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Prigionieri iracheni torturati nelle carceri di Saddam
Publie le venerdì 30 aprile 2004 par Open-Publishing
Sei soldati americani mandati davanti alla corte marziale per aver maltrattato
le persone che avevano in consegna
Il capo delle forze Usa Kimmit: "Sono atterrito"
Soldati Usa in Iraq
NEW YORK - Maltrattamenti a prigionieri di guerra iracheni: questa la motivazione
con la quale sei soldati Usa sono stati spediti davanti alla corte marziale.
Accusati, in sostanza, di aver torturato dei nemici ormai inoffensivi e il tutto
nella prigione di Abu Gharib, la stessa dove Saddam Hussein rinchiudeva, e torturava,
i suoi oppositori politici.
La denuncia è venuta dalla Cbs che ha mandato in onda delle foto delle torture
sui prigionieri oltre alla rivelazione che, secondo un’inchiesta delle forze
armate Usa, la pratica è diffusa. Non a caso il generale Mark Kimmitt, capo delle
operazioni militari in Iraq, aveva reso noto che sei soldati erano stati deferiti
alla corte marziale.
Le foto, che mostrano il comportamento contrario alle norme della convenzione
di Ginevra dei soldati americani incaricati della sorveglianza nella prigione
di Abu Gharib sono state scoperte da qualche settimana. L’inchiesta che ne è seguita
ha concluso che "c’erano dei problemi, dal generale in capo della prigione fino
alla polizia militare incaricata di sorvegliare i prigionieri".
In una foto si vede un prigionierio costretto a stare in equilibrio precario,
con le mani legate e la testa chinata e sotto la minaccia che se fosse caduto
sarebbe stato colpito da una scarica di corrente elettrica. Un’altra foto mostra
dei detenuti nudi con impressi sui loro corpi degli insulti in inglese. Il generale
Kimmit, intervistato da Dan Rather si è detto "atterrito".
"Sono nostri compagni, gente con cui lavoriamo tutti i giorni, che ci rappresentano,
che portano le nostre stesse uniformi - ha detto il generale - noi speriamo che
i nostri soldati siano ben trattati dal nemico ma se noi non diamo l’esempio
su come trattare la gente con dignità e rispetto non possiamo aspettarci che
gli altri facciano altrettanto". "Comunque - ha aggiunto Kimmit - si tratta di
meno di una dozzina di soldati sui 150 mila che abbiamo in Iraq".
da Repubblica
29.04.2004
Collettivo Bellaciao