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Dazibao Europa Viviana Vivarelli
Di Viviana Vivarelli
di Viviana Vivarelli
Ieri abbiamo assistito al fallimento di un certo progetto europeo. Sara’
bene che i deputati appena eletti se ne rendano ben conto.
L’Europa e’ nata come organismo delle banche, delle finanziarie, delle
multinazionali, dei grandi produttori, del neoliberismo, dei tagli allo
stato sociale e alle tutele del lavoro per massimare il profitto dei piu’
avidi.
Ha fatto delle normative per lo piu’ di bilancio, trascurando di penalizzare
chi trasgrediva alle norme che aveva appena firmato. Ha posto principi
troppo generali di giustizia, lasciando agli stati la facolta’ di aderirivi
o meno.
Si e’ associata al WTO e alla BM. Ha chiuso gli occhi su 58 guerre
dimenticate e sulla poverta’ e lo sfruttamento di due
due terzi del mondo. Ha accettato la globalizzazione, gli ogm, i traffici
d’armi, i brevetti farmaceutici, i segreti bancari, le protezioni influenti,
le grandi mafie, le politiche petrolifere, il rifiuto alle energie pulite,
l’inquinamento atmosferico, le restrizioni al commercio e all’agricoltura
dei paesi piu’ poveri, il colonialismo in tutte le sue forme perverse.
Ha respinto i migranti affamati come i disoccupati nazionali, e ha
continuato a spendere in eserciti privati per guerre private, dimenticando
che poteva formare una forza di intervento europeo per la pace mondiale.
Non ha fatto molto per la questione palestinese, per l’arroganza americana,
per l’invasione dell’Afganistan come dell’Irak o il recupero dei Balcani o
la nuova mafia russa o quella italiana.
Si e’ dimenticata che poteva essere l’Europa del rispetto dei popoli, dei
diritti dell’uomo, del weltfare, della protezione del lavoro, della difesa
dei deboli, della tutela dell’ambiente, della cultura, dell’intervento per
la pace in Palestina o in Irak, della mano tesa all’Africa... francamente si
e’ dimenticata di troppe cose, nel prevalere degli egoismi dei grossi gruppi
e dei privilegio nazionalistici. Non e’ riuscita nemmeno a rendere vincente
una idea cosi’ semplice come la negazione della tortura e della pena di
morte o a difendere un valore cosi’ immediato come il diritto a una vita
piena o a un lavoro rispettabile e dignitoso.
Di nessuna cosa che volevamo abbiamo trovato traccia nei discorsi dei
candidati europei di qualunque partito fossero.
Ognuno si e’ preoccupato di dirci che voleva vincere, senza preoccuparci di
dire per quale valore o ideale avrebbe lottato.
Questa Europa e’ stata bocciata.
Un europeo su due non e’ nemmeno andato a votare. Molti hanno votato
addirittura deputati che sono euroscettici.
I governi che avevano appoggiato questa idea di Europa sono stati tutti
penalizzati indipendentemente dal fatto che fossero di destra, di centro o
di sinistra. Se dalla caduta di Blair dovesse uscire una sconfitta dei
laburisti, l’Inghilterra potrebbe uscire dall’Europa completamente. I paesi
scandinavi continueranno a cercare di starne fuori.
Qua non e’ stata sconfitta una linea partitica di singole nazioni ma una
certa idea di Europa, un’idea non molto diversa dall-idea di governo
imposta da Bush. Diciamo che quella idea non ci e’ mai piaciuta, ma non e’
affatto chiaro in quale senso il nuovo parlamento europeo possa andare e
qualcosa in piu’ lo vedremo quando tra poco sara’ eletto il nuovo presidente
che surroghera’ Prodi a novembre.
Al momento ci sembra che molto cammino ci sia ancora da fare. Vorrei che
qualcuno mi desse un giudizio su quanto ha fatto Prodi, entro i limiti dei
suoi poteri, con le difficolta’ imposte dai vari nazionalismi, ma non vorrei
che quella idea di Europa che si e’ determinata sotto Prodi dovesse essere
poi l’idea di Italia che Prodi o Amato porteranno dopo novembre anche da
noi. Se una certa idea neoliberista di Europa e’ stata sconfitta, vorrei che
i politici europei e quelli italiani lo capissero bene per non riproporcela
ancora di nuovo sotto altra forma perche’ il nostro concetto di democrazia e
di sovranita’ popolare vanno in tutt’altra direzione.