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Francia : dietro la "Star Academy" i giovani sognano la televisione
Publie le lunedì 27 dicembre 2004 par Open-Publishing
Hanno 6, 9 o 15 anni, guardano tutti i giorni degli adolescenti che diventano
vedettes della canzone e vogliono imitarli. Per loro, la celebrità catodica "giudizio
d’appello" dopo quello della scuola, é diventata la principale fonte di riconoscimento.
di Virginie Malingre
Le paillettes, il cinema e le star hanno sempre fatto sognare i giovanissimi.
Solo che oggi il sogno é diventato accessibile. Numerose trasmissioni, fra le
quali "Star Academy", ed é emblematico, hanno loro aperto gli orizzonti della
celebrità. In quattro anni di esistenza - la finale della stagione in corso,
mercoledi’ 22 dicembre, oppone Lucie, 17 anni, a Grégory, 21 anni - la trasmissione-culto di TF1, prodotta da Endemol, ha profondamente rimodellato l’immaginario dei bambini e degli adolescenti.
Gli insegnanti lo attestano, i sociologi lo confermano. I più giovani vogliono andare alla televisione, perché il piccolo schermo puo’ dar loro un’ora di gloria. "Star Academy non é la sola né la prima trasmissione ad accreditare questo sentimento. Altre, come "Graines de star" su M6, hanno aperto la via. Altre ancora, come "Popstars" o "A la recherche de la nouvelle star", su M6, sono seguite. Ma la trasmissione di tele-realtà di TF1 incarna queste nuove possibilità più di ogni altra.
Immediatamente, quando Endemol lancia il suo casting per la serie attuale, più di 10 000 candidati per soli 18 posti si precipitano. "Abbiamo visto arrivare molti candidati che sostenevano di aver frequentato scuole di canto o di danza. Non era cosi’ negli anni precedenti, si racconta da Endemol. Si trattava spesso di scuole recentissime, carissime, che hanno approfittato dell’effetto Star Ac’ e che manifestamente spesso non dispensavano un insegnamento di qualità."
Le attrezzature da karaoke ed i registratori a cassette - soprattutto quelli con su impresso "Star Academy" - sono vendutissimi, anche quest’anno, per le feste di Natale. Corsi di danza e di canto non hanno mai avuto tanti appassionati.
In generale, tutto quello che permette più o meno ai giovani di accedere al mondo dello spettacolo é in pieno sviluppo. Il Mag des castings, per esempio, "ha visto aumentare le sue vendite ci circa il 30% sulla scia della prima "Star Academy" nel 2001", afferma il direttore della pubblicazione, Michaël Fox.
Da allora le vendite della rivista bimestrale (118 000 copie secondo Diffusion Contrôle, ex OJD), essenzialmente fra i giovani di 15-25 anni, aumentano dal 3 al 5% all’anno. "Star Academy" ha democratizzato il casting" valuta il Sig. Fox, che punta alla moltiplicazione dei siti Internet dedicati all’argomento.
Presso Success, un’agenzia che assume per le sfilate di moda ed i mestieri dello spettacolo, si constata che arrivano moltissime candidature di giovani, dai 10 ai 18 anni, che vogliono diventare attori, ballerini o cantanti. "Fra Internet e la posta riceviamo attualmente più di 100 candidature al giorno. Fino ad oggi ne abbiamo scelto 500" calcola Françoise Etienne, direttrice del dipartimento bambini dell’agenzia, che aggiunge che questo fenomeno non esisteva prima del 2001, quando é nata la trasmissione di TF1.
Un’infatuazione che non sorprende i professionisti dell’educazione: dall’elementare alla media, spesso i bambini confidano loro la voglia di andare in televisione. "A Marseillette tutte le bambine da 6 a 11 anni si identificano con Olivia Ruiz, che viene da qui ed ha partecipato ad una serie di "Star Academy"", testimonia Bernard Lates, insegnante della scuola rurale di questo piccolo comune di 700 abitanti appena, vicino a Carcassonne.
"I bambini cercano un’immagine positiva di loro stessi mediante la TV. Mi servo di questo nel mio lavoro. Per esempio, si simula delle trasmissioni letterarie che riprendo con una videocamera. Quattro alunni devono presentare delle opere. Grazie all’immagine, vengono al libro", continua.
"Man mano che passano gli anni, l’influenza di "Star Academy" si fa sentire presso alunni sempre più piccoli. Ma, almeno, alla "Star Ac", lavorano, sudano", é il giudizio di Evelyne Vaille, insegnante alla scuola Victor Hugo-II di Epinay-sur-Seine (Seine-Saint-Denis). Molti alunni di 2^ e 3^ media vengono oggi a farmi domande sui mestieri dello spettacolo, soprattutto le ragazze", racconta Catherine Remermier, consigliera di orientamento alla scuola media Gérard Philipe di Aulnay-sous-Bois (Seine-Saint-Denis).
Eppure, non tutti i bambini fanno questi sogni di celebrità con la stessa energia. Gli insegnanti lo dicono: sono quelli che appartengono ad ambienti più modesti che ci si aggrappano di più. "Io lavoro in una scuola media piuttosto per ricchi. I giovani guardano "Star Academy", certo. Ma non ci si identificano fortemente. Non hanno bisogno di questo per esistere", é il giudizio di Catherine Gourbier, consigliera principale di educazione (CPE) alla scuola media Offenbach di Saint-Mandé (Val-de-Marne). "I bambini poveri, i più fragili, si rifugiano cosi’ in un mondo virtuale", sostiene la Signora Remermier. "La televisione ha inventato un giudizio d’appello dopo la scuola", sostiene un insegnante, citato da Hervé Hamon nel suo libro Fin quando ci saranno degli alunni (Seuil). E quelli che la scuola respinge vengono spesso dagli ambienti più modesti.
"La scuola repubblicana produce gerarchia e dunque assenza di riconoscimento per certi individui". "Star Academy", convalida altri tipi di competenza, diversi da quelli della scuola. E dunque propone altre forme di riconoscimento", aggiunge François de Singly, sociologo e professore all’Università Parigi-V.
Infatti, per gli osservatori della società, é tutto li’: oggi l’ideantità é anzitutto individuale e, per trovare il suo posto, ciascuno parte in cerca di riconoscimento. "Il primo valore che si inculca ai bambini é che sono degl’individui", sostiene Jean-Claude Kaufmann, sociologo, direttore di ricerca al CNRS.
D’allora in poi, vogliono essere riconosciuti in quanto tali dai loro amici, dalla loro famiglia. Ma non solo. "A questo titolo, il riconoscimento pubblico da loro una forma di consistenza, prosegue il Signor de Singly. Prima, le classi popolari delegavano il loro bisogno di riconoscimento ad uno Zidane. Oggi non basta più. Si tratta anzitutto di riconoscimento individuale."
"In questa società dove ciascuno é invitato a realizzarsi, é necessario avere interlocutori che convalidino o no il nostro eventuale potenziale", sostiene Serge Tisseron, psicanalista.
E’ proprio questo il ruolo della televisione. Non é la sola. I "blog", questi diari pubblicati su Internet, vanno nella stessa direzione. Il servizio di weblogs della radio Skyrock, meno di due anni dopo il suo lancio, ha già sedotto più di un milione di internauti. E vi si contano più di 200 000 contributi al giorno. Sophie vi domanda quel che si pensa di lei sulla tal foto - avrebbe l’aria di una star?-, mentre Yves si accontenta di mettersi in cerca di una nuova compagna.
Tradotto dal francese da Karl&Rosa di Bellaciao
http://www.lemonde.fr/web/article/0,1-0@2-3236,36-391716,0.html