle piccole imprese possono licenziare in 24 ore, senza difficoltà. Le imprese di meno di 50 dipendenti, senza commissione interna, occupano il 53% dei lavoratori. Cio’ rappresenta decine di migliaia di licenziamenti per i quali i lavoratori non hanno praticamente nessuna protezione.
Dunque Lei non é convinto della politica sociale del governo rappresentata dal progetto di coesione sociale del ministro Borloo?
Nel momento in cui ci si propone di discutere questo nuovo diritto, il governo ed i deputati della maggioranza riducono le possibilità di ricorso dei lavoratori nelle procedure di licenziamento.
Ma la giustizia si pronuncia in favore della reintegrazione dei lavoratori molti anni dopo il loro licenziamento, in imprese che, talvolta, sono scomparse...
Siamo i primi a deprecare la lunghezza di certe procedure. D’altronde, la CGT lancerà una grande campagna a proposito dei tribunali di conciliazione. Infatti il governo ha appena ridotto i mezzi a loro disposizione, con la conseguenza di allungare ancora i tempi. Siamo dunque favorevoli ad un’abbreviazione delle procedure, che pero’ non deve essere ottenuta a detrimento dei diritti dei lavoratori.
Cosa pensa delle proposte del governo sulle 35 ore?
Il metodo resta scandaloso. Quando la CGT ha incontrato il primo ministro a proposito del suo piano d’azione per il 2005, il 12 ottobre scorso, aveva posto chiaramente la domanda per sapere se si sarebbero scoperte le disposizioni decise attraverso la stampa. Raffarin, allora, aveva preso l’impegno che il governo avrebbe incontrato i sindacati, prima di qualsiasi annuncio pubblico. Mi accorgo che una volta di più scopriremo giovedi’, in occasione della sua conferenza stampa, gli arbitrati del governo. Quando si mettono una accanto all’altra le misure riguardanti l’aumento del contingente di ore straordinarie, l’estensione del ricorso alle ore da recuperare, la conferma della sparizione di un giorno festivo - un giorno rubato ai lavoratori -, questo ci riporta alle 39 ore, ovvero alle 40 ore. In tutti i campi vi é una contraddizione fra l’ostentazione sociale del governo e le misure concrete adottate.
Perché, di fronte a queste misure, non c’é una vera mobilitazione dei sindacati?
E’ vero che viviamo una certa atonia, un’assenza di iniziative sindacali coordinate. Sono il primo a deprecare questa situazione. Nelle categorie arriviamo a mobilitare spesso unitariamente ma a livello intercategoriale restiamo sparpagliati, divisi. Cerchiamo di rimediare. Ma la nostra presenza troppo debole, ovvero la nostra assenza, da certe categorie, da certi bacini di impiego, é per noi un handicap. Per questo lanceremo, a partire dal 13 gennaio 2005, una grande campagna di adesione al sindacato CGT.
Intervista realizzata da Rémi Barroux
Tradotto dal francese da Karl&Rosa
http://www.lemonde.fr/web/article/0,1-0@2-3224,36-390072,0.html