Home > Scalzone può rientrare in Italia

Scalzone può rientrare in Italia

Publie le mercoledì 17 gennaio 2007 par Open-Publishing
21 commenti

Dazibao Movimenti Giustizia Francia Oreste Scalzone

MILANO - Prescrizione per Oreste Scalzone, che potrà tornare in Italia dopo ventisei anni di latitanza in Francia. L’ex capo di Autonomia Operaia era stato coinvolto nel processo del 7 aprile insieme a Toni Negri.

I giudici della prima Corte d’assise di Milano hanno dichiarato il non doversi procedere nei suoi confronti per intervenuta prescrizione in relazione ai reati di partecipazione ad associazione sovversiva, banda armata e rapine, per i quali era stato condannato a Milano, nel 1981, a 16 anni di reclusione, nel cosiddetto processo ’Prima Linea-Cocori (Comitato Comunisti Rivoluzionari)’. La richiesta di prescrizione è stata formulata dai suoi legali, Gabriele Fuga e Ugo Gianangeli.

L’ex leader di Autonomia dice che non si farà sfuggire l’opportunità. "Certo che torno - ha detto - sarò un pendolare per condurre in Italia in nuove condizioni vecchie battaglie di libertà".

"Come non posso non essere contento - ha aggiunto Scalzone - La vita è sempre un grumo di ambivalenze. E dunque come si fa a non avere reazioni ambivalenti? Chi mi conosce solo un po’ sa che in Italia vengo innanzitutto per condurre nelle condizioni nuove una vecchia battaglia. La condurrò a voce nuda, se serve sul selciato, on the road, o in luoghi adattabili all’antica congiunzione fra politica, ragionamento filosofico e teatro".

"In Francia - ha osservato Scalzone - avevo bisogno dell’elettricità e delle onde hertziane, ma in Italia è meglio che si sappia che posso fare a meno dei magafoni da ’68 e che un giornale accartocciato può fare da portavoce ed infastidire quanto basta".

Il ministro della Giustizia Clemente Mastella non vuole entrare nel merito della vicenda ma ricorda: "Il vero male sono le prescrizioni non l’indulto. Le prescrizioni sono un elemento del processo che dà l’idea di una giustizia che stenta". Poi il ministro punta l’indice contro la Francia che ha accolto tredici terroristi latitanti e accusa il governo di reticenza: "Ho provato a parlare con il governo francese della estradizione di 13 terroristi che si trovano Oltralpe, ma come era accaduto nel precedente esecutivo, la Francia è reticente".

http://www.repubblica.it/2007/01/se...

Messaggi

  • Oreste Scalzone torna libero

    "In Italia per nuove battaglie"

    L’ex leader di Potere operaio, condannato a 16 anni di reclusione per associazione sovversiva, banda armata e rapine, può tornare in Italia dopo 25 anni di latitanza a Parigi. La difesa: ’Serve una soluzione politica’

    Milano, 17 gennaio 2007 - La Corte di assise di Milano ha dichiarato l’estinzione per intervenuta prescrizione dei reati contestati a Oreste Scalzone, ex leader di Potere operaio e di Autonomia operaia condannato a 16 anni di reclusione negli anni ’80 per partecipazione ad associazione sovversiva, banda armata e rapine. I giudici hanno accolto la richiesta del difensore Ugo Gianangeli. Oreste Scalzone rifugiato a Parigi dal 1981 potrà quindi tornare in Italia.

    «Certo che torno. Sarò un pendolare per condurre in Italia nuove battaglie di libertà». Scalzone che oggi ha 60 anni , venne coinvolto il 7 aprile del 1979 nell’inchiesta padovana che portò in carcere vari esponenti di Autonomia Operaia, tra cui Toni Negri , per reati associativi di insurrezione e banda armata. Dopo un periodo di detenzione espatriò in Francia grazie all’aiuto dell’attore Gian Maria Volontè.

    «Certo che torno - dice al telefono da Parigi Scalzone - ma tutto è comunque complicato. Anche le cose più belle sono difficili da attuare. Quando il 7 aprile del 79 mi hanno arrestato è come se mi avessero asportato chirurgicamente dal mio mondo. Ho vissuto la galera, l’ospedale, la fuga e Parigi per 25 anni assieme a mia moglie Lucia e a mia figlia Rosalinda».

    Scalzone, insieme a molti altri esponenti della lotta politica e sociale degli anni settanta trovò rifugio in Francia grazie alla cosiddetta ’dottrina Mitterrand’, che consentì agli esuli degli anni di piombo di ricostruirsi una vita Oltralpe. «Non è - chiarisce Scalzone - che a un fischio dello stato, mi possa lasciare alle spalle tanti anni di vita nei quali si è formato un grumo di affetti, di gratitudini, di battaglie comuni con gli altri rifugiati, ma anche delusioni, fatiche e sofferenze ...».

    Scalzone assicura però che rientrerà in Italia, dove lo legano «affetti di tutti i tipi», a partire dalla presenza delle sorelle e di tanti amici. «Tornerò - dice ancora Scalzone - da pendolare, come i teatranti con i loro carri o come gli agitatori politici di un tempo e tornerò non per cercare rivalse o regolamenti di conti, ma per dare più decibel a battaglie di libertà, a cominciare da quella per la scarcerazione di Paolo Persichetti», uno dei pochi esuli italiani in Francia estradato in Italia e oggi in carcere nel nostro paese per reati legati a episodi di terrorismo degli anni Settanta.

    La corte d’Assise di Milano ha deciso insieme alla prescrizione di ordinare la revoca dell’ordine di custodia emesso dalla magistratura milanese a carico di Scalzone che nel capoluogo lombardo era stato processato e condannato a 16 anni in primo e secondo grado nel processo denominato "Prima Linea-Cocori". Scalzone era imputato di aver aver organizzato l’associazione sovversiva e banda armata "Comitati Comunisti Rivoluzionari" per fatti che risalgono al 1977.

    La sentenza era stata poi annullata dalla Cassazione dal momento che la Francia dove Scalzone è rifugiato dal 1981 non aveva mai concesso l’estradizione. Il difensore Ugo Gianangeli infatti in subordine aveva chiesto che venisse dichiarata l’improcedibilità per omessa estradizione. In tal caso le autorità italiane avrebbero potuto riavviare l’iter processuale chiedendo nuovamente l’estradizione alle autorità di Parigi e Scalzone sarebbe potuto rientrare in Italia solo per 45 giorni.

    Con la decisione della prescrizione invece l’ex teorico dell’Autonomia è completamente libero e potrà ritornare in Italia senza temere guai ulteriori per le vicende del passato. Scalzone era scappato dall’Italia dopo aver ottenuto la scarcerazione per motivi di salute mentre era detenuto per ordine dei giudici di Roma nell’ambito dell’inchiesta conosciuta come "7 aprile". Anche queste accuse sono state da tempo dichiarate prescritte. Dopo un anno in Danimarca Scalzone arrivava a Parigi e dalla Francia iniziava una lunga battaglia a favore dell’aministia e per una "soluzione politica" dei cosiddetti anni di piombo.

    "Dispiace ricorrere a percorsi individuali per risolvere il problema conseguente ai cosiddetti anni di piombo. Ci vuole una soluzione politica, un’amnistia-indulto che risolva un problema collettivo". Parla Ugo Gianangeli, il difensore di Oreste Scalzone per il quale oggi la Corte d’assise di Milano ha deciso la prescrizione dei reati e la revoca dell’ordine di custodia, con la possibilità dell’ex teorico di Autonomia di ritornare in Italia dalla Francia dov’era rifugiato da 25 anni.

    "La decisione della Corte d’assise - dice Gianangeli - sancisce a livello giudiziale il tempo trascorso, stiamo parlando di trent’anni fa e di sentenze emesse in primo grado nel 1984 e in secondo grado nel 1986 e poi annullate dalla Cassazione per omessa estradizione". "Bisogna ricordare - conclude Gianangeli - che ci sono ancora una sessantina di persone, uomini e donne, detenute soprattutto a Latina e Biella per fatti che risalgono a tantissimi anni fa e la loro situazione richiede una soluzione che risolva i casi di tutti. L’iniziativa spetta alla politica".

    http://ilgiorno.quotidiano.net/chan/milano:5456893:/2007/01/17:

  • Spero che adesso Scalzone abbia perlomeno il buon gusto di non farsi mai più rivedere al di qua delle Alpi...Anche se ne dubito fortemente...

    gio

    • E infatti fai bene a dubitare.

      Oreste ha già detto che farà il pendolare politico, in Francia per risiedere, in Italia per fare battaglia politica, a partire da quella per l’amnistia generalizzata.

      Patetici gli strilli del centrodestra.

      Innanzitutto perchè la prescrizione - che non ha reati di sangue - avviene grazie alla Cirielli, voluta ed approvata proprio dal centrodestra.

      E poi perchè dimenticano i bei tempi nei quali De Michelis andava ad incontrare Scalzone a Parigi, quando Cicchitto era il presidente del comitato in difesa dei potoppini sottoprocesso per il rogo di Primavalle e quando Pecorella ne era uno dei difensori ......

      Vanni

    • Scalzone: "Torno più sovversivo di prima"

      Il Giornale - Intervista

      Jeudi 18 Janvier 2007

      Signor Scalzone, Francesco Caruso di Rifondazione la attende: «Caro Oreste, sono convinto che il tuo sacrosanto desiderio di sovversione non si è mai sopito». Ha ragione?

      «Mi duole dare ragione a un deputato ma devo dire di sì...Penso che il mio desiderio di sovversione per certi versi sia andato aumentando e che si sia anche modificato».

      In che senso?

      «Ritengo che il mondo attuale si presenti come catastrofico. Non lo presentano così degli apocalittici ma ce lo dicono ogni giorno dalla regía. Dalla peste aviaria al buco dell’ozono: io non so se il mondo vada peggiorando davvero ma una catastrofe è sicura, quella mentale, psicologica, dei muri che ci costruiamo impedendoci la pensabilità delle cose. Il delirio aumenta tra lacerazioni e pessimismi. L’unico scampo è l’autonomia senza campioni, regimi o governo. Se vogliamo il governo degli umani non ci sono governi amici. Che cosa miserabile pensare che la salvezza venga dall’alto, un governo bolscevico o la democrazia elettronica. Né Prodi, né men che mai Chavez o Fidel Castro. Campioni di cosa?».

      Lei si spinge verso l’anarchia...

      «È un complimento. Maximilian Rubelle indicava Marx come teorico dell’anarchia! Infatti, tutta la grande narrazione dall’ottobre del 1917 è stata un maledetto equivoco. Non ci sono rivoluzioni impartite dall’alto. Da uno Stato rivoluzionario. La rivoluzione bolscevica è stata infatti una contraffazione gigantesca. Se devo parlare di sovversione nel senso forte in cui un balenío di autonomia c’è stato, penso in modo riduttivo a certi momenti iniziali della rivoluzione inglese, prima che arrivasse Cromwell a fare il regicidio, c’erano re e anti re, a certi momenti poco conosciuti della Rivoluzione francese e a certi momenti della Comune di Parigi. Penso anche all’insurrezione ungherese del ’56 o degli operai di Berlino del ’53. Riconosco che sono state tutte violente, anche atroci ma la storia è un lago di sangue. Dovremo pensare tutti alla frase di Canetti ”Quando si finirà di uccidere?”: sono affascinato dalla non violenza attiva come resistenza alla violenza invisibile della legalità. Ma non ne ho la grazia. Penso che non sia possibile senza essere violenti. La non violenza è meno simmetrica rispetto al potere. La non violenza è più rivoluzionaria anche se non riesco a credere che sia davvero possibile. Penso a Vincenzo Guagliardo...».

      Chi era?

      «Un operaio Fiat. Si è fatto 25 anni come brigatista rosso e non ha mai chiesto nemmeno l’applicazione della legge Gozzini. È agli antipodi della dissociazione premiale ma nel suo percorso è diventato un non violento integrale. Lui lo invidio un po’ perchè ha questa grazia. E non è come i Sergio Segio o i Franceschini che riescono a continuare a rovesciare il risentimento contro chi scappando avrebbe disertato. Al tempo stesso accusano noi disertori di non rovesciare anatemi che definiscano abbietto quello che è avvenuto negli anni Settanta. Siamo sia disertori sia non abbastanza stigmatizzatori. Questo è un egocentrismo patologico».

      Perché non hai mai condannato la violenza di quegli anni?

      «A condannare i più deboli e a fare i maramaldi sono bravi in troppi. Io non ho mai dissimulato le mie responsabilità in illegalità, “reati-mezzo” finalizzati al “reato-fine” di una sorta di qualità insurrezionale del movimento come disse la commissione Pellegrino. Se non sono mai stato accusato di omicidio da nessuno non è perché fossi eticamente migliore di altri, di quelli che l’hanno fatto o rivendicato. Solo che ho incrociato dei “buoni maestri” che mi avevano convinto che nella configurazione della società lo Stato non aveva più un cuore e non c’era un tiranno personale. Per cui il tirannicidio sarebbe stato impraticabile perché i cuori erano tanti. Il potere non è in un castello, come quello di Kafka. È un insieme di relazioni molecolari di potere».

      Stamattina ha dichiarato che riprenderà la vecchia battaglia, cosa intende?

      «Darò vita a forme prese dalla non violenza attiva scambiate per sacrificali dai fessi. Scioperi della fame e della sete sono consumati: farò il girovago come i guitti con le mani a cartoccio andrò per le università, le fabbriche, in un teatro. Oppure davanti a un incrocio di strada, davanti al portone di un ministero. Come filibustering sono capace di grandi prestazioni.

    • Innanzitutto, Cirielli o non Cirielli, i reati per i quali è stato condannato scalzone non sono imprescrittibili e per cui, prima o poi, la prescrizione sarebbe scattata.
      Ma il punto non è questo, uno che dopo essere stato condannato se ne scappa in Francia dove lo trattano come un pascià farebbe bene a rimanerci.
      Ma tanto qui in Italia staranno già facendo la fila per intervistarlo nelle trasmissioni, sui giornali, nei dibattiti...

      gio

    • Beh, come un pascià non direi.

      Scalzone non è mica Negri, titolare di prestigiose cattedre universitarie pubbliche e private in terra d’ oltralpe.

      A quanto ne so, ospitato nei primi anni parigini da Gianmaria Volontè - lo stesso che l’aveva portato in barca dalla Sardegna alla Corsica - ha poi sbarcato il lunario facendo un pò di tutto, ripetizioni di italiano, traduzioni, libri per le edizioni del "Manifesto" ( praticamente a gratis o poco meno) e la moglie ha sempre lavorato in una ditta di pulizie.

      E comunque ricordo che era accusato semplicemente di partecipazione a banda armata ( la primissima Prima Linea che rifiutava all’epoca la pratica dell’ omicidio politico), senza alcun altro reato specifico e meno che mai reati di sangue, e quindi, certo, la sua condanna era prescrittibile, la Cirielli ha solo anticipato, credo di un’annetto abbondante, tale prescrizione.

      Francamente, non vedo dov’è lo scandalo.

      Se non si fosse rifugiato in Francia, mi sembra nel 1981, in Italia sarebbe libero da oltre un decennio.

      Ci sono ex lottarmatisti, sia di destra che di sinistra, che ora sono parlamentari della Repubblica.

      E non mi sembra abbiano neanche da lontano lo spessore politico e nemmeno la capacità, vicina all’autolesionismo, di Oreste nel saper fare autocritica sulle scelte fatte in quegli anni convulsi.

      Senza però, e la cosa mi sembra degna del massimo rispetto, fare "abiure" e senza soprattutto aver mai fatto la spia e comunque continuando, pur con una inversione di 180 gradi nei metodi di lotta, ad occuparsi di politica.

      In mezzo a tanti "pentiti" di ogni risma, opportunisti e trasformisti di tutte le razze, di Oreste ce ne fossero ......

      Keoma

    • come un pascià ?
      io ricordo ancora la colletta per comprare un materasso (NON IL CAVIALE) ove dormire A TURNO a parigi... che qualcuno banalizzi quegli eventi in questa maniera dispiace... non è tanto il giudizio su tizio o caio... ma davvero meglio sarebbe avere idea di ciò che si dice... Anche in questo non ho "l’ottimismo" di Oreste. mah! - R

    • Presto saro’ anche in Calabria

      Calabriaora - Intervista di Michele Giacomantonio - Venerdì 19 gennaio 2007

      ’’In Calabria ci verro’ sicuramente’’. Magari il suo tour da compagnia di giro, come gli piace chiamarlo, Oreste Scalzone lo comincia davvero da qui.

      All’ora di pranzo non ha nemmeno il tempo di levarsi il cappotto (chissà se ce l’ha ancora quello in cui entrava due volte dopo essere spaventosamente dimagrito e che aveva addosso durante la fuga) che la moglie gli elenca i tantissimi che l’hanno cercato. «Verrò perché sono tante le ragioni che mi chiamano da voi, non solo Franco, che per me è un fratello, anzi direi un maestro». Scalzone è un fiume di parole, controllarlo e condurre l’intervista risulta pure difficile, ma chi lo conosce sa che è sempre stato così, capace di passare senza soluzione di continuità da un tema all’altro. «Un maestro - ci tiene a spiegare il leader di Autonomia - con cui mai c’è stata competizione, né atteggiamento gregario, ma a lui sono legato come a un Virgilio, fin da quando mi passò il libro di Mario Tronti». Quel libro sull’operaismo e poi molti altri, tra cui i famosi Grundrisse, stanno all’origine di molte delle cose pensate in quegli anni destinati a restare non narrati.

      Ma a Cosenza ci sono pure «i compagni di Ciroma», continua fluviale Scalzone parlando della radio comunitaria che ha già ospitato la sua voce roca e tempestosa di esule sui tanti temi della globalizzazione e dell’amnistia. E poi c’è la volontà di Eva Catizone di fare una festa e invitarlo in città. «Già avevo in mente di presentare in città il libro Goodbye mister Socialism, che segna il ritorno di Negri con Feltrinelli – spiega l’ex sindaco – voglio cogliere il senso e il legame della casa editrice con una parte della storia di questo Paese. Vuol dire che faremo due feste, quando verrà Oreste». Da parte sua Scalzone ridendo e citando Marx, non quello dei Grundrisse ma Groucho, sapendo del desiderio della Catizone si lascia scappare ridendo «volesse tra i membri un tipo come me» ma aggiungendo che «verrei lo stesso anche senza invito». E l’entusiasmo è tale che l’ex sindaco se la ride delle certe polemiche che la festa susciterà, perchè in fondo «Cosenza è sempre stata una città sovversiva e oggi ce n’è cosi poca». Ma a Scalzone piace cercare il filo che lega il meridione a una condizione universale, che va dalle banlieu parigine fino all’angolo estremo di questo mondo globalizzato.

      E così a valanga comincia a parlare ancora dei Grundrisse, il libro che una volta Colletti definì esoterico, spiegando di come il lavoro cambi, da «produttivo a immateriale nella modernità». Giusto il tempo per ricordargli che qui la modernità delle fabbriche non l’abbiamo mai avuta e lui subito spiega che «avete avuto le cattedrali nel deserto che, invece del salario garantito, serviva a estendere forme di lavoro obsoleto e il dominio». Torna nelle parole dell’ex esule il tema marxiano mai spiegato sufficientemente del rifiuto del lavoro per poi giungere all’amnistia. «Mi piace l’idea di Franco Piperno di una via sudafricana – dice Scalzone – io stesso ho spesso parlato di un tavolo al quale devono essere presenti tutti i protagonisti e raccontare la verità». E’ un’operazione difficile, che non ha bisogno di certe «sfacciataggini come quelle di Morucci e compagni che presentano libri e fanno eventi. Perché alla fine non è possibile che abbiano avuto tutti ragione, tranne quelle persone che hanno creduto, brechtianamente, di poter interpretare e cambiare le cose».

    • Bhè, stare in un paese che impeedisce la tua estradizione e ti offre copertura politica quando in Italia finiresti in galera non mi sembra malaccio come trattamento....

      gio

    • Sicuramente, da questo punto di vista, "vive la France" ed in particolare quella di Mitterrand, anche se bisogna dire che pure la destra francese non fascista, anche con tutti i suoi difetti, si dimostra spesso più "a sinistra" del centrosinistra italiano ...

      Ma certo Scalzone, a differenza di Toni Negri col quale spesso viene confuso, non è mai stato un privilegiato, tutto qua .....

      Keoma

    • Che la destra francese sia piu’ a sinistra della sinistra (ma quale, ce n’è ancora una??) italiana lo puoi dire xché non vivi in Francia! Che mi risulti nella nostra bella italietta con tutti i difetti che non nego, altrimenti continuerei a viverci, non è mai stata proposta una legge sulla prevenzione della delinquenza giovanile che si applica dall’età dei 3 anni. Cioé già dai tre anni si puo’ capire se un soggetto puo’ diventare un delinquente, nel qual caso inutile sottoporlo ad inutili fallimenti scolastici che lo porterebbero a disturbare gli altri allievi e forse ad aggredire l’insegnante, meglio orientarlo verso studi "tecnici" che gli garantiranno senz’altro un’occupazione degna del suo QI limitato. Indovina chi sarebbero questi bimbi di 3anni potenziali delinquenti...si’, giusto, proprio i figli del sottoproletariato! Vogliamo parlare della "discriminazione positiva"? Altra invenzione della destra francese che prevede un canale preferenziale di inserimento nel mondo del lavoro, di bassamanovalanza, per tutti gli immigrati, anche quelli muniti di diplomi universitari, un bel privilegio no? Per non parlare dei controlli selvaggi e immotivati della polizia sempre sugli immigrati, che a volte scivolano in "bavures" e ci scappa il morto. E’ successo a Aulnay sous bois, e cio’ ha determinato l’inizio delle rappresaglie che hanno messo a fuoco e fiamme le periferie, dove Sarkosy dice, vive solo la "racaille", cioè la spazzatura della società. Simpatica questa destra? Quando Scalzone è arrivato in Francia a differenza di Negri non frequentava i salotti della borghesia parigina, non viveva nel "Marais", quartiere parigino ultra chic. Scalzone ha continuato a lottare al fianco degli immigrati per una giustizia sociale, che, ti assicuro, neanche in Francia è un dato acquisito.
      Lottare con le armi della cultura attraverso la musica, i dibattiti, i libri e le riviste, per dare voce a chi non ne ha. Insomma mi sembra importante e giusto riconoscergli una coerenza che è cosi’ rara oggi in Italia come in Francia. Lunga vita a Scalzone e agli ideali che ancora lo animano, che rimanga in Italia a intrecciare rapporti per una sinistra europea unita negli ideali e non nell’economia. Negri ha criticato il voto negativo al referendum sulla costituzione europea espresso in Francia, perché non ha capito (ma come pretenderlo?) che i francesi non sono contro l’Europa in generale, bensi’ contro un’Europa basata solo sull’economia, che prevede tagli alla cultura e al sociale. La Francia che mi piace ha votato no. Ad aprile ci saranno le elezioni e forse sarà la volta che rientrero’ davvero in Italia, xché a me e ai tanti come me, la destra di Sarkosy fa tanto paura quanto quella italiana. La verità è che siamo sempre di piu’ sulla stessa barca: destra a tolleranza zero e sinistra sempre piu’ a destra, vedi Segolène Royale, che di sinistra ha solamente l’aria.

      la

    • E’ chiaro che la mia era una provocazione, peraltro rivolta ad un commentatore berluskoniano .... comunque è innegabile che sul diritto d’asilo, al di là dello svarione su Persichetti, la destra francese ha resistito parecchio alle richieste forcaiole del governo Berluskoni rispetto ai rifugiati italiani ..... così come è innegabile che la legge sul Cpe, respinta dalla rivolta dell’ anno scorso, era in confronto alla legge 30 italiana ( che il centrosinistra non ha alcuna intenzione nè di abrogare nè di cambiare in modo significativo) una robetta da socialdemocratici ... così come è ancora innegabile che la recente legge sul diritto alla casa fatta dal governo francese per il centrosinistra italico è roba da bolscevichi .........

      E, con tutti i suoi innegabili limiti, Segolèn Royale, al confronto di Prodi e di Fassino ( per non parlare dei Mastella e dei Di Pietro) sembra una guerrigliera sudamericana degli anni settanta......

      Vogliamo poi parlare della politica estera francese, soprattutto nei confronti del Medio Oriente, e di quella di D’Alema ?

      Poi, certo, anche a me Sarkosy e i suoi comportamenti nella vicenda banlieues fanno paura .... ma qui non abbiamo ancora nemmeno minimamente provato a toccare i vertici della polizia responsabili della mattanza di Genova, anzi ... sembra che i Di Gennaro e i Gratteri, col centrosinistra al governo, siano ancora più saldi di prima ......

      Keoma

    • (Non) saro’ breve...

      La legge sulla casa arriva in campagna elettorale con un preciso scopo demagogico, facile da indovinare...
      La situazione casa in Francia e più particolarmente nella regione parigina è davvero un disastro, i prezzi degli affitti sono alti quanto a Roma o a Milano, con la differenza che qui ti chiedono delle garanzie incredibili : dimostrare con le buste paga di guadagnare 3/4 volte la somma dell’affitto, bisogna fornire la dichiarazione dei redditi, avere un impiego a tempo indeterminato, fornire le quietanze di alloggi occupati precedentemente, infine bisogna avere un "garante" francese con requisiti analoghi all’eventuale intestatario del contratto d’affitto...certo ci sono delle associazioni che si prestano come "garanti" se l’interessato ha un contratto a tempo indeterminato. Nella sola regione parigina il 15/20% degli SDF (senza fissa dimora) lavorano ma non hanno accesso ad un contratto d’affitto. Io (e tanti come me), ho traslocato 5volte in 2 anni, senza mai avere un contratto, né, quindi, il famoso aiuto x pagarlo. Si’, in Francia ci sono degli aiuti x pagare la casa...In Francia c’è il reddito minimo di ingresso e la gratuità sulle spese mediche, se non hai un lavoro, nonché l’aiuto x la casa in base al reddito e all’ammontare dell’affitto. La destra ti considera un "parassito", ma poco importa se il tuo obiettivo è quello di vivere ai margini di una società ultra liberale, dove è sempre più difficile riuscire a campare con un lavoro che corrisponda agli studi che hai fatto. Appena rientri nella vita attiva, anche se prendi il minimo sindacale, perdi tutti vantaggi di cui sopra, e davvero fai fatica ad arrivare alla fine del mese, ecco perché molti preferiscono non lavorare. In Francia puoi non lavorare x quasi tutta la vita e sopravvivere comunque. Ci sono centinaia di associazioni che si occupano di reinserimento sociale, le imprese beneficiano di sgravi fiscali enormi se assumono un RMista di lunga data. Hanno degli sgravi quando assumono una persona che ha più di 50 anni. Possiamo dire che il sistema sociale finanzia le imprese, nella misura in cui, poter beneficiare di manodopera a basso prezzo, grazie a contratti speciali finanziati dallo stato, è un bel vantaggio. In Italia siamo ultra in ritardo, si parla di ammortizzatori sociali, ma sarebbe impossibile instaurare un sistema alla francese, semplicemente xché non ci sarebbero i fondi. E in Francia come fanno? Pagando fior di tasse sul reddito alla fonte, cioè in busta paga, e sulla dichiarazione dei redditi, dove paghi una tassa sul reddito da lavoro dipendente. In Italia hanno legalizzato il lavoro a contratto con la famosa ritenuta d’acconto del 20% che non va all’INPPS, quindi non serve ad alimentare le casse per poi ridistribuire alle categorie di disoccupati e RMisti. Se Bertinotti e i prodi comunisti di un tempo parlavano e si muovevano solo x gli operai (massimo rispetto, comunque), ignorando una vasta categoria di persone, oggi COCOCO, che lavoravano da anni senza avere un minimo di garanzie, che facciamo li ammazziamo?? Perdere il lavoro in Italia, quando hai un contratto a tempo indeterminato, è molto più difficile che in Francia, dove in questo senso sei meno tutelato. Da noi non esistono dei contratti a termine per missioni anche di un giorno, come qui, è abbastanza logico che le casse dell’INPPS siano un po’ vuote...il risultato è che il precariato coinvolge sempre più categorie, ma non è supportato da un sistema sociale che ti garantisca gli stessi diritti di un lavoratore regolarmente assunto, come è il caso in Francia.
      Hai ragione tu in Francia si sta meglio, perché è più facile trovare lavoro, perché quando accendi la televisione non ti vien voglia di suicidarti davanti ai vari Fede che manipolano l’informazione, qui puoi scegliere tra un programma spazzatura e un altro di vera informazione, c’è la cinque ex di Berlusconi, oggi franco tedesca, ARTE, che trasmette programmi culturali di alto livello. Qui c’è una pluralità dell’informazione che in Italia ci sogniamo.
      Seppi pero’, che se passa Sarkozy, vicino a Bush e al liberalismo più sfrenato, militarista e interventista molto più di Chirac che, te lo concedo, sulla politica estera si è comportato meglio di Mitterand che nel 91 aveva VIETATO le manifestazioni contro la guerra in Irak. Io c’ero ed è proprio a Parigi che ho scoperto cos’è un infiltrato...e sperimentato i manganelli e i lacrimogeni del governo socialista.. Mi sembri sufficientemente informato x sapere che una recente relazione di Amnesty International ha definito la polizia francese come la più violenta in Europa e le carceri come le peggiori, comparabili addirittura a quelle turche! Saprai anche che in Francia la pena di morte è stata abolita neglia anni 80, e che qui il controllo sociale è molto più forte che in Italia..
      Per finire, non so quali siano le tue fonti, ma la Segolène non ha niente dell’attivista ex sessantottina, tiene gli stessi discorsi di Sarkozy in materia di sicurezza, a parte aver sostenuto Bové (che ha pero’ subito preso le distanze, mentre lei sperava che la sostenesse) in uno degli utimi arresti subito dopo un’azione contro un campo di OGM illegale. Nel 2002 Jospin, avercelo uno cosi’ in Italia, è stato "segato" x i partitucoli di estrema sinistra (massimo rispetto anche a loro). Attualmente Bové si è ufficialmente candidato, l’estrema sinistra non vuole governare con Segolène, che comunque sta accumulando gaffes su gaffes, esempio : tornando dalla Cina ha dichiarato che la giustizia cinese è più rapida, quindi più efficace di quella francese??? 2.gli insegnanti, elettorato privilegiato dei socialisti, lavorano troppo poco x quanto son pagati..in un panorama culturale dove, in sempre più licei mettono gli sbirri a causa delle aggressioni che gli insegnanti subiscono, dove l’ultimo governo di Chirac ha tagliato i fondi e promettono che un funzionario su due non verrà sostituito quando andrà in pensione..non una parola sulla legge assurda proposta dalla destra in materia di prevenzione della delinquenza, non una parola sulla legge altrettanto opinabile sull’immigrazione, non una parola sugli intermittenti dello spettacolo, non una sulla proposta di legge x "eliminare" il ministero della cultura che verrebbe accorpato a quello dell’educazione. E la specificità/priorità culturale francese, per anni sostenuta dai socialisti attraverso personaggi del calibro di Jack Lang? Insomma il front national di Le Pen ha il 15% dell’elettorato francese, la differenza tra i due candidati Sarkozy e Royale è davvero debole e in più dai sondaggi più recenti, il primo ha più chances di vincere della nostra eroina in gonnella. Ti lascio immaginare cosa succederà ad Aprile, con la differenza che rispetto al 2002 l’elettorato di estrema sinistra non ha l’intezione di tapparsi il naso e votare Sarkozy piuttosto che Le Pen, come era successo per Chirac, il quale non ha rispettato gli impegni presi con quell’elettorato, che nel primo turno aveva votato i vari Dubuffet e Laguillere, per dare una lezione a Jospin, secondo loro non abbastanza a sinistra, sic

      laralà

    • Ma che centro destra e centro sinistra ma chi se ne frega, quando uno ha commesso reati resta sempre un.............. se ne stia in Francia che è meglio già bastano quelli che hanno messo al governo e credo che ce ne sia d’avanzo.
      Antonio

    • Perchè chiedere l’amnistia a uno stato in cui secondo voi ci sono regole e leggi arbitrarie, capitaliste e borghesi, avete cambiato registro? dalle armi alle richieste scritte? al perdono? state CANCELLANDO LA MEMORIA COLLETTIVA DI UN INTERO PAESE CHE AVETE DISTRUTTO E ADESSO CHIEDETE AMNISTIA PER DEI"COMPAGNI", forse dovreste nn scendere a patti con uno stato che considerate tiranno, almeno siate coerenti.. senza girare intorno alle cose, senza cambiare significato ai fatti. Nn siete voi vittime e ostaggi, le vedove e gli orfani sono altri. Arbitrario e abietto, punitivo è il vostro sistema, siete voi, sono le vostre idee che a distanza di trentanni nn muoino e ritornano in circolo, entrando nelle istituzioni e nei palazzi borghesi che tanto voi odiate, le persone in carcere, le poche rimaste, nn hanno bisogno di alcuna amnistia.

    • L’ amnistia ha invece un senso giuridico ( al di là di quello strettamente "politico") per una semplice questione di precedenti storici, in situazioni non meno pesanti dei cosiddetti "anni di piombo" dei settanta e degli ottanta del secolo scorso.

      Nel 1947 furono infatti amnistiati i fascisti del regime e della Rsi ( e il ministro di Giustizia era niente meno che Togliatti !).

      Qualche anno dopo furono amnistiati i separatisti siciliani dell’ Evis e del provvedimento usufruirono anche molti mafiosi e componenti della banda di Salvatore Giuliano ( si può ben dire che la riorganizzazione della mafia dopo la guerra, iniziata dai boss arrivati con l’esercito USA nel 1943, ebbe un effetto moltiplicatore da quella specifica amnistia).

      Negli anni sessanta, infine, furono amnistiati i separatisti sud tirolesi, che quanto ad uso del tritolo contri i carabinieri non erano stati storicamente secondi a nessuno.

      In quei casi non c’erano vittime e parenti delle vittime ?

      K.

  • ignoro se Scalzone fosse effettivamente colpevole dei reati per cui è stato condannato, dato che so che all’epoca la magistratura condannava con assoluta facilità ed andando poco per il sottile . Ignoro anche se l’italia si sia mai veramente data da fare per farselo estradare , perchè mi pare che egli abbia vissuto tranquillalmente in francia , anche se con vita certamente non brillante . Ciò che non gli perdono è quello di essere stato un " cattivo maestro" , secondo un accezione ben nota del termine , perchè era certamente un leader e le sue sciocchezze ideologiche e politiche hanno coinvolto in un’avventura militare tanti altri meno cinici e che frequentavano di meno Cicchitto ed i suoi sodali . E , se mi si permette , mi pare anche francamente incoerente , dato che comunque se ne è rimasto ben tranquillino a casa sua mentre tanti erano in galera ; una volta lo si sarebbe detto un po’ vile, vigliacchetto . ma mi pare che i termini siano fuori moda. Francamente sarebbe di buon gusto che stesse in silenzio ed ancora tranquillino, perchè mi pare che se prima era piuttosto confuso ma comunque protervo la sua parte , abbia ora proprio poco da dire .
    Buster brown

    • Quando appunto si ignorano i termini reali della questione ......

      Oreste Scalzone non è mai stato un "lottarmatista" ma un "insurrezionalista".

      Differenza certo sofistica per i fascisti di AN, per i leghisti, ed anche per buona parte della stampa italiana, ma non per dei compagni che vogliono minimamente capire ......

      Fu arrestato nel 1979, insieme a gran parte del vecchio gruppo dirigente di Potere Operaio che si era sciolto ben 6 anni prima, per l’allucinante inchiesta di Calogero che pretendeva che Negri e Scalzone fossero i capi delle Brigate Rosse.

      Poi ovviamente questa accusa ridicola - come dissero subito persino il generale Dalla Chiesa e addirittura un "forcaiolo" piccista come Trombadori - cadde miseramente, anche se poi quasi tutti gli imputati saranno condannati per reati minori relativi al vecchio PotOp.

      Nel frattempo però Oreste, che non si era mai ripreso dal gravissimo ferimento del 1968 da parte dei fascisti, si era ammalato in carcere. Fu rilasciato per gravi motivi di salute, pesava meno di 35 chili ......

      Mentre era libero per gravissimi problemi di salute, il suo carissimo amico e grandissimo attore GianMaria Volontè - all’epoca consigliere regionale del Pci nel Lazio - lo convinse a scappare in Francia e ce lo portò materialmente con la sua barchetta a vela, partendo da Palau ed arrivando in Corsica, ospitandolo poi in un suo appartamento parigino.

      E lì è rimasto fino ad oggi.

      Nel frattempo, cadute completamente nel suo caso le accuse di Calogero, si è presa una condanna per mera "partecipazione a banda armata" per il gruppo Prima Linea, alla cui fondazione - quando ancora questo gruppo si considerava una struttura di servizio ai movimenti di massa, appunto "insurrezionalista" e non clandestina, e rifiutava la pratica dell’ omicidio politico - effettivamente Oreste ha poi ammesso di aver partecipato nei primissimi mesi del 1976, abbandonandola subito dopo.

      Ed ammettendo anche di aver compiuto in questo breve periodo due piccole rapine di autofinanziamento che nessuno Pm gli aveva mai contestato .......

      Tra l’altro, sempre nel 1979, di Scalzone si ricorda la condanna politica pesantissima che pronunciò, praticamente da solo, contro l’azione che portò all’uccisione di due giovanissimi fascistelli a Roma, in Via Acca Larentia e quella ancora più pesante sul piano politico rispetto a Via Fani, al rapimento ed all’uccisione di Moro l’anno precedente.

      Questi i termini reali della questione, decisamente un pò poco per parlare di "cattivi maestri" .......

      Che poi, ma questo è un parere personale di un vecchio "autonomo" come il sottoscritto, il "potoppismo" tutto, soprattutto comunque sul versante "negriano" ma con responsabilità sicuramente di tutto quel gruppo dirigente ( del quale hanno fatto parte anche, spesso lo si dimentica, personaggi come Massimo Cacciari, Mario Tronti, Alberto Asor Rosa, Pancho Pardi ecc.) abbia avuto un effetto nefasto su tutto il decennio rosso 1968/1978, con un "politicismo" esasperato ed una ricerca spasmodica del "più uno" su ogni questione, è tutta un’altra questione ......

      Ma appunto, si trattava di "insurrezionalismo" e non di lottarmatismo ....

      Il fatto che un buon numero di ex PotOp siano poi passati al lottarmatismo vero e proprio, basti pensare a Morucci per le Br o a Segio per la Prima Linea poi clandestina degli anni seguenti, rientra nelle responsabilità personali, Scalzone con tutto questo non c’entra .....

      Keoma

    • temo di conoscere i termini reali della questione ; certamente la magistratura ha calcato la mano con Scalzone come con altri , certamente nessuno si è mai dato da fare per farlo tornare in galera;certamente chi non conosceva Volontè e non veniva consultato da Cicchitto ha avuto guai più grossi di lui. Ma altrettanto certamente l’insurrezionalista Scalzone ha fatto una lettura tutta sua della storia e della vita , così come emerge anche dall’ultima intervista , che fino a quando fosse stata nell’ambito del privato sarebbe stata mera accedemia, ma che come dirigente politico ha valenza politica . Diciamola tutta : chi ha aderito alla loltta armata lo ha fatto per scelta propria , ma certo lo Scalzone con i sottili distinguo dopo il massacro di via Fani non ha aiutato a fare una scelta diversa. Costui come altri, non si rendeva conto della grande influenza che avaeva su gente un po’ meno smagata di lui, che non conosceva Martelli o De Michelis : e che è andata secca dritta verso la lotta armata.
      Nel 1977 c’ero anche io, da vecchio figiccino , e quando gli autonomi cercavano di menarmi non stavo troppo a vedere di che frangia insurrezionalista erano ; o quando in assemblea ( ricordi...) sulla lotta armata si disquisiva solo in termini meramente strategici , non riuscivo a capire i sottili distinguo di gente che aveva solo voglia di pestare ed il cui progetto politico ( che poi si è dimostrato non solo perdente ma vuoto come un palloncino per bimbi) si sostanziava nel menare le mani : certo magari non sparare , ma forse non si sa ,con tanti distinguo.
      E così , con affetto a te , ma senza affetto a Scalzone , ritengo che il suo vuoto politico, ampiamente dimostrato dall’ultima intervista , possa evitare di riempire in futuro pagine di web o di giornale.
      Buster Brown

    • Fermo restando che dal 1977 ad oggi di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, fermo restando che anche io tra il 1984 e il 1989 sono stato iscritto al vecchio Pci, fermo restando che mi sono trovato spesso in questi anni a lottare, sul posto di lavoro e sul territorio, a fianco a fianco con persone che nel 1977 facevano addirittura i poliziotti ..... mi è francamente difficile non esprimere ancora oggi malanimo nei confronti di chi nel 1977 sosteneva la linea del Pci, del compromesso storico, dei "sacrifici" e delle posizioni "forcaiole" di appoggio a Kossiga e ad Andreotti e che ancora oggi lo rivendica .....

      Con lo stesso tuo ragionamento "induttivo", potrei dire che anche e soprattutto la linea di totale chiusura, da parte del Pci e dei sindacati, a quel poderoso movimento giovanile che fu il 1977 aiuterà fortemente, negli anni successivi, il reclutamento delle BR e degli altri gruppi armati clandestini.

      Comunque quelli di Scalzone e di tutta l’autonomia operaia nei confronti di Via Fani non furono solo "sottili distinguo", fu una presa di posizione netta e chiara che solo la logica stalino/kafkiana dei Calogero e dei Pecchioli poteva scambiare per generica "articolazione tattica" o addirittura per "finta paracula".

      Anche il più esagitato e folle "cane sciolto" dell’autonomia comprese subito che Via Fani ed ancora di più l’uccisione di Moro significavano prima di tutto la fine di ogni movimento di massa, insurrezionale o no.

      Ancora più pesante e netta fu la condanna, non solo politica ma soprattutto "etica", di Scalzone per la vicenda di Via Acca Larenzia e non era cosa facile, mentre la banda Fioravanti imperversava per Roma uccidendo compagni giovanissimi, dire quello che disse Scalzone.

      Ma adesso si preferisce, anche da parte della sinistra di governo,anche da quella cosiddetta "radicale", annegare il tutto in una generica condanna della violenza, col risultato che, a forza di annegare anche la memoria storica, molti giovani di oggi, interrogati da un recente sondaggio, pensano che a fare la strage di Piazza Fontana siano state le Brigate Rosse .......

      Poi, non c’è dubbio che la logorrea di Scalzone spesso infastidisce ( anche se mai quanto quella di Negri) ma in un paese che ha avuto, solo fino a pochi mesi fa, ministri come Calderoli e Storace credo che gli aspetti "formali" siano una questione del tutto secondaria .......

      Sui contenuti, invece, mi sembra che lo Scalzone di oggi, depurato da oltre un quarto di secolo da qualsiasi suggestione violenta, abbia attualmente ragione da vendere quando persino padre Alex Zanotelli, solo due giorni fa, ha auspicato la assoluta necessità in Italia di una "insurrezione non violenta".

      A meno che non ci si accontenti di quello che fa questo governo, sensibilissimo più che al proprio elettorato ai "desiderata" di Confindustria, del Vaticano e degli Usa.

      Keoma

    • stare ingiustamente in galera è piu’ coraggioso che lottare in piazza per i diritti civili? Hai mai pensato che intorno all’Italia c’è il resto del mondo, o pensi che il resto del mondo ruoti attorno all’Italia? Gli italiani all’estero hanno votato contro berlusconi non grazie agli articoli letti in Italia bensi’ nei rispettivi paesi di adozione, dove, uno come Scalzone, puo’ essere molto utile proprio per la libertà di espressione che gli consente il suo essere "fuori". Sbaglio o in quanto a libertà di espressione in Italia siamo un po’ scarsini? In fr andare ad una manifestazione o partecipare alle battaglie sociali è percepito positivamente, non dall’apparato repressivo, insisto, qui la polizia non ha niente da invidiare a quella italiana in quanto a violenza, ma dal "popolo", dagli intellettuali e non solo di sinistra..qui si chiama sensibilità civile, "citoyenneté". Anche in Italia, ma quando siamo tornati da Genova eravamo vandali reali o comunque potenziali, "blackblock", pericolosi sovversivi, terroristi! Infatti hanno dovuto censurare i video girati dai telereporter inviati dalle reti nazionali, xché avrebbero "confuso" le idee, già plasmate, dei telespettatori, e gettato discredito sulle forze dell’"ordine".
      In un contesto sociale come quello francese è normale che uno come Scalzone, che non brucia le macchine semmai "accende" i cervelli, (cio’ che piu’ spaventa la classe politica it: la cultura. Non ci spendono neanche un soldino bucato) non aveva nessuna ragione di essere estradato semmai meritava lo statuto di rifugiato politico..perseguitato per le sue idee in un paese non in guerra: lo prevede la convenzione di Ginevra, semplicemente.
      E per finire : ma che palle questo culto della sofferenza e del sacrificio! Quando tra l’altro fa il gioco del potere. Mica c’era la rivoluzione dall’altra parte delle alpi se no si’ che sarebbe tornato, il buon Scalzone...

      laralà