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SPIONI

Publie le sabato 11 marzo 2006 par Open-Publishing
12 commenti

Dazibao Governi Spartacus

di Spartacus

Indubbiamente ne ha fatta di strada il camerata Storace dal manganello di Acca Larentia alle comode poltrone della Colombo e dell’Eur. Ma stavolta può finire come la rana di Esopo, gonfia che ti gonfia, boom! Il botto lo rischia davvero perché da borioso trucidino l’ha fatta grossa.

Non si riconverte dal giorno alla notte una politica che lo portava poco al di là della spranga con la gestione manageriale del Potere. Anche quando entrò in Parlamento voleva fare smargiassate e minacciava e aggrediva i colleghi dell’emiciclo. Accadde più d’una volta, tant’è che il camerata-duce Gianfranco fu costretto a prenderlo da parte e gli indicò la via.

Avrebbe dovuto imparare dai neri riciclati e azzimati come La Russa, che da giovane esultava per i petti squarciati ai poliziotti a suon di bombe a mano - quando il suo camerata Loi assassinò a Milano l’agente Marino La Russa vantava la presenza nell’eroico gesto -. Poi prese a fare concioni sulle povere Forze dell’Ordine in perfetta consonanza con l’ipocrisia finiana.

Sembrava aver messo la testa a posto Ciccio Storace. Smagrito (ora rimangia bene), ripulito nel look con discreta sartoria, passato per un po’ di training autogeno che gli permetteva di trattenersi almeno qualche secondo prima d’azzannare gli avversari. Anzi aveva riconvertito l’aggressività fisica con lo sfottò pararomanesco, quello verace non gli riesce bene e a chi gli parlava del Belli rispondeva di non gradire molto i cantautori scambiando Giuseppe Gioachino col televisivo Paolo. Dettagli. Quel che conta per il duce Gianfranco e per il boss Silvio è poterlo utilizzare al meglio. E lui ci crede. Col compare, pardòn camerata, un tempo di manganello ora di poltrone Alemanno, la butta sul ricatto e chiedono al capo posti di potere per non agitargli contro una bella fronda. Si fan forti della cosiddetta Destra Sociale, i fascisti rimasti fascisti anche in quell’annacquamento della nostalgia che è Alleanza Nazionale.

Ottengono ciò che vogliono. Nella “Libera Casa del faccio come cazzo mi pare” c’è posto per il celodurismo bossiano e per il braccio teso romanamente anche se, frequentando i ministeri e atteggiandosi a bravi ragazzi, gli Sorace e gli Alemanno ora il braccio lo abbassano aprendo il palmo della mano. Prendono e danno, dispensano e ricevono, favori, denaro, consulenze, appalti per nulla diversi dai ministerialisti neri per eccellenza: i Bava-Gasparri, gli Urso, i Nanìa, i Landolfi. Chiacchieratissima la gestione storaciana della Regione Lazio: lottizzazioni, favori, mazzette come nella migliore tradizione democrista, craxiana e consociativa. Così fan tutti, ma don Ciccio riesce a fare ancor di più e in fretta. Le torte son sempre più grosse e lui ricomincia a prender peso. Quando giunge la nuova tornata elettorale per le regionali annusa il pericolo di non potercela fare a tenere il romano fondoschiena sulla poltrona presidenziale.

Nella Casa del Fascio è pure scoppiata la bagarre con una fascista che più fascista c’era solo il nonno, l’ex attricetta osè Alessandra da anni lanciata in politica. E contro lei, che s’è messa in proprio, Storace lancia un’azione per non vedersi sottrarre voti. Paranoie che però assillano a tal punto il Presidente uscente da commissionare certi servizietti d’indagine e spionaggio ai danni della nemica in camicetta nera e del nemico di sinistra Marrazzo. Ora i magistrati - purtroppo per il Cavaliere e per la sua servitù politica molti magistrati sono ancora a piede libero - scoprono gli illeciti orchestrati dagli uomini di Storace: appostamenti, pedinamenti, foto, infiltrazioni nella vita pubblica della Mussolini junior e della famiglia Marrazzo. Tutti confermati dagli 007 all’amatriciana di cui Storacione s’è servito. Costoro erano fedeli camerati, che però alle brutte hanno subito cantato e narrato d’essere stati profumatamente pagati dal cuore di Francesco. Il quale indignato sostiene d’essere colpito da schizzi di sterco. Sarà, ma materia organica sulla stessa materia organica non ci fa comprendere l’indignazione.

Messaggi

  • Tutti i nodi vengono al pettine,sono abituati a lavorare sottobanco e poi venire fuori azzimati a dire alla gente che loro sono onesti.

  • "La politica in Italia è sempre stata fatta con i "dossier" e con l’equilibrio dei ricatti incrociati, tramite la supervisione dei Servizi Segreti più o meno deviati. I fascisti sono maestri in questo : Mussolini, con l’OVRA, aveva creato la migliore polizia politica del mondo, che ha fatto scuola alle varie CIA e KGB, Mossad etcc.. Non c’è quindi da meravigliarsi che i nipotini del Duce si dilettino ancora in questo tipo di operazioni !!"
    MaxVinella

  • Le intercettazioni «Diremo che i giudici ci danno addosso» E se ci scopre la magistratura? «Faremo come al solito... La useremo come un altro cavallo di battaglia.
    Infangare il candidato di centrosinistra Marrazzo? Nessun problema: «Gli facciamo la storia completa... Precedenti, telefoniche, bancarie... E se vogliono, ascoltiamo...».
    Ma come facciamo a comunicare con i vertici di centrodestra della Regione Lazio? «Io faccio due squilli e mi vengono a prendere. La vigilanza che sta lì, rosica, perché non mi può chiedere niente».
    E se ci scopre la magistratura? «Faremo come al solito... La useremo come un altro cavallo di battaglia: la magistratura se la piglia con i nostri esponenti».
    Le intercettazioni mostrano come venivano commesse le intrusioni nella vita privata di alcuni avversari politici e di moltissimi comuni cittadini; come gli arrestati ricevevano ordini dai mandanti nel partito e nelle aziende; e come progettavano di difendersi dalle indagini giudiziarie. «Come al solito»: facendo credere che i pm in realtà «fanno politica».
    «Tocca a Quo»
    12 marzo 2005. Pierpaolo Pasqua informa Gaspare Gallo che oramai il risultato del lavoro compiuto su Qui (le firme false per escludere Alessandra Mussolini) è sui giornali, e discute di come proseguire. Pasqua: «Prendi il Corriere della Sera, leggi pagina 13». Gallo: «Ora me lo vado a prendere».
    Pasqua: «Sta su tutti i giornali... per quanto riguarda Quo, tu poi fare qualche cosa?». «Quo» è il nome in codice dello sfidante di centrosinistra Piero Marrazzo.
    Gallo: «Mi sto muovendo io».
    Pasqua: «E che fai?».
    Gallo: «Sta settimana gli faccio telefoniche e bancarie».
    Pasqua: «Non puoi fare qualcosa sul passato?».
    Gallo: «Sì».
    Pasqua: «Titoli, anche titoli di studio».
    Gallo: «Va bene».
    Pasqua: «Banche dati».
    Gallo: «Facciamo la storia completa va, precedenti».
    Pasqua: «Tutto».
    Gallo: « Segnalazioni».
    Pasqua: «Magari uscissero ’ste cose qui... fra domani e dopodomani farò i sopralluoghi e gli chiederò se vogliono che mettiamo, che ascoltiamo...».
    Due giorni dopo.
    Gallo: «Incominciamo ad avere qualche informazione...».
    Pasqua: «Calcola che pure su Quo... capito, cioè vale fino al... dopo non vale più niente».
    Gallo: «Lo so che vale fino al... 5 giorni a settimana...».
    Traduzione: dopo le elezioni del 3-4 aprile, il dossier su Marrazzo diventa inutile. Ma non manca un terzo obiettivo, rimasto senza nome.
    Gallo: «E Qua?».
    Pasqua: «Per ora, m’han detto di lasciar perdere, non gli sta dando fastidio...».
    «Vedo Storace»
    26 febbraio 2005. Pasqua e Gallo hanno appena parlato della «zozzata» da fare. Pasqua chiama la moglie Costanza.
    Costanza: «Hai detto tutto a Gaspare?».
    Pasqua: «Sì, gliel’ho detto».
    Costanza: «E lui?».
    Pasqua: «Ah beh... certo, ne eravamo usciti da sti giochi... adesso ci rientriamo con tutte le scarpe... tanto me lo dovevo aspettare da te prima o poi... Ecco che cosa m’ha detto».
    Costanza: «Però ha capito il motivo, ha capito che non eri pazzo».
    Pasqua: «Certo che ha capito, e c’è rimasto... Costà, io ora vado laddove le persone per entrare devono superare due o tre controlli, lasciare i documenti, mazzi e cazzi... io faccio due squilli a un numero che ho io, vengono giù e mi vengono a prendere. La vigilanza rosica perché non mi può chiedere niente, chi sei che vuoi... dove vai... niente. Stanno lì e rosicano, me devono aprire tutte le sbarre, perché se qualcuno gli alza il dito... oggi c’erano quattro persone in fila per parlare con Niccolò (Accame, ndr)».
    Costanza: «E tu ce l’hai portato Gaspare?».
    Pasqua: «Gli ho fatto fare la bonifica... poi alla fine ce l’ho portato, ho fatto un po’ di scena... gli ho fatto vedere un po’ di potere».
    11 marzo 2005. Pasqua chiama la moglie e racconta, eccitato, il faccia a faccia con Storace. «Noi eravamo lì, arriva Storace, passa al tavolo, arriva a me, mi guarda e fa ‘‘uhm... uhmmm...’’».
    Vittime dei pm 11 marzo 2005.
    Sui giornali rimbalza la notizia dell’inchiesta sulle firme false.
    Pasqua: «Se sapessero che le abbiamo proprio messe noi... In ogni caso non ci sono problemi, la questione è depenalizzata, quindi faremo la solita cosa... ne faremo un altro cavallo di battaglia... la magistratura se la piglia con i nostri esponenti, eh... i nostri esponenti che controllano... noi controlliamo il corretto svolgimento democratico delle cose e voi ci date addosso eh... la gireranno così...».
    P. B.
    Bi. Mars.
    Dal Corriere

    • Un rapporto dei carabinieri inchioda lo staff dell’ex ministro della Salute

      I pm interrogheranno anche il suo portavoce Nicolò Accame

      "Se il conto è di Marrazzo, si fa Bingo"

      Storace sarà sentito come teste

      di ELSA VINCI

      ROMA - L’ex ministro Storace presto in Procura a Roma, testimone sulla spy story. Un rapporto dei carabinieri inchioda il suo staff. Dopo uno stop imposto con tre lettere dalla procura di Milano, i pm della capitale ripartono con una tornata di interrogatori. La prossima settimana saranno sentiti i due detective, Pierpaolo Pasqua e Gaspare Gallo, indagati da un anno nell’inchiesta romana sul presunto spionaggio in danno di Piero Marrazzo e Alessandra Mussolini durante la campagna elettorale per le ultime regionali. L’accusa è accesso abusivo in sistema informatico. Seguirà l’audizione del finanziere Francesco Liguori, arrestato a Milano, che avrebbe fornito ai due detective, in cambio di compensi, informazioni patrimoniali sul governatore del Lazio e sulla moglie, Roberta Sardoz. Poi sarà il turno di Nicolò Accame, ex responsabile della campagna elettorale di Storace e successivamente suo portavoce. Infine toccherà all’ex ministro della Salute.

      È un rapporto dei carabinieri a coinvolgere lo staff di Storace. "Pierpaolo Pasqua, Gaspare Gallo e Luca Garbelli - scrivono i militari - hanno messo in atto investigazioni private ai danni del candidato del centrosinistra alle consultazioni regionali, Pietro Marrazzo, su commissione di soggetti gravitanti intorno all’entourage del candidato di centrodestra, Francesco Storace". I militari volevano intercettare quattro utenze telefoniche in contatto con gli 007 privati. Una di queste, numero 335-4654... - scrivono i carabinieri - risultava "in uso a tale Nicolò". Quel telefonino compare nell’ordinanza dei magistrati milanesi e viene attribuito proprio ad Accame. Le altre tre utenze, secondo il rapporto, sarebbero state nella disponibilità dello staff elettorale di An. Personaggi non di primo piano, che saranno interrogati, così come gli informatori, già identificati. I pm romani sanno da mesi di una telecamera appostata davanti al comitato elettorale di Marrazzo. Persino pedinato.
      Pierpaolo Pasqua, capo dell’agenzia di investigazioni Ssi ed ex dirigente di un circolo di An, durante l’interrogatorio di venerdì scorso ha respinto le accuse dei pm milanesi, ammettendo soltanto di avere avuto dalla segreteria di Storace "l’incarico di effettuare una bonifica negli uffici della Regione". Eppure nell’ordinanza del gip di Milano vengono riportati stralci di intercettazioni che lasciano pochi dubbi.

      Pasqua chiede all’altro detective, Gallo, informazioni di natura fiscale o finanziaria su ’Quo’, il nome in codice con cui si indicava Marrazzo, "da approfondire" prima del 3 e 4 aprile del 2004, data del voto nel Lazio. E in particolare l’origine di una somma di denaro (140 o 150 mila euro), "che assomiglia tanto ad una consulenza". E che fa esclamare proprio a Pasqua: "Se fosse così avremmo fatto Bingo". Invece si trattava di normali operazioni connesse all’acquisto di una casa.
      Ieri mattina c’è stato un vertice tra i pm romani, lunedì sarà fissato il calendario degli interrogatori. Il procuratore capo Giovanni Ferrara ha già disposto una serie di accertamenti, dalla richiesta di atti a Milano a una consulenza calligrafica per stabilire se Pasqua sia uno degli autori di firme false sulla lista di presentazione di Alessandra Mussolini.

      Fu proprio durante le indagine sui "falsi" nella lista di Alternativa sociale che la procura si è imbattuta nell’episodio di spionaggio informatico che ha provocato l’inchiesta, poi fermata da Milano con tre lettere del 27 luglio, del 24 ottobre 2005 e 6 febbraio scorso, "per non ricevere pregiudizio da una discovery delle intercettazioni telefoniche".

      Anche ieri una serie di interrogatori: sentita, tra gli altri, Alessandra Paiella, impiegata in un call center romano della Telecom, che ha ammesso di aver prelevato da una banca dati dei nomi e di averli venduti 50 euro ciascuno. Oggi nel carcere di Novara toccherà al finanziere Francesco Liguori.

      (12 marzo 2006) www.repubblica.it

  • sentite un pò questa....Storace show!

    Un viado per rovinare Marrazzo. Gli investigatori privati arrestati avevano organizzato un complotto a luci rosse, poi fallito, per screditare il rivale di Sorace

    MILANO — Un viado per distruggere Piero Marrazzo. Avevano già organizzato pure un falso scandalo sessuale gli investigatori privati arrestati con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata allo spionaggio anche politico: inchieste totalmente illegali per screditare gli avversari di Francesco Storace (An), l’ex ministro della Salute che nell’aprile 2005 cercava la riconferma alla presidenza della Regione Lazio.

    LA CONFESSIONE — L’idea degli spioni era di fabbricare un clamoroso complotto a luci rosse per rovinare la reputazione del popolare giornalista di Mi manda RaiTre, candidato dal centrosinistra contro Storace. Il piano è documentato da una serie di intercettazioni non citate (ma allegate) alle 305 pagine di ordinanza d’arresto. L’obiettivo era distruggere Marrazzo non solo sul terreno politico o professionale, ma anche sul piano umano, psicologico e familiare. Ora il complotto è confermato dalle confessioni di Gaspare Gallo (il tecnico di fiducia del titolare della Ssi, Pierpaolo Pasqua), che ha già ammesso di aver corrotto i militari della Guardia di finanza e i funzionari di compagnie telefoniche. In carcere Gallo ha anche spiegato che il mandante politico, secondo quanto gli riferiva costantemente Pasqua, era Niccolò Accame, il rappresentante ufficiale della Lista Storace.
    Gallo ha messo a verbale anche il nome e cognome del travestito - un uomo «dedito abitualmente alla prostituzione» - che era stato già arruolato dalla banda per fabbricare il falso scandalo, poi rimasto inattuato non per scrupoli morali, ma perché sembrava troppo rischioso ricorrere a un personaggio di dubbia affidabilità.

    ALTRE VITTIME — Ma nelle cinque ore di interrogatorio, Gaspare Gallo avrebbe fatto anche i nomi di altri personaggi con cariche istituzionali che sarebbero stati spiati dalla sua agenzia di investigazione. Dossier illegittimi su altri politici, che si aggiungerebbero nella lista delle vittime accanto ai già noti Piero Marrazzo e Alessandra Mussolini. Il verbale di interrogatorio di Gaspare Gallo è stato secretato. S’ignorano sia i mandanti sia le vittime di questi nuovi casi di spionaggio, ma le indagini dei carabinieri del nucleo operativo sono già ripartite a caccia di nuovi riscontri.
    Per uno dei marescialli arrestati della Gdf di Novara, Franco Amato, intanto, l’accusa potrebbe ridimensionarsi: l’altro finanziere arrestato, Francesco Liguori, lo ha dipinto come «fuori dall’associazione e coinvolto marginalmente» per una sola interrogazione allo Sdi, la banca dati centralizzata del Ministero dell’Interno.

    INTERROGATORI A ROMA — A Roma intanto è ripartita l’inchiesta gemella sui reati commessi nella capitale. I pm Achille Toro, Italo Ormanni e Francesco Ciardi hanno sentito, come teste, Fausto Serse Pennazzo, l’impiegato della Regione Lazio che il 29 marzo 2005 avrebbe agevolato l’ingresso riservato negli uffici dell’investigatore privato Pasqua. E subito dopo è stato ascoltato Andrea Straziota, ex addetto stampa della Regione.

    Paolo Biondani
    Biagio Marsiglia

    14 marzo 2006
    Corriere della Sera

    • L’ex ministro Ds reagisce alle rivelazioni sullo spionaggio politico ai suoi danni

      Sarebbe stata nel mirino dei detective finiti in carcere prima di Marrazzo e Mussolini

      Caso spionaggio, Melandri sconcertata
      "Stiamo tornando agli anni bui"

      Storace: "Io, vittima di linciaggio da parte della stampa"

      ROMA - "Come cittadina, prima ancora che come esponente politico, sono davvero sconcertata da queste notizie". Giovanna Melandri reagisce così alle rivelazioni di Repubblica sull’attività di spionaggio messa in piedi nei suoi confronti dai detective privati finiti in carcere nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla procura di Milano che ha portato alle dimisisoni del ministro Francesco Storace.

      "Sotto il profilo giuridico - aggiunge l’esponente dei Ds - come parte offesa di possibile rilevanza penale, sto riservandomi le mosse opportune consultandomi con i miei legali. Ho piena fiducia nei magistrati". "Dal punto di vista politico - aggiunge la Melandri- noto che il Paese sta ripiombando nel clima buio e pesante di trenta, quaranta anni fa, che non avremmo voluto rivedere. L’Italia si merita ben altro: un confronto politico leale, con regole condivise e non notizie fatte di spie e di spionaggio".

      Secondo quanto accertato da Repubblica, gli inquirenti hanno scoperto che lo "staff d’intelligence" organizzato dal comitato elettorale di Storace durante la campagna elettorale per le regionali del Lazio, avrebbe studiato da cima a fondo il presente e il passato di Giovanna Melandri, seguendo ogni suo comizio e infiltranodosi nella sua "mailing list" per trovare qualche "segreto" da sfruttare contro di lei.

      Intanto l’ex ministro della Salute Francesco Storace non si dice tranquillo in vista del suo interrogatorio nell’ambito dell’inchiesta sul ’Laziogate’: "Ho qualche timore, perché potrei non controllare i nervi", afferma. Poi lancia accuse agli organi di stampa: "E’ osceno quello che stanno facendo nei miei confronti", ha detto. "Il premier mi ha chiesto se ero pentito per le dimissioni. Io gli ho risposto di no: è meglio che il governo resti fuori dal linciaggio quotidiano dei giornali nei miei confronti".

      (15 marzo 2006) www.repubblica.it

    • Questa è veramente fantastica .....

      INTERCETTAZIONI: PASQUA A PM, VOLEVO FARE LIBRO SU SPIONAGGIO

      Pierpaolo Pasqua, l’investigatore privato della Ssi in carcere da alcuni giorni su ordine della magistratura di Milano nell’ambito di una inchiesta su una illecita attivita’ di spionaggio, stava lavorando per fare uscire un romanzo di spy-story. Lo ha rivelato lo sesso indagato ai magistrati romani e lombardi che oggi lo hanno interrogato a Regina Coeli. Pasqua avrebbe cosi’ giustificato l’attivita’ di appostamento e pedinamento effettuata nei pressi del comitato elettorale di Piero Marrazzo e di Alessandra Mussolini, candidati alle regionali del Lazio del 2005.

      www.repubblica.it

    • Tra i "sorvegliati" anche un ultrà laziale in lista con la Mussolini
      Un disguido tra Roma e Milano "regala" la libertà a un altro degli inquisiti
      Gli spioni della politica
      indagato il portavoce di Storace
      Uno dei detective arrestati: "Spiavo Marrazzo perché volevo scrivere un libro"
      Nicolò Accame aveva già subìto una perquisizione.

      ROMA - Nello spy-gate del Lazio è indagato Nicolò Accame, portavoce di Francesco Storace. Il suo nome è finito nell’inchiesta sul presunto spionaggio durante la campagna elettorale delle regionali 2005. Nei giorni scorsi era stato lo stesso ex ministro della Salute a confermare che il suo collaboratore "è stato oggetto di una perquisizione", spiegando che Accame si era limitato "a commissionare una bonifica all’agenzia investigativa di Pierpaolo Pasqua (uno degli 007 privati finiti in cella-ndr). L’incarico fu pagato con i soldi della lista Storace e non della Regione Lazio". Accame, difeso dall’avvocato Paolo Colosimo, ha già chiesto ai magistrati di essere sentito: "Voglio chiarire che sono estraneo alla vicenda".

      Il sospetto dei pm milanesi che hanno ordinato la perquisizione è che il portavoce dell’ex ministro si sia avvalso dei detective privati al di là dell’operazione-bonifica. "Fu tutta una mia iniziativa. Ma Accame sapeva che controllavo Marrazzo, poi mi ha stoppato" ha dichiarato Pasqua nel primo interrogatorio davanti ai magistrati romani che indagano in tandem con i colleghi di Milano.

      Gli 007 rubavano elenchi, tabulati, immagini dai comitati elettorali. Non si documentavano soltanto sui politici di professione. Lo facevano anche su persone vicine al candidato della sinistra e ad Alessandra Mussolini, leader di Alternativa sociale. Controllavano tra gli altri un ultrà della Lazio, ora in corsa alla Camera con la Mussolini: si tratta di Paolo Arcivieri, uno dei capi della curva laziale all’Olimpico, che da una radio privata parlava contro le scelte politiche dell’ex governatore Storace.

      Durante le "operazioni" Pasqua e il suo socio Gaspare Gallo - intercettati dai carabinieri su ordine dei pm - parlano dei controlli sull’ultrà. I due, scrivono i magistrati nell’ordinanza di custodia cautelare, "su Arcivieri raccoglievano informazioni a pagamento".

      Pasqua, titolare della società Ssi, durante il secondo interrogatorio ha dovuto rispondere su molte telefonate. In una di queste, Gallo gli dice: "I dati su Arcivieri ce li ho già". Poi parlano di somme in entrata su un conto corrente presso un’agenzia della Cassa di Rimini.

      La voce di Arcivieri è notissima tra i tifosi biancocelesti, seguitissima la sua trasmissione a Radio Flash. Non è difficile intuire che durante la campagna elettorale le sue opinioni potessero orientare scelte politiche degli ascoltatori.

      Intanto a casa di Pasqua gli investigatori hanno sequestrato il dossier Marrazzo, una decina di pagine con tutte le abitudini del giornalista poi diventato governatore del Lazio. "Volevo venderlo - si è giustificato Pasqua - per decine di migliaia di euro allo staff di Storace. Ma non lo hanno voluto". Ieri a Regina Coeli il detective, assistito dall’avvocato Francesco Scacchi, ha poi offerto un’ulteriore versione difensiva: "Volevo scrivere un romanzo. Fotografavo e spiavo Marrazzo e la Mussolini perché volevo scrivere una spy story".

      Sull’altro fronte di indagine, quello delle firme false nella lista di Alternativa sociale, i carabinieri hanno acquisito l’elenco degli iscritti al circolo di An che Pasqua aveva fondato nel Viterbese. I pm Italo Ormanni, Achille Toro e il pm Francesco Ciardi verificheranno se quei nominativi sono finiti nel blocco dei "falsi" sotto accusa.

      C’è da registrare anche un "incidente di percorso". Per decorrenza dei termini è stato scarcerato uno degli investigatori privati arrestati l’8 marzo dai pm di Milano. Marco Vinicio Amati, accusato di associazione per delinquere, rivelazione segreto d’ufficio e altri reati minori, non è stato chiamato per tempo a rispondere all’interrogatorio di garanzia. Un disguido nell’esecuzione della rogatoria tra i tribunali di Roma e Milano, che gli ha "regalato" la libertà. Oggi i pm milanesi Fabio Napoleone e Stefano Civardi saranno a Roma ad affiancare i colleghi che indagano sulle incursioni informatiche all’anagrafe comunale. Tra gli altri sarà sentito Mirko Maceri, ex direttore tecnico di Laziomatica.

      (16 marzo 2006) www.repubblica.it

    • Nuovi guai per il portavoce di Storace alla Regione Lazio

      inviato da: reporter · il 20/3/2006 · alle: 22:20

      Oggi sentiti un suo collaboratore e un’assistente della Mussolini - Spionaggio e firme falsificate

      Accame indagato a Roma Le ipotesi di reato sono violazione della legge elettorale e intrusione abusiva in un sistema informatico

      ROMA - Non accenna a placarsi lo scandalo dello spionaggio politico alle elezioni regionali del Lazio. Con Niccolò Accame, ex portavoce di Francesco Storace alla Regione Lazio, indagato dalla procura di Roma, nell’ambito dell’inchiesta sul presunto spionaggio ai danni di Piero Marrazzo e per la presunta falsificazione delle firme di Alternativa sociale (la lista di Alessandra Mussolini) durante le scorse elezioni regionali nel Lazio.

      Le ipotesi di reato configurate dai pm Italo Ormanni, Achille Toro e Francesco Ciardi sono quelle di violazione della legge elettorale e di abusiva intrusione in un sistema informatico. "Ho appreso di essere indagato dai telegiornali - ha dichiarato Accame, in serata - e questa mi sembra una procedura davvero strana. Paradossalmente approfitterò del fatto che sono indagato per chiarire la mia posizione". Ragionamento praticamente identico a quello di Storace: "Così almeno saprà qual è il motivo per cui lo si accusa e di cosa - ha commentato - in giro ci sono troppi calunniatori che ne risponderanno in tribunale".

      E oggi i magistrati si sono dedicati anche agli interrogatori. Tra le persone sentite c’è anche Pierluigi Sassi, collaboratore di Niccolò Accame ai tempi della campagna elettorale, sentito per oltre un’ora come persona informata sui fatti. Potrebbe essere lui, il "Pierluigi" indicato nelle intercettazioni telefoniche allegate all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Milano, Paola Belsito, nei confronti di 16 persone, tra cui Pierpaolo Pasqua e Gaspare Gallo. Vale a dire, i due 007 finiti in carcere e indagati anche dalla procura di Roma nell’ambito dell’inchiesta Laziogate.

      In una telefonata del 3 marzo dello scorso anno, Pasqua chiama "un interlocutore alla Regione Lazio" chiedendo se lo "vengono a prendere". L’interlocutore risponde che non è in Regione". Pasqua chiede: "Mi dai il numero di qualcun altro?". "Non si sa chi c’è - risponde l’interlocutore a Pasqua - prova Pierluigi". Alla fine a Pasqua viene dato un numero di telefono che il gip spiega essere una utenza utilizzata da Niccolò Accame in una precedente telefonata.

      Oltre a Pierluigi Sassi, oggi i pm hanno ascoltato come persona informata dei fatti anche Antonella De Pasquale, una collaboratrice di Alessandra Mussolini ai tempi delle scorse elezioni regionali. Secondo quanto si è appreso, a lei i pm avrebbero, tra l’altro, chiesto la conferma su una presunta infiltrazione di Pasqua nel comitato elettorale di Alternativa sociale.

      www.repubblica.it

    • Roma, 18:16

      LAZIOGATE:INDAGATO VICEPRESIDENTE CONSIGLIO COMUNALE ROMA

      Fabio Sabbatani Schiuma, vicepresidente del Consiglio comunale di Roma, entra nell’elenco degli indagati per il cosiddetto "Laziogate". Sabbatani Schiuma, Mirko Maceri e Romolo Reboa sono indagati dalla procura di Roma nell’ambito degli accertamenti legati a una presunta attivita’ di spionaggio che i detective privati Pierpaolo Pasqua e Gaspare Gallo avrebbro svolto ai danni di Alessandra Mussolini e Piero Marrazzo. Violazione della legge elettorale e accesso abusivo a un sistema informatico, a seconda delle posizioni, sono le ipotesi di reato formulate dai pm romani. Nell’inchiesta e’ coinvolto da alcuni giorni anche Nicolo’ Accame, portavoce di Francesco Storace quando questi era alla Regione Lazio. Sabbatani Schiuma, vicepresidente del consiglio comunale, Mirko Maceri, ex direttore tecnico di Laziomatica e l’avvocato Reboa erano gia’ stati coinvolti negli accertamenti che la procura di Roma svolse lo scorso anno indagando sulle firme false presentate da varie liste alla vigilia elle elezioni regionali. La posizione del primo era stata poi archiviata dal pm Francesco Ciardi e dall’aggiunto Achille Toro che, invece, avevano chiesto il rinvio a giudizio degli altri due in relazione all’illecita incursione nella banca dati dell’anagrafe del Comune di Roma. Vicenda, questa, attualmente al vaglio del gup Maria Giulia De Marco che deve pronunciarsi anche sulla posizione di Daniele Caliciotti, ex dipendente di Laziomatica. Le novita’ investigative, che hanno determinato l’iscrizione di Sabbatani Schiuma, Maceri e Reboa sul registro degli indagati, sono legate anche alle numerose intercettazioni telefoniche disposte dalla procura di Milano a carico di Pasqua e Gallo, soci della Ssi, societa’ di investigazione privata, e da qualche settimana acquisite dai pm romani.

      www.repubblica.it

    • L’intercettazione riguardante Sabbatani Schiuma

      inviato da: interceptor ·

      "A Fabio gli hanno fatto l’esposto perché ha forzato un pochino la mano".

      La frase, che fa riferimento a Fabio Sabbatani Schiuma viene pronunciata da Pierpaolo Pasqua, lo 007 arrestato, intercettato al telefono l’11 marzo dello scorso anno mentre parla con la moglie Costanza.

      "Si è beccato l’esposto alla procura - dice al telefono Pasqua - perché ha forzato un pochino la mano.

      Io gli ho fornito i dati ma se qualcuno non si esponeva per costringerli a indagare (il riferimento è alla prima inchiesta sulle firme false di Alternativa sociale guidata da Alessandra Mussolini, ndr), passava sotto silenzio perché avevano qualcuno lì dentro che glieli aveva fatti passare".

      In un altro brano della conversazione, Pasqua dice: "..e allora si è esposto Fabio nel senso che ha fatto finta di essere lui ad aver raccolto tutte quelle cose e siccome sono state raccolte in maniera non perfettamente lecita, se sapessero che invece le abbiamo messe proprio no(Pasqua ride al telefono, ndr).

      Insomma, tanto la questione è depenalizzata. Faremo la solita cosa: la magistratura se la piglia con i nostri esponenti e allora si dirà: ma come, voi controllate il corretto svolgimento democratico delle cose e voi ci date addosso...".

    • Grazie per il vostro articolo ! Buon proseguimento per il tuo sito

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